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Coronavirus: dopo il comunicato della FLC CGIL il Presidente dell’ENEA conferma i casi di contagio

Ribadiamo le critiche ad una gestione che ha azzerato le relazioni con i sindacati, le RSU, gli RLS. Proposto un protocollo d’intesa sui temi dell’emergenza sanitaria e l’impatto sulle condizioni lavorative nei Centri.

31/03/2020
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La FLC CGIL ha preso atto che, dopo il nostro comunicato sulla situazione via via creatasi nell’ENEA da oltre un mese, vi è stato un comunicato in cui si ammettono i casi di contagio riportati dalla FLC CGIL, vi è l’impegno al non superamento delle presenze nei centri oltre il 3%, a non porre più ostacoli al Lavoro Agile, ora modalità ordinaria lavorativa. Vi è ovviamente una autodifesa rispetto alle osservazioni, molte delle quali puntualizzate anche da altre organizzazioni sindacali, sulla gestione di questo periodo emergenziale, ma abbiamo voluto cogliere il fatto che si parla di “intenti” comuni” e di lavorare insieme”.

Parliamo del fatto che l’ENEA ha, con l’occasione dell’emergenza, disattivato tutte le relazioni con  le organizzazioni sindacali, le RSU, gli stessi RLS, andando in direzione contraria alle raccomandazioni delle massime istituzioni dello Stato e dello stesso Ministro vigilante del MISE, nonché alle prerogative contrattuali su contrattazione, confronto, informazione. Ora vogliamo capire se gli inviti sono reali e per questo proponiamo per formalizzare questi intenti un Protocollo d’intesa tra le parti su tutti gli aspetti dell’emergenza, dagli aspetti sanitari, alla gestione dei centri e del personale, alle modalità che si porranno con l’uscita graduale da “Italia protetta”, al necessario recupero salariale anticipando le erogazioni di produttività collettiva precedentemente prevista per il prossimo settembre.

Per questo il Coordinatore della FLC CGIL ENEA, di comune accordo con la FLC nazionale, ha formalizzato all’ente la proposta.

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Al Direttore PER - ENEA
Avv. Davide Ansanelli

Oggetto: proposta Protocollo d’intesa con le Confederazioni sindacali sui temi dell’emergenza sanitaria e l’impatto sulle condizioni lavorative in ENEA

L’emergenza sanitaria purtroppo è destinata a continuare. Dopo il nostro comunicato del 18 marzo abbiamo preso atto della comunicazione del Presidente dell’ENEA del 19 marzo. In proposito, confermiamo i rilievi e le criticità esposte nel nostro citato comunicato sulla  gestione della crisi in ENEA, tuttavia constatiamo positivamente che in quest’ultima si parla, per la prima volta, dopo il manifestarsi della grave emergenza e dopo approcci diversi dei Direttori che hanno gestito finora la crisi, di “unità di intenti” e di “lavorare insieme”. Detti approcci trovano la nostra piena disponibilità, sin da subito. Infatti, purtroppo, rispetto ai ruoli istituzionali ad ogni livello, dalla Presidenza del Consiglio, alle Regioni, ai luoghi di lavoro, all’ENEA si può registrare una mortificazione del ruolo di rappresentanza delle OO.SS., delle RSU, degli stessi RLS, registrando l’assenza assoluta di ogni informazione e di aggiornamenti continui ed esaustivi, nonché di qualsiasi coinvolgimento nelle iniziative intraprese e da intraprendere, persino di assenza di risposte anche a quesiti formulati. Eppure il ruolo di rappresentanza sociale non deriva solo dalla nostra stessa Costituzione, ma è sancito da contratti nazionali, così come esso viene auspicato quotidianamente in questa emergenza drammatica dalle massime autorità istituzionali del paese.  Augurandoci che stiamo parlando di una reale apertura dell’ENEA ad affrontare con intento comune una situazione che sicuramente si protrarrà ben oltre il previsto picco di contagio,  la scrivente organizzazione propone una convergenza tra le parti, al fine di sottoscrivere un vero e proprio Protocollo d’intesa per la gestione presumibilmente fino a luglio prossimo, di tutti gli aspetti relativi all’emergenza e alle sue ricadute nell’ente, nei diversi centri di ricerca, per le migliaia di lavoratori coinvolti.

