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Precari CNR: primi risultati ma la mobilitazione continua

Comunicato unitario FLC CGIL e FIR CISL.

21/12/2017
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La mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori precari, avviata ormai dallo scorso marzo e che nell’ultimo mese ha assunto forme diversificate, sempre più incisive con assemblee permanenti e occupazioni nelle più importanti Aree della Ricerca, dal semplice striscione scritto sul lenzuolo, alla manifestazione del 15 dicembre in piazza Montecitorio, in concomitanza della discussione della Finanziaria, fino all’atto estremo di restare appesi a 30 metri dal suolo sulla facciata della Sede Centrale di Piazzale Aldo Moro, congiuntamente all’occupazione dell’aula Enrico Fermi del CNR, a partire dal 21 novembre, ha permesso di raggiungere significativi risultati.

In particolare:

  • l’aumento dei fondi per la stabilizzazione che, seppure non completamente adeguato alle nostre richieste, ha una forte rilevanza politica perché segna, per la prima volta, un'inversione di tendenza volta al superamento del precariato;
  • la possibilità, duramente conquistata, di utilizzare i fondi premiali, come cofinanziamento, per supportare il processo di stabilizzazione;
  • l’inclusione per gli EPR degli Assegnisti di Ricerca nelle tipologie di contratto di lavoro subordinato; un riconoscimento non scontato perché non solo permette di includere gli assegnisti nel comma 2 dell’Art.20, ma avrà una profonda incidenza nel limitare i danni che l’abuso del suo utilizzo ha prodotto in questi anni;
  • la prorogabilità degli Assegnisti di Ricerca fino al 2020 superando i limiti imposti dalle norme attuali.

Ma soprattutto ciò che è più importante è l’aver acceso un riflettore sulle gravi difficoltà della Ricerca pubblica in Italia e, specialmente sul CNR, l’Ente più grande e prestigioso a livello nazionale.

I media italiani non si sono interessati all’Ente solo per decantarne le eccellenze scientifiche ma anche per denunciare il drammatico sotto finanziamento con cui queste eccellenze devono ogni giorno fare i conti e di cui il precariato rappresenta l’aspetto più eclatante, ma non l’unico.

Anche la Politica ha dovuto prendere atto della situazione. In Sala Fermi abbiamo ricevuto il sostegno e la solidarietà dei rappresentanti di quasi tutti i partiti, sia di opposizione che di maggioranza, e sono stati approvati ordini del giorno da diverse Regioni che invitano il Governo ad una maggiore attenzione nei confronti della Ricerca pubblica, che vogliamo sottolineare, non costituisce una spesa ma un investimento altamente produttivo.

Tutto ciò non è ancora sufficiente, la nostra attenzione deve restare alta almeno finché l’ultimo precario avente diritto all’applicazione del comma 1 e 2 della 75/17 sarà stabilizzato.

A cominciare dal prossimo 21 dicembre quando FLC CGIL e FIR CISL sottoporranno alla firma del Presidente e delle altre organizzazioni sindacali un Protocollo d’Intesa che dovrebbe ratificare quanto il Presidente stesso ha più volte pubblicamente dichiarato e che dovrà concretizzarsi con l’impegno dell’Amministrazione a dar attuazione al Decreto Madia in attesa della convocazione del 12 gennaio quando le organizzazioni sindacali, come previsto dal DLgs 25/17, dovranno avviare il negoziato per definire i criteri e le modalità per la stabilizzazione.

L’attenzione dovrà restare alta e la mobilitazione dovrà continuare, auspicabilmente unitaria, con diverse forme e modalità coinvolgendo tutto il personale, con contratto a tempo indeterminato e precario, affinché il messaggio di questi mesi rivolto all’opinione pubblica e, soprattutto, al mondo politico resti al centro del dibattito nazionale non solo a parole ma si traduca in atti concreti, allineando il nostro Paese in materia di finanziamenti e investimenti alla media degli altri paesi europei, anche in relazione alle applicazioni contrattuali ed in previsione del rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro che dovrà servire a valorizzare le professionalità del personale tutto.

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