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Stazione Zoologica A. Dohrn di Napoli: altro colpo di mano del Prof. Danovaro. E la democrazia scientifica può andare a farsi benedire!

Ovvero, come esautorare gli organi consultivi previsti da Statuto e Regolamento d’Organizzazione della Stazione Zoologica di Napoli “A. Dohrn”.

18/06/2021
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A pochi mesi dalla fine del suo mandato, il Presidente della Stazione Zoologica di Napoli, prof. Roberto Danovaro, accelera le procedure di nomina dei Direttori di tre dipartimenti, il cui incarico era in scadenza a settembre, decidendo di non concedere a nessuno dei tre il rinnovo del mandato nonostante il parere a loro favorevole del “Consiglio del Personale dei Dipartimenti” e del “Consiglio Scientifico” (pareri richiesti dalla procedura stabilita dal “Regolamento di Organizzazione e Funzionamento”).

Cosa ha mai potuto portare il Presidente e il C.d.A. a prendere questa decisione tanto improvvisa, quanto impopolare?

Eppure il Presidente si è sempre mostrato orgoglioso di aver messo su un sistema organizzativo alla SZN che prevede una forte componente democratica nelle decisioni, attraverso il coinvolgimento dei vari organi consultivi tra i quali il “Consiglio Scientifico” che, come specificato nello Statuto, è composto da scienziati italiani e stranieri di chiara fama internazionale e che viene ‘consultato’ dal Presidente per ogni tipo di decisione da prendere (ultimamente addirittura per le procedure dei passaggi di fascia stipendiale dei ricercatori e tecnologi dell’Ente).

E che dire del “Consiglio del Personale del Dipartimento” chiamato, in base all’art. 29 del Regolamento di Organizzazione e Funzionamento (ROF), ad esprimere il proprio parere e che vede completamente vanificata la propria espressione di voto?

Dobbiamo pensare che l’organizzazione della SZN, con tutti i suoi organi consultivi definiti “cuore pulsante” dell’Istituto dallo stesso Presidente, sia solo una facciata?

Un Ente di ricerca in cui gli aspetti organizzativi sono chiaramente ispirati ai principi di trasparenza, partecipazione e coinvolgimento, a salvaguardia dell’autonomia della ricerca e per una vera democrazia scientifica coerentemente con la Carta europea dei ricercatori, non può subire un così duro colpo proprio sotto l’aspetto della democrazia ad opera del suo Presidente!

Non è la prima volta che il Presidente della SZN procede nelle sue decisioni senza tener conto dei pareri richiesti; ma questo modo di procedere, oggi ancora di più, ci mette di fronte al fatto compiuto di un vero colpo di mano da parte del massimo organo di vertice, considerato che sembra non esserci alcun comune denominatore nella scelta dei nuovi direttori di dipartimento (alternanza, esperienza, età, contenimento della spesa pubblica…). Questo modo di procedere rimanda ad un autoritarismo di vertice, che poco ha a che fare con la scienza, piuttosto che ad una compiuta democrazia scientifica (che evidentemente funziona se poi si deve procedere d’autorità) che si dichiara di voler praticare all’Anton Dohrn. Tanto più in questa ultima parte di mandato presidenziale, della serie… “dopo di noi il diluvio”.

L’autonomia di un Ente Pubblico di Ricerca non può tradursi in comportamenti da tribuno del suo massimo rappresentante, in barba alle regole sostanziali e alla sua Comunità Scientifica di riferimento, nonché in spregio delle più basilari regole di buon funzionamento della cosa pubblica. Ci aspettiamo chiarimenti su quanto accaduto e crediamo che anche il Ministero vigilante guidato dalla Ministra Messa debba avere una posizione al riguardo.