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CNR: OCCUPAZIONE IN CORSO

Di fronte alla drammatica situazione dell’Ente, priorità di Presidente e Consiglio d’amministrazione è l’occupazione di posti di potere. Duro il comunicato del Segretario generale della FLC. Il 10 luglio manifestazione nazionale per il CNR.

13/06/2006
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Il CNR ha nominato i responsabili dei progetti scientifici dell’Ente: un atto previsto dai regolamenti in vigore che dovrebbe poter essere salutato con favore. È, infatti, evidentemente interesse di tutti la fine dall’emergenza gestionale in cui versa l’Ente ed il ristabilimento di condizioni di normale operatività scientifica.

Purtroppo non è così, per diverse ragioni.

Già in sede di discussione dei regolamenti abbiamo ripetutamente sottolineato le caratteristiche verticistiche e burocratiche dei processi decisionali ed, in particolare, avevamo rilevato come il processo di definizione dei responsabili di progetto per nomina del Direttore di Dipartimento non fosse una procedura congrua alla natura di ente scientifico del CNR.

Il fatto che si stia oggi procedendo in tutta fretta alle nomine, senza neppure tentare di esplorare forme di coinvolgimento delle comunità scientifiche interessate – atto non obbligatorio per il regolamento, ma pur sempre possibile – ci fa giudicare quest’operazione come una forma spregiudicata d’occupazione del potere che non potrà non avere conseguenze negative per la funzionalità dell’Ente. Il CNR sarà l’unico ente di ricerca dell’intero pianeta in cui i responsabili dell’attività scientifica non sono scelti per le loro competenze e per il prestigio di cui godono tra i ricercatori, ma per semplice atto amministrativo. Crediamo sia evidente a chiunque come in queste condizioni non si possa pensare di realizzare ricerca di qualità.

Abbiamo ripetutamente chiesto al Presidente ed al Consiglio d’amministrazione di mostrare sensibilità verso queste questioni, pur nell’ambito dei vincoli che una pessima riforma ha imposto ai regolamenti dell’Ente. Rileviamo che evidentemente questa sensibilità non esiste e che anzi ci si affretta ad applicare la riforma nel modo peggiore possibile, al solo fine di garantirne il definitivo consolidamento. Come spiegare altrimenti, a fronte del pluriennale ritardo ormai accumulato, l’accelerazione impressa a tutti i processi di definizione degli organigrammi dell’Ente?

A fronte di questa situazione crediamo sia diretta responsabilità del Governo intervenire con urgenza per bloccare un evidente tentativo di consolidare situazioni di potere nell’Ente prima che possano essere previste le necessarie correzioni alla pessima riforma in essere: non farlo significherebbe implicitamente accettarne contenuti e filosofia e, nei fatti, rendere estremamente più ardua ogni ipotesi di intervento successivo.

Roma, 13 giugno 2006

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