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ENI sceglie MIT per innovazione e sviluppo sul solare

La FLC Cgil auspica maggiore collaborazione tra imprese ed enti di ricerca italiani.

17/01/2008
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Sul sito dell’ENI, in data 15 gennaio è stato pubblicato un comunicato stampa con il quale la società petrolifera italiana, annuncia la partnership per un programma avanzato di ricerca nell’energia solare con il Massachusetts Institute of Technology di Cambridge (MA-USA) meglio noto come MIT. Tale accordo prevede 25 milioni di dollari di finanziamento dell’ENI al famoso istituto di ricerca statunitense in 5 anni, e altri 25 milioni dovrebbero supportare altri progetti del MITEI (iniziativa sull’energia del MIT) e il Fondo di Avviamento del MITEI teso a supportare nuove modalità di ricerca nell’ambito di un programma universitario annuale.

Il Direttore Strategie e Sviluppo dell’ENI ha definito l’iniziativa “una grande occasione per coniugare le conoscenze di Eni con l’eccellente capacità del MIT di promuovere la ricerca e la formazione nella scienza e nella tecnologia con lo scopo di sviluppare insieme strumenti innovativi ed efficaci oltre che tecnologie e soluzioni mirate ai bisogni e alle sfide che il mondo pone in termini energetici”.

Siamo consapevoli dell’eccellenza che il MIT ha in campo scientifico e le capacità di portare avanti progetti di ricerca che dallo studio più avanzato arrivano a risultati anche applicativi di grande rilievo.

Non possiamo, però, non sottolineare alcuni elementi su cui più volte ci siamo soffermati come FLC e in generale come CGIL.

In Italia, le imprese private investono in ricerca cifre assolutamente più scarse di tutti gli altri paesi sviluppati. Ciò sicuramente dipende dalla specializzazione delle nostre imprese e dalle loro dimensioni troppo ridotte, ma questi non sono i soli motivi.

Ad oggi, gli incentivi messi in atto dai diversi governi in favore delle imprese non hanno portato a risultati significativi dal punto di vista dell’innovazione di sistema, e gli investimenti italiani totali in ricerca continuano ad essere troppo bassi e per la massima parte pubblici.

La ricerca pubblica produce risultati di eccellenza in molti settori e tra questi uno dei principali è proprio quello dei nuovi materiali, ma manca ancora un coordinamento dei singoli luoghi di ricerca che permetta di fare massa critica e di trasformare risultati scientifici di eccellenza in possibili applicazioni nei settori principali, tra i quali l’energia è sicuramente uno dei più importanti.

Abbiamo più volte chiesto alla politica di incentivare il coordinamento della ricerca anche con fondi più consistenti, così come abbiamo chiesto che le imprese più importanti, in particolare quelle le cui quote azionarie sono almeno in parte pubbliche, si impegnassero a finanziare progetti di ricerca utili per il paese assegnandoli ai diversi enti, a seconda della loro missione. Tale richiesta ad esempio è stata fatta durante la conferenza di produzione dell’ENEA, l’8 novembre scorso.

Questa poteva essere l’occasione e non si è voluto sfruttarla.

Auspichiamo che le grosse imprese italiane vogliano nel futuro, secondo i loro obiettivi strategici,considerare positivamente lo sviluppo di linee di ricerca e di innovazione tecnologica in partnership con gli enti pubblici di ricerca italiani. Ai ministri competenti, e a tutti i presidenti degli enti, chiediamo di sostenere tale indirizzo con tutti gli strumenti di cui dispongono.

Roma, 17 gennaio 2008