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La “Buona scuola tour” in Valle d’Aosta

Sindacati fortemente critici sulle modalità di consultazione adottate dal MIUR, che mancano di un “reale spazio per la discussione e il confronto”.

22/10/2014
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In occasione del “Buona scuola Tour” del 17 ottobre 2014 organizzato dal MIUR con l’ausilio della Sovraintendenza agli Studi della Regione Valle d’Aosta, le segreterie regionali FLC CGIL, Savt Ecole, Cisl Scuola e Snals Confsal hanno tenuto a precisare che la loro partecipazione “è dovuta ad una doverosa cortesia istituzionale ed ha avuto il solo scopo di non esporsi a facili strumentalizzazioni o critiche per l'eventuale assenza”. Nel comunicato stampa i sindacati denunciano anche che “la consultazione delle parti sociali non può avvenire in contesti in cui non vi è reale spazio per la discussione e il confronto” e che “i professionisti della scuola e della formazione necessitano di ben più di 3 minuti per esprimere le loro valutazioni e i loro dubbi su un progetto di riforma che ha l’ambizione di essere una vera e propria rivoluzione”.

Qui di seguito il testo (della durata di 3 minuti, come previsto dal cerimoniale) che i sindacati hanno presentato al Direttore del Dipartimento del MIUR L. Chiappetta, all’Assessore E. Rini e alla Sovraintendente G. Sampietro.

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Le OO.SS. della Scuola della Valle d’Aosta FLC CGIL, CISL-Scuola, SAVT-Ecole e SNALS-Confsal, accolgono con interesse l’iniziativa del MIUR, relativa al rapporto “La Buona Scuola”, organizzata in data odierna ad Aosta e intendono in tale occasione presentare la posizione di oltre 1400 docenti, recentemente incontrati in occasione di una serie di assemblee sindacali dedicate proprio all’analisi del documento del Governo, i quali hanno firmato un appello per l’apertura immediata del confronto sul contratto di lavoro.

I docenti ritengono il progetto – così come formulato – impreciso nella formulazione, velleitario nei contenuti e lesivo dei diritti dei lavoratori e degli studenti.

Per quanto riguarda la formulazione, si rileva che nel progetto ricorre 17 volte la parola “preside”, una figura che non esiste più nell’ordinamento scolastico italiano dal 1° settembre 2000. Ci si chiede, quindi, quanto gli estensori del documento conoscano della realtà della Scuola del 2014.

Per quanto riguarda i contenuti, si rileva la completa assenza di riferimenti:

  • ai costi della riforma, ai relativi finanziamenti – il miliardo annunciato non è certo sufficiente –e alle modalità di applicazione di un sistema dell’istruzione nel quale saranno richiesti ad ogni insegnante maggiore flessibilità, disponibilità a trasferirsi su tutto il territorio italiano e numerosi impegni aggiuntivi, senza che vengano riconosciute ed esplicitate tutte le attività che già oggi gli insegnanti svolgono e che per comodità sono rubricate come “funzione docente”, pur rappresentando un impegno settimanale non indifferente, come la preparazione e correzione dei compiti in classe;
  • alle modalità di valutazione e ai descrittori sui quali saranno fondati il giudizio sul singolo insegnante e su ogni istituzione scolastica;
  • alle modalità con le quali si intende coniugare il “rispetto della continuità didattica” con la discrezionalità di scelta degli insegnanti da parte del dirigente scolastico;
  • alle modalità di aggiornamento dei docenti, che rischia di diventare un obbligo a titolo oneroso per il singolo lavoratore, cosicché chi vorrà percepire un aumento retributivo dovrà finanziare anticipatamente tale aumento pagando i formatori accreditati presso il Ministero.

Per quanto riguarda i diritti, il progetto abolisce, di fatto, l’intero sistema giuridico sul quale si è basata la Scuola italiana negli ultimi quarant’anni, cancellando interi ambiti di contrattazione e di confronto di categoria, quali la mobilità (oggi disciplinata da un contratto annuale), la retribuzione (anch’essa disciplinata per contratto), la gestione delle risorse per l’Offerta Formativa dell’Istituzione (oggi affidata alla contrattazione di istituto). Basti pensare che si propone ai precari un vero e proprio ricatto: la dovuta immissione in ruolo è concessa solo dietro rinuncia delle garanzie di cui godono oggi i loro colleghi a tempo indeterminato relativamente alla stabilità del posto e delle condizioni lavorative. Inoltre, nulla è specificato rispetto al ruolo degli studenti e dei genitori negli organi collegiali (Consiglio di Istituto, Consigli di classe e di sezione, Consiglio scolastico distrettuale) né sulle modalità con le quali studenti e genitori decideranno dell’impiego delle retribuzioni dei docenti, dato che si prevede un “bilancio partecipato” nel quale anch’essi decideranno dei finanziamenti per il Miglioramento dell’Offerta Formativa, oggi parte integrante di tale retribuzione.

Il progetto di riforma appare, poi, vecchio nell’impostazione, tanto da cumulare senza logica tutte le proposte susseguitesi dal Ministero Berlinguer a oggi, a partire dal collegamento tra l’obbligo di formazione e gli aumenti salariali, proseguendo con la privatizzazione del finanziamento alle Istituzioni scolastiche e la trasformazione della figura del dirigente scolastico da “garante della legalità” dell’Istituzione a manager con diritto di assunzione diretta dei docenti e benefit economici derivati dai risultati ottenuti (proposte da Valentina Aprea). Per mancanza di tempo, si tralascia di analizzare le potenziali conseguenze del progetto sul sistema scolastico legato al particolarismo valdostano.

Per questo motivo i docenti delle scuole della Valle d’Aosta e le OO.SS. che li rappresentano esprimono un parere negativo tanto sul progetto quanto sulle modalità della consultazione in atto sul web, che non garantisce la corretta rilevazione delle risposte – in quanto la medesima persona può esprimere più volte il proprio parere – né riconosce ai professionisti della scuola, quali gli insegnanti sono, una reale possibilità di confronto e di proposta. Evidenziano, inoltre, che il presente incontro per l’esiguità del tempo a disposizione e l’obbligo di comunicare anticipatamente le domande non risulta CERTO espressione del libero confronto tra utenti, lavoratori e tra genitori, studenti, lavoratori e Amministrazione.

Per questo motivo, i Sindacati della Scuola in Valle d’Aosta invieranno al Ministero una più articolata memoria sul progetto tramite le proprie Segreterie nazionali, con l’auspicio che il Ministro avvii al più presto il dovuto confronto con le Organizzazioni che OGGI SONO ANCORA deputate per legge a rappresentare i lavoratori.