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CNR: quali assetti e prospettive per l'Area della Ricerca di Palermo?

La FLC CGIL ha chiesto e ottenuto che l'Ufficio Patrimonio Edilizio del CNR chiarisca il futuro dell'Area della Ricerca di Palermo.

07/07/2012
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La FLC CGIL provinciale ha chiesto al Direttore Generale del CNR, con una nota in data 18 maggio 2012, un incontro con il personale afferente agli Istituti del CNR siti presso l'Area della Ricerca di Palermo.

L'incontro si è ritenuto indispensabile onde fugare ricorrenti voci su diversi assetti relativi all'Area della Ricerca e in particolare al futuro del personale dell'Istituto di Biomedicina e Immunologia Molecolare (IBIM).

Il CNR ha dato riscontro positivo alla richiesta con una lettera datata 19 giugno e il 5 luglio si è tenuto l'incontro presso l'Area della Ricerca di Palermo cui ha partecipato la delegazione dell'Ufficio Sviluppo e Gestione Patrimonio Edilizio del CNR.

L'assemblea ha visto l'aula conferenze gremita. La partecipazione è stata straordinaria. Dopo l'apertura del Segretario Provinciale Fazio, che ha fatto una breve cronistoria sulle vicende che hanno riguardato l'Area del CNR di Palermo dal 1996 ad oggi, si è passati alla relazione dell'Ing. Nicola Fantini.

L'Ing. Fantini ha sottolineato che i tecnici dell'Ufficio Sviluppo e Gestione Patrimonio Edilizio della Sede Centrale CNR sono da tempo in giro per le varie sedi CNR italiane per catalogare le strutture e le esigenze in modo da razionalizzare la spesa, come previsto oggi dalla spending review sottolineata dalla relazione della Segreteria.

Per ciò che riguarda la possibile nuova collocazione dell'Area della Ricerca di Palermo è stato sottolineato che anzitutto il CNR è alla ricerca di beni demaniali liberi nel Comune di Palermo potenzialmente sfruttabili come siti utili.
È chiaro che oggi pensare di costruire una nuova sede è molto difficile per via dei costi. Acquisire un bene demaniale e adattarlo è molto più facile. Già una richiesta è stata trasmessa al competente Ministero per una parte dell'Ospedale Militare di Palermo. È stata sottolineata inoltre l'importanza di trovare un sito per quanto possibile vicino alla sede dell'Università.
I tecnici hanno inoltre riferito che non è più valutabile la possibilità della costruzione nel terreno presso l'Università in quanto lo stesso è stato adibito dal Comune a Parco.

Tutti i dipendenti sono invitati ad attivarsi e a segnalare ogni sede ritenessero fruibile per la futura Area.
Per quanto concerne l'attuale sede sita in Via Ugo la Malfa, 153, l'ufficio competente ha richiesto immediatamente una ricontrattazione del costo degli affitti attuale .

Successivamente si è data la parola ai presenti. Gli interventi sono stati diversi.

Uno dei punti toccati è stato quello riguardante il futuro assetto dell'IBIM, diviso tra nuova Area e Progetto RIMED. Su questo punto regna una gran confusione tra il personale, dovuta anche alle non lineari trattative condotte dai dirigenti.

L'Ing. Fantini ha riferito che in ogni caso il personale verrà coinvolto nelle decisioni inerenti il futuro assetto dell'Istituto. A breve si capirà meglio la situazione, in ogni caso il personale ha espressamente richiesto che nella futura collocazione dell'Area l'IBIM venga compreso a prescindere dall'esito del progetto RIMED.
Inoltre bisogna prevedere un assetto basato non solo sul personale attuale, ma su una sperabile espansione futura. In ogni caso bisognerà sincronizzare gli eventi tra la nuova Area e l'eventuale spostamento al RIMED.

I responsabili del CNR hanno sottolineato che bisognerà provvedere ad una razionalizzazione degli spazi attuali presso l'Area della Ricerca, visto che la legge prevede per ogni dipendente 10 mq di spazio, ed ha chiesto ai sindacati e alle RSU di affiancare nelle prossime settimane il personale dell'Ufficio Sviluppo e Gestione Patrimonio Edilizio nello studio degli spazi assegnati e assegnabili presso l'AREA. In ogni caso spazi assegnati temporaneamente ad Istituti per personale non stabile, vanno riallocati.
Le richieste di spazi o quant'altro riferibile alla gestione edilizia dell'AREA vanno inoltrate direttamente al Direttore Generale e per conoscenza alla Presidenza di Area e non viceversa, come successo fino ad oggi. La responsabilità è dell'Ufficio centrale di Roma.

Alla fine il Presidente di Area Dott. San Biagio ha sottolineato come il CNR sia stato latitante alle richieste negli ultimi 7 anni.

Fazio ha chiuso ringraziando per la partecipazione i responsabili dell'Ufficio Patrimonio, l'assemblea e la Presidenza di Area, nella certezza che questo incontro è stato la base per una collaborazione più stretta e proficua nel prossimo futuro.
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Intervento di Giacomo Fazio, Segretario Provinciale FLC CGIL

La storia dell'Area della Ricerca del CNR di Palermo è una storia che riflette drammaticamente quanto di negativo in questa meravigliosa terra gli abitanti riescono a compiere e a subire.

Tutti più o meno conosciamo il vergognoso iter che ci ha portato qui.

Dal palazzo di via dei Cantieri a questa sede in Via La Malfa.

Sede abusiva, come veniva definita già nel 1999,senza destinazione d'uso. Mai ottenuta perché l'edificio ricade su una zona di sviluppo industriale. Trattandosi di una struttura utilizzata ai fini di ricerca, la Commissione Edilizia del Comune ha sempre negato il cambio di destinazione d'uso per la non conformità del palazzo con il piano regolatore.

Oggi qual è la situazione? Abbiamo questa destinazione d'uso?

Ricordiamo che il CNR pagava circa 4 miliardi di lire l'anno alla società Irsala, di proprietà del costruttore Rappa, sottoposto ad indagine da parte della magistratura.

Il Ministero aveva stanziato 33 miliardi di lire proprio per l'acquisto di un nuovo palazzo, somme poi destinate a Cagliari.

La storia del palazzo del CNR è sempre stata sotto i riflettori della Commissione Antimafia.

L'operare in condizioni di "illegittimità" ha sempre comportato un grande disagio per i nostri ricercatori, costretti a operare, a causa della mancanza della destinazione d'uso, che ha impedito di ottenere l'agibilità e quindi i permessi necessari per utilizzare stabulari, detenzione di sorgenti radioattive, uso di alcuni tipi di gas, mensa, ecc.. e peraltro comportando gravi problemi con quanto previsto dalle norme di sicurezza dei luoghi di lavoro.

Da anni si parla di costruire una nuova sede per l'Area. Vicino l'Università possibilmente. Con tutti gli Istituti CNR insieme.

Gli spazi ci sono. Con gli affitti ‘d'oro pagati dal 1996 ad oggi il CNR avrebbe potuto costruire una sede con tutti i crismi e consona all'attività di ricerca istituzionale.

A questo si aggiunga il balzello di voci su RIMED e CNR di cui parleremo ampiamente oggi.

Il personale chiede chiarezza immediata anche tenendo conto che la odierna spending review impone la "razionalizzazione della localizzazione degli uffici nonché la realizzazione di economie di spesa per il CNR".

La situazione è questa. La certezza è che la CGIL si opporrà sempre ad un acquisto dietro cui si celi la benché minima ombra di illegalità.

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