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Tra emigrazione forzata e vite sospese in Sardegna

La FLC CGIL chiede al Presidente della Regione Pigliaru di intervenire.

21/08/2015
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A cura della FLC CGIL Cagliari

Le pessime riforme approvate da Renzi (“La Buona Scuola”, legge di stabilità 2015 e chiusura delle province) fanno strame dei diritti dei lavoratori, degli alunni e della scuola sarda. In Sardegna assistiamo all'emigrazione di migliaia di docenti precari che, in cambio della stabilizzazione, sono costretti a scelte spesso impossibili, a lasciare la famiglia, la casa, la propria terra. La scelta obbligata è fra precarietà e disoccupazione o il ruolo oltre mare.

Anche a centinaia (non meno di 600) di assistenti amministrativi e tecnici e collaboratori scolastici, precari, che da anni lavorano e garantiscono il funzionamento nelle scuole con contratti a tempo determinato, viene sospeso qualsiasi diritto. Sono fatti gravissimi, siamo di fronte alla rovina di tante famiglie, allo stravolgimento culturale ed economico di una terra come quella sarda che, non bastasse la gravissima crisi che la travolge, continua a sprofondare sempre più. Non è pensabile che il governo regionale sardo non si assuma la responsabilità di contrastare con forza questo esodo, le mancate assunzioni, ovvero la cancellazione di posti di lavoro nella nostra isola con la conseguente distruzione della scuola pubblica statale sarda!

Noi faremo il nostro mestiere, intensificheremo ulteriormente la nostra azione per tutelare tutte le tipologie di lavoratori colpiti da questi provvedimenti: gli aventi diritto al ruolo secondo quanto stabilito dalla Corte di Giustizia europea (36 mesi di servizio), gli aventi diritto alle supplenze annuali, la salvaguardia delle competenze acquisite e della specificità del lavoro scolastico. Ci aspettiamo che il Presidente Pigliaru svolga altrettanto intensamente il suo, rendendone conto ai sardi, dai quali ha ricevuto il mandato, senza condizionamento alcuno tantomeno se proviene dal governo Renzi.