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Università Ca' Foscari e IUAV di Venezia, negativo il giudizio dei lavoratori sul DL 112/08

I lavoratori esprimono un giudizio negativo per le pesantissime ricadute che produrrà nel sistema della formazione e ricerca italiana. Approvato un ordine del giorno.

10/07/2008
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Le iniziative di mobilitazione negli atenei

Odg approvato dall'Assemblea del personale di Ca' Foscari e IUAV di Venezia

Il personale degli Atenei Ca' Foscari e IUAV di Venezia, riunito in assemblea il 9 luglio 2008, esprime un giudizio negativo sul D.L. 112/08 per le pesantissime ricadute che produrrà nel sistema della formazione e ricerca italiana. Tale sistema in questo momento, nonostante il grave sottofinanziamento - 2% del PIL rispetto alla meda europea - garantisce ogni anno una buona formazione universitaria a circa 1.800.000 studenti (compresi i cervelli che fuggono all'estero) e produce una ricerca di buon livello internazionale.

Innanzitutto ritiene grave che si sia utilizzato uno strumento come il decreto legge, per di più in periodo estivo che non consente un confronto ed un dibattito approfondito nelle Università, nel Parlamento e nel Paese.

In particolare, per quanto riguarda il merito del provvedimento preoccupano i seguenti argomenti:

  • La limitazione del turnover al 20% delle unità del personale.

    Questo taglio indiscriminato punisce tutti gli Atenei, indipendentemente dal numero di personale dipendente, inoltre toglie le speranze di un'intera generazione di precari, vanificando gran parte del lavoro svolto da essi e degli sforzi prodotti dal sistema per la loro formazione.

    In questo modo si impedisce inoltre uno sviluppo equilibrato del sistema che promuova i giovani migliori, con l'effetto immediato di un 'incremento delle ore dedicate dai docenti alla didattica, e contemporaneamente una notevole riduzione dei servizi e dell'offerta formativa.

  • Il passaggio degli scatti stipendiali di anzianità dei docenti da biennali a triennali non solo riduce gli stipendi (già di gran lunga i più bassi tra i paesi progrediti), ma penalizzerà in particolar modo i più giovani per i quali gli scatti biennali sono più “pesanti” e accentuerà ulteriormente il fenomeno della "fuga dei cervelli".

  • L'attacco alla contrattualizzazione del personale tecnico amministrativo limiterà alcuni diritti fondamentali dei lavoratori, ad esempio nel caso di malattia, e la diminuzione delle risorse ridurrà fortemente il potere di acquisto del personale contrattualizzato già fortemente limitato dai bassi stipendi.

  • Il taglio nel prossimo triennio di 500 milioni di euro dal fondo di finanziamento ordinario, già largamente insufficiente, renderà impossibile il normale funzionamento della ricerca e della didattica universitaria.

  • La possibilità di trasformazione delle Università in Fondazioni di diritto privato produrrà il trasferimento a titolo gratuito dell'intero patrimonio degli Atenei pubblici in mani private, senza peraltro dare garanzie di miglioramenti strutturali del sistema. Di fatto si introduce per decreto la privatizzazione dell'università con gravissime ricadute, non solo sul trattamento economico e giuridico del personale, ma, fatto più grave, sugli indirizzi in materia di didattica e ricerca e sui livelli di servizi e della vita delle famiglie con una limitazione del diritto allo studio (con un necessario e possibile aumento delle tasse universitarie).

Il personale ritiene urgente ed indispensabile avviare un dibattito all'interno dell'Università per contrastare la conversione in legge del DL 112/08, coinvolgendo tutto il personale, gli organi accademici e tutte le organizzazioni e istanze rappresentative dell'Università, per ottenere un'unità di intenti che possa consentire di arrivare a decidere le necessarie iniziative di lotta, compreso il rifiuto di svolgere carichi didattici superiori alle richieste di legge, il blocco degli esami, delle sessioni di laurea e delle lezioni. Ritiene indispensabile altresì coinvolgere nel dibattito anche altri soggetti a partire dagli studenti e dalle loro famiglie, i soggetti maggiormente interessati ad un'università di qualità e che potrebbero pagare duramente gli effetti di una destrutturazione del sistema di formazione e ricerca, ma anche le altre categorie di lavoratori pubblici e privati.

9 luglio 2008