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CNR: verso l’innovazione, ma se queste sono le premesse…

Resoconto della riunione del CdA del CNR di mercoledì 28 luglio 2021.

05/08/2021
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Ad una attenta lettura del resoconto del CdA del 28 luglio u.s., destano preoccupazioni le risultanze relative ai punti 5 e 7 riferite, rispettivamente, all’assestamento del Bilancio Preventivo per l’esercizio 2021 conseguente all’approvazione del rendiconto generale esercizio 2020 e all’approvazione del PTA CNR 2021-2023.

In particolare:

Al punto 5 è riferito che: “… è stato deciso di chiedere a un soggetto competente sul mercato una approfondita due diligence per chiarire nei tempi più brevi la situazione economico patrimoniale del CNR, come verrà ripreso anche nel punto all’ O.d.g. sul PTA.”

È sconcertante!

Il CNR, con tanto di dirigenza ben pagata con i soldi dei contribuenti e alla quale verrà sicuramente riconosciuta l’indennità di risultato per aver realizzato gli obbiettivi prefissati, è costretto a chiamare sul mercato un soggetto competente per chiarire la situazione patrimoniale dell’ENTE. Cosa vuol dire? 

La Presidente non si fida dei suoi dirigenti, che peraltro ad oggi ci risulta non aver ancora mai incontrato, chi ha stilato il resoconto ha commesso errori o leggerezze, o invece questo è il primo atto di una revisione strutturale del CNR?

In ogni caso la situazione appare molto seria. La Presidente deve spiegare a tutta la comunità scientifica dell’Ente cosa sta succedendo. Il personale del più grande Ente di Ricerca pubblica ha il diritto di sapere.

LA FLC CGIL chiede chiarezza e trasparenza in merito a queste scelte

In merito al punto 7, Approvazione del PTA, la FLC CGIL, unitariamente con FIR CISL e UIL RUA, aveva ufficialmente chiesto di espungere il punto 7 dell’O.d.g. sul PTA con il quale sarebbe calata una pietra tombale sul completamento della procedura di stabilizzazione, deliberando l’assunzione di SOLE 51 UdP a fronte di quasi 400 lavoratrici e lavoratori che, pur avendo acquisito l’idoneità ai bandi C.2 oppure avendo manifestato l’interesse ad essere stabilizzato, sono ancora precari. La richiesta è stata ignorata, il confronto con le OO.SS. negato, fino alla sentita e partecipata mobilitazione del 28 luglio, organizzata dalle OO.SS. con il movimento dei PU davanti al CNR (e poi al MUR) che ha visto la partecipazione a Roma di numerosissimi colleghi precari e non, provenienti da tutte le Sedi CNR. A fine mattinata, dopo ore di attesa la Presidente in un breve intervento, alla presenza delle sole OO.SS. e di una delegazione dei PU si è impegnata a rimandare a settembre la deliberazione del PTA CNR 2021-2023.

Da quanto si evince dal resoconto, nonostante le parole della Presidente, la discussione sul punto 7 ha aperto fronti che non possono non suscitare perplessità e ancora una volta sconcerto:

In particolare:

Al punto 7.2 si preannuncia “…..un cambio del sistema di contabilità che comporterà  l’immissione di nuove professionalità ed una  revisione organizzativa. L’intero processo coinvolgerà Dipartimenti e Istituti, in un percorso che potrà̀ essere molto articolato e complesso e sarà̀ importante condividere obiettivi, tappe e risorse. Per tutti sarà̀ necessario affrontare anche sacrifici nel breve e medio termine per un CNR migliore per tutti”

Immissione di nuove professionalità, di quale riorganizzazione si parla e soprattutto quali sacrifici ogni dipendente dovrà apprestarsi a fare?

