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Per la scienza e la cultura: eventi dal 14 al 18 ottobre

L'obiettivo è contribuire a creare un movimento europeo contro la follia dell'austerity che sta distruggendo ogni possibilità di una politica della ricerca e dello sviluppo.

10/10/2014
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La ricerca scientifica e il sistema universitario si trovano in una situazione drammatica. I frutti avvelenati della Legge Gelmini, coadiuvati dagli interventi dei successivi governi, stanno raggiungendo il loro scopo: sottodimensionare il sistema universitario e introdurre un controllo politico, mai tentato prima, sulla ricerca fondamentale. Obiettivi realizzati, il primo attraverso la riduzione del 20% del finanziamento che è diventato un taglio del 90% del reclutamento e del 100% dei progetti di ricerca di base, e il secondo attraverso la creazione dell’agenzia di valutazione Anvur al di fuori di ogni standard tecnico accettabile e affidato a una casta di professori, adusi a ruoli dirigenziali, scelti dalla stessa Gelmini in base criteri sconosciuti.

Questa situazione, aggravata dagli effetti della crisi economica, è sul punto di compromettere il futuro delle nuove generazioni di ricercatori e dunque la tenuta stessa del sistema. Situazioni simili ma più direttamente connesse alla politica economica imposta dall’Europa, si trovano in Grecia, Spagna, Portogallo e Francia dove ampie coorti di giovani talenti sono costrette ad abbandonare i propri studi e i finanziamenti sono stati drasticamente ridotti. Al contrario del pareggio di bilancio, entrato in Costituzione, il trattato di Lisbona, che si proponeva di portare al 3% la spesa per ricerca e sviluppo, rimane inattuato accentuando lo sviluppo scientifico molto squilibrato degli Stati membri dell’UE che sta alla base della forbice economica tra il nord e il sud dell’Europa.

Nonostante sia assodato che l’investimento statale in ricerca è uno dei motori principali dello sviluppo economico, non c’è nessuno sforzo per dirigere la spesa pubblica verso quei settori di qualità che potrebbero dare, nel medio e lungo termine, una struttura solida al tessuto produttivo. Al contrario, nel campo della ricerca è in atto un trasferimento di risorse finanziarie e umane dai paesi dell’Europa meridionale a quelli dell’Europa settentrionale che ne amplifica le differenze inibendo ogni speranza di ripresa.

E' indispensabile una mobilitazione che metta radicalmente in discussione l'attuale politica economica europea che distrugge ogni possibile ipotesi di politica della ricerca e dello sviluppo.

In Francia con il movimento ‘Sciences En Marche‘ è iniziata una protesta che culminerà con una iniziativa a Parigi il 18 e 19 Ottobre. Intanto su importanti riviste di divulgazione scientifica e quotidiani europei è stata pubblicata la lettera di denuncia di un gruppo di scienziati sui rischi per la cultura e la scienza di base che il mainstream liberista produce.

In Italia per primi abbiamo sostenuto questo percorso che ora si concretizza nella settimana di mobilitazione per la scienza e la cultura.

Una tappa importante nel nostro autunno verso il 25 ottobre 2014 manifestazione nazionale della CGIL per cambiare la politica sul lavoro del Governo Renzi e l'8 novembre manifestazione unitaria per lo sblocco dei contratti collettivi di lavoro nei settori pubblici.

Queste, le tappe della settimana

  • Siena, 14-15 ottobre.
  • Pisa, 16 ottobre ore 15: Aula Magna del Dipartimento di Scienze Politiche, Via Serafini 3.
  • Roma, 16 ottobre ore 10.30: CNR, piazzale Aldo Moro, in video collegamento con le sedi 16.
  • Milano, 16 ottobre.
  • Bari, 16 ottobre.
  • Trieste, 17 ottobre: Università di Trieste, Aula Magna Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori, Via Filzi 14.
  • Roma, 18 ottobre: conferenza stampa presso lo spazio Fandango (Via dei Prefetti, 22).
  • Bologna, 23 ottobre.