Mettiamo questa proposta all’attenzione dell’ente. Ci prefiggiamo anche di articolarla segnalando dei primi temi. Per noi sarebbe opportuno, per la sua valenza, che sia affrontata in modo peculiare ed urgente con le Organizzazioni confederali dell’ente per dare un segnale forte e univoco a tutti i dipendenti. Un modo per formalizzare una unità di intenti. Qualora l’ENEA non sia di questo avviso, l’argomento dovrà essere inserito comunque nel primo incontro utile.

Ci permettiamo di evidenziare, inoltre, che con il comunicato del Presidente, guardando in avanti, pensavamo si lasciassero alla dialettica, anche critica, i rispettivi giudizi sul recente passato. D’altra parte finalmente, grazie al nostro comunicato, si sono finalmente ufficializzati i casi avvenuti, si può contare su una maggiore e tempestiva informazione come nel caso dei nuovi casi riscontrati nella giornata di ieri, vi è l’impegno a mantenere al 3% la presenza nei centri di ricerca. Tuttavia a causa di nostro ritardo, dovuto a problemi tecnici, solo ieri abbiamo appreso che, dopo la nota del Presidente, è avvenuta una inedita e ulteriore comunicazione ai dipendenti di due Direttori di Direzione al fine di confutare, anche in dettaglio, il comunicato della FLC Cgil del 18 marzo scorso. La questione che si pone è non tanto che, nella suddetta comunicazione, si evidenziano argomentazioni a nostro parere opinabili o burocratiche, confermando una linea capziosa tendente a giustificare il minimalismo adottato nelle misure applicate, giacché ciò potrebbe far parte di una dialettica tra le parti. Ma constatiamo il fatto che, mentre si ha la pretesa di rispondere in modo esaustivo alle nostre osservazioni, utilizzando una comunicazione “all” a noi non consentita, sorvolando, peraltro, su metà degli argomenti da noi evidenziati, con evidenti contraddizioni sulla cronologia riportata, si arriva a definire in modo risolutivo come “sleale” ed altro del genere il nostro comunicato.

Di fronte alle preoccupazioni diffuse tra il personale, che l’ENEA ritiene infondate, che ci hanno spinto, dopo un mese di silenzi e di attese inascoltate, ad evidenziare problematiche presenti all’interno di una situazione straordinaria, non possiamo accettare queste definizioni arbitrarie e per questo ci riserviamo una replica per mettere in evidenza elementi che non possono essere disconosciuti, facendo confusione anche laddove slealtà significa prioritariamente venir meno ad accordi o intese sulle quali, però,  nel tema dell’emergenza sanitaria, nessuno può riscontrare alcuna traccia di iniziative da parte dei suddetti Direttori. Ovviamente ci riferiamo in particolare anche alle prerogative come FLC CGIL, non essendo a conoscenza di eventuali interlocuzioni dell’ENEA con altre organizzazioni sindacali. Peraltro, se si estrapolano singoli aggettivi dal Protocollo sottoscritto dal Governo con le parti sociali, è opportuno considerare che in quel testo, in più commi, si “raccomandano intese tra organizzazioni datoriali e sindacali”, nel senso che lo stesso Protocollo è da considerarsi una cornice di massima da applicare in modo incisivo e partecipato nelle singole realtà.

Infine segnaliamo l’iniziativa di CGIL, CISL e UIL “Aiuta chi ci aiuta”,  a sostegno delle strutture a terapia intensiva. La evidenziamo anche perché si pone il problema di come si intende assicurare l’informazione ai lavoratori dell’ENEA in questo periodo di emergenza.

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