La FLC CGL non derogherà ai suoi compiti e al suo ruolo, chiederà che la discussione sia aperta e trasparente con tutto il personale. Ritiene profondamente sbagliato l’approccio annunciato, ossia l’immissione di nuove professionalità che presuppone il non riconoscimento della elevata professionalità del personale amministrativo che, presente in tutta la Rete, nonostante una barocca burocrazia e i carichi di lavoro eccessivi  dovuti anche ad adempimenti legislativi ritenuti non perfettamente consoni ad un Ente di Ricerca pubblica, ha svolto sempre con elevata competenza, professionalità e dedizione i compiti e le funzioni assegnategli, garantendo il raggiungimento di tutti gli obiettivi prefissati, nella massima collaborazione e condivisione.  Non accetterà che ulteriori “sacrifici”, perché bisogna riconoscere che tutto il personale sta già affrontando sacrifici nello svolgimento delle proprie attività, possano gravare sul lavoro dei R&T, magari con lo scippo dei fondi residui, o sui Tecnici e Amministrativi con l’eventuale riduzione all’accesso al salario accessorio.

Al punto 7.3 vien ripreso l’argomento annunciato al punto 5 per “…chiedere a un soggetto competente sul mercato  …..  per supportare la progettazione della riorganizzazione e prendere decisioni urgenti riguardo al funzionamento, in particolare la situazione dei tempi determinati, le attese progressioni di carriera e l’attuale stallo dei progetti.”

Cosa vuol dire?

Sarebbe interessante saperne di più. Come si lega la progettazione della riorganizzazione, con la situazione dei Tempi Determinati e la scarsa valorizzazione del personale? Esistono specifici istituti contrattuali perfettamente legittimi che basterebbe applicare per non compromettere le attività dei progetti.

Al punto 7.5 si legge “…avviare nei tempi più brevi un dialogo con il MUR e la Presidenza del Consiglio per capire come affrontare le giuste rivendicazione dei precari e le progressioni di carriera utilizzando però sistemi di valutazione per le stabilizzazioni che garantiscano la qualità̀ del personale necessaria allo sviluppo della ricerca “.

A cosa si fa riferimento?  altro mistero doloroso!

Certamente non alla situazione attuale visto che il personale precario in attesa di stabilizzazione è già stato sottoposto almeno a due procedure di valutazione dove è risultato idoneo.

Non è tempo di capire come affrontare le giuste rivendicazioni dei precari che hanno lavorato e sono stati tenuti in sospeso per anni.  È tempo di passare dalle parole ai fatti.

La FLC CGIL lo ha già ribadito con forza sia alla Presidente Carrozza sia alla Ministra Messa:

Le risorse ci sono e devono essere usate per la stabilizzazione di tutte le lavoratrici e lavoratori precari inseriti nelle procedure di stabilizzazione avviate dall’Ente già nel 2018 mediante bandi e manifestazione di interesse.

Le risorse ci sono per la valorizzazione del personale.

Al punto 7.6 si parla di “avviare una riflessione sul ruolo e la missione del CNR rispetto allo scenario profondamente mutato dei prossimi anni, anche in considerazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.” 

Cosa si vuol fare del CNR e della sua missione nel panorama degli EPR?

E come si pensa di tenere conto dello scenario dei prossimi anni ancora tutto da definire in un contesto in rapida e non del tutto prevedibile evoluzione? 

LA FLC CGIL, già il 25 maggio, nel corso del 1° incontro con la Presidente ha indicato nella sburocratizzazione dei processi amministrativi, una delle priorità da affrontare. Una farraginosa burocrazia negli anni ha appesantito l’Ente, ha allontanato la Rete scientifica dall’Amministrazione Centrale che non ha svolto il dovuto “supporto” alla Rete scientifica, lasciata spesso sola a gestire e risolvere le tante problematiche contabili-amministrative. Il risultato non ha aiutato nella gestione di importanti progetti, e nuove idee progettuali sono state spesso indirizzate verso altri EPR e/o Università. Sembra che il CNR si stia avviando verso una revisione organizzativa per la quale saranno necessarie nuove risorse che invece dovrebbero essere richieste prioritariamente per la Ricerca. In assenza di progettualità che vada oltre l’iniziativa dei singoli, la FLC CGIL chiede con forza di non lasciare solo sulle spalle di chi sta nei laboratori e in campo, l’onere di garantire l’elevato livello di qualità scientifica e tecnologica che il CNR, nonostante tutto, vuole continuare a mantenere.

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