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La FLC Cgil per un “nuovo INFM”

La FLC Cgil chiede al Ministro di definire con urgenza le caratteristiche scientifiche, organizzative ed operative di un "nuovo Istituto Nazionale Fisica per la Materia".

14/06/2006
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Il Governo Berlusconi-Moratti con uno dei suoi primi atti contro la ricerca pubblica nazionale ha disposto la soppressione dell’INFM e la sua incorporazione nel CNR, contestualmente riformandone l’assetto in senso profondamente burocratico e gerarchico. L’intera comunità scientifica nazionale si oppose con fermezza a questa controriforma, contestandone sia le caratteristiche complessive, sia specificamente la soppressione dell’INFM. In questi anni successivi alla riforma i fatti si sono premurati di fare giustizia delle giustificazioni che erano state addotte: la gestione del CNR si è ulteriormente appesantita ed accentrata e, in questo contesto, la ricerca italiana nel campo della fisica della materia sta rapidamente scomparendo. Molti giovani ricercatori hanno cambiato mestiere o sono dovuti emigrare, la capacità di partecipare ai progetti europei sta paurosamente declinando, la stessa partecipazione alla gestione scientifica di grandi strutture internazionali come ESRF è in stato di abbandono.

Prima e durante la campagna elettorale molte voci si sono levate per invocare un ripensamento rispetto a questa sciagurata scelta e perché alla comunità scientifica di riferimento venga restituita l’autonomia che i risultati scientifici e tecnologici ottenuti nel passato dimostravano sostanzialmente ben riposta, come testimoniato anche dalla valutazione CIVR 2001-03: è ora il momento di prendere una decisione netta, avendo ben chiari però obiettivi e strumenti. La FLC Cgil ha contribuito insieme a tutta la comunità scientifica ed al personale alla definizione del progetto per un “nuovo INFM”, progetto che ha trovato il dovuto spazio nel programma dell’Unione e del quale rivendichiamo ora l’attuazione. Non si tratta semplicemente di mantenere una promessa elettorale, ma di cominciare con atti concreti a rovesciare la politica sciagurata del governo Berlusconi contro la ricerca nazionale: un atto contemporaneamente fortemente simbolico e di forti ricadute concrete.

Sarebbe evidentemente impensabile pensare di poter cancellare con un tratto di penna i tre anni passati e di poter riavviare il motore INFM come se nulla fosse successo: è quindi necessario intervenire, e con urgenza – il VII PQ europeo è alle porte – ma è parimenti necessario trovare nuove ed ulteriori motivazioni per garantire il successo di una necessaria “ricostituzione” dell’INFM. E’ da tutti riconosciuto che un “nuovo INFM” non può che basarsi su tre caratteristiche: la capacità di proiettare la ricerca italiana nel settore di riferimento sullo scenario europeo ed internazionale, la capacità di partecipare alla progettazione e gestione scientifica delle grandi apparecchiature necessarie in queste discipline (radiazione di sincrotrone, spettroscopia a neutroni e risorse di calcolo parallele di alte prestazioni), l’integrazione con la rete universitaria di ricerca. A queste sono ovviamente da aggiungere la capacità di operare le scelte scientifiche sulla base di meccanismi di valutazione condivisi ed un alto livello di coinvolgimento dell’intera comunità scientifica.

E’ però evidente che l’equilibrio tra queste caratteristiche nel “vecchio INFM” ha anche generato debolezze tali da permettere al governo Berlusconi di mettere fine con facilità, senza colpo ferire per così dire, a quell’esperienza; nel ricostruire un nuovo INFM bisognerà allora anche pensare a correggere là dove necessario le debolezze che si sono manifestate, a partire a nostro avviso dalla fragilità di un ente troppo disperso sul territorio e troppo leggero in termini di capacità di ricerca propria (e quindi di personale di ricerca e tecnico con un rapporto squilibrato tra personale stabile e precario): sapersi coniugare positivamente con la rete di ricerca delle università non significa secondo noi rinunciare a programmare una crescita dell’ente modellata sulle sue esigenze di lungo periodo.

La FLC Cgil richiederà un urgente incontro con il Ministro e promuoverà le opportune iniziative con il personale per garantire da subito le condizioni operatività del nuovo ente, a partire dalla necessità di stabilizzare personale da troppo tempo lasciato nell’abbandono.

Roma, 14 giugno 2006

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