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Al CNR serve aria nuova

Un arduo compito spetta al nuovo vertice: superare sedimentate azioni volte a stabilire relazioni privilegiate e per nulla trasparenti.

23/02/2016
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Venerdì 19 febbraio 2016 è terminato anche il mandato del Direttore Generale.

Il suo messaggio di commiato inviato a tutto il personale è significativo della visione con cui ha diretto l’Ente in questi quattro anni: un sentito ringraziamento alla Dirigenza e un saluto agli “altri”, cioè ai Ricercatori, ai Tecnologi, ai Tecnici e agli Amministrativi.

Gli “altri” che sono il motore e l’esistenza stessa dell’Ente

I suoi ultimi atti rientrano pienamente in tale logica: la premialità garantita per la Dirigenza con l’accordo non firmato dalla FLC CGIL, la rapidità e l’assoluta mancanza di trasparenza con cui sono state avviate e concluse le procedure e la nomina dei dirigenti, con criteri che attengono ben poco alla sfera del riconoscimento delle competenze e del tanto sbandierato merito.

Invece gli “altri”, il Personale, continuano a vedersi negate le già scarse opportunità di riconoscimento professionale, anche e soprattutto per lo spaventoso ritardo con cui l’Amministrazione ha dato applicazione alle norme contrattuali e per l’incapacità di difendere la prerogativa dell’autonomia del CNR. La celerità nella risposta a loro legittime richieste non è considerata fattore importante, con documentazioni che, dopo aver girato nei labirinti dell’Amministrazione Centrale, giacciono inevase per mesi sulla scrivania dei Dirigenti premiati.

Dopo quattro anni, il Personale tutto è ancora in attesa dei Regolamenti definitivi, con un continuo e caotico flusso di circolari applicative che troppo spesso non hanno tenuto conto della complessità e delle difficoltà della Rete scientifica, a cominciare dalla riorganizzazione dell’Amministrazione Centrale, basata più sui rapporti personali che sulla funzionalità. A farne le spese è l’anello più debole della catena, come si è verificato ultimamente quando hanno vergognosamente ritardato i pagamenti, ivi inclusi i compensi della gran parte degli assegnisti. Come pure la difficoltà vissuta per la compilazione dei Piani di Gestione, determinata principalmente da una mancata organizzazione avente come obiettivo l’informazione sui cambiamenti della procedura.

Fuori luogo, infine, appaiono i ringraziamenti ai responsabili delle organizzazioni sindacali visto che, specie negli ultimi mesi di gestione, il confronto, quando è stato concesso, si è rivelato più formale che sostanziale.

Conclusa questa opaca stagione, ci auguriamo che il prossimo Direttore generale abbia un concetto e un’esperienza maggiore del mondo della ricerca. Nel frattempo, auguriamo buon lavoro al Dr. Di Bitetto per il periodo in cui coprirà l’incarico.

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