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Enti pubblici di ricerca: tra tagli veri e premi finti alla fine non si pagheranno neanche gli stipendi

Indispensabile rilanciare l'iniziativa di contrasto e disegnare un futuro per la ricerca pubblica.

27/12/2010
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Nella migliore tradizione di questo governo  con l'ultima legge di stabilità si è proceduto ad un ulteriore taglio dei finanziamenti per gli enti pubblici di ricerca.

La manovra economica, infatti, prevede una riduzione del fondo di finanziamento dei diversi enti che oscilla dal 9% al 13% con un picco per l’Enea del 20%. Dobbiamo tenere presente che le risorse di questi fondi (già esigui) sono indispensabili per sostenere le cosiddette spese vive, come il funzionamento dei laboratori e il pagamento degli stipendi. In realtà per alcuni enti, come il CNR, tali risorse erano appena sufficienti a questo scopo prima dell’ultima micidiale sforbiciata.

Se a ciò aggiungiamo il taglio delle spese per le missioni previsto dalla finanziaria di luglio e la riduzione del turn over al 20% (prima era 80%) emerge un quadro drammatico.

Quello che più colpisce è l’esultanza con cui questa operazione viene presentata. Si tratta della grande novità introdotta in materia di tagli dalla ineffabile Gelmini. Mentre si strangolano le istituzioni di ricerca una parte delle risorse “risparmiate” verrebbe devoluta sulla base di criteri premiali presentati come la vera soluzione agli sprechi e alla cattiva gestione. Quindi tagliano e pretendono anche di essere elogiati come se nessuno capisse cosa stia realmente accadendo.

Infatti,  in base all'articolo 4 del Dlgs n. 213 del 2009, il riparto del Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca deve basarsi sulla valutazione della qualità dei risultati della ricerca e sul programma nazionale della ricerca (PNR).

C’è  però un piccolo particolare: a tutt'oggi non è stato ancora emanato il nuovo programma nazionale della ricerca e l'ultimo PNR fa riferimento al triennio 2005-2007 mentre l'ANVUR - agenzia delegata alla valutazione della qualità dei risultati della ricerca - non è ancora operativa. Nonostante ciò per il riparto del fondo  2011 già si annuncia che parte delle risorse verrà attribuita sui cosiddetti progetti bandiera.

Appare chiaro ed evidente che il Governo sta ripartendo  le risorse “premiali”,  peraltro scippate al mantenimento delle spese "vive", non sulla base di dati oggettivi  ma su informazioni poco recenti e soprattutto scelte discrezionali. Quindi, in sostanza, si sottraggono risorse essenziali al funzionamento per trasformarle in premi che vengono “elargiti” senza un modello funzionante e condiviso di valutazione.

Si punta a scatenare negli enti una concorrenza selvaggia sul modello di quella che i teorici del liberalismo nostrano strombazzano per le università per costringere con il cappello in mano le istituzioni a piegare la testa di fronte ai processi di destrutturazione in atto ad iniziare da quelli contenuti nei nuovi statuti.

In più lo schema di decreto ministeriale per il riparto del Fondo ordinario per l'anno 2010  è stato presentato pochi giorni fa mettendo in difficoltà gli enti di ricerca con questo preciso scopo ricattatorio.

Mentre si riducono le risorse pubbliche destinate alla ricerca e contestualmente al numero di coloro che lavorano e operano in questo settore strategico si punta ad asservire al decisore politico organismi che dovrebbero avere margini elevatissimi di autonomia. Un governo responsabile che abbia a cuore la ricerca pubblica e il futuro del nostro paese dovrebbe fare esattamente l'opposto.  

Come sappiamo questo non è un governo responsabile,  ma autoritario, arrogante ed esclusivamente preoccupato della sopravvivenza dei suoi apparati di potere mentre il paese sprofonda nella povertà.

Siamo convinti che sia indispensabile rilanciare l’iniziativa e aprire una grande discussione nei luoghi di lavoro e nella società per contrastare i provvedimenti in corso e disegnare un nuovo futuro della la ricerca pubblica, l'unico passaporto per uscire dalla crisi.

Con  questo obiettivo la FLC e la CGIL stanno promuovendo gli Stati generali della conoscenza.

Tag: ffo, miur, senato