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La strage pugliese. FLC CGIL Puglia: “a chi fa comodo la clandestinità?”

Mercoledì 8 agosto a Foggia una manifestazione contro l’odioso fenomeno della tratta e dello sfruttamento dei più deboli.

07/08/2018
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A cura della FLC CGIL Puglia

Infinita amarezza e insopprimibile dolore riempiono i nostri cuori al pensiero delle 16 vittime che in meno di 48 ore hanno insanguinato le strade di Puglia in provincia di Foggia. Certo avremmo preferito pensare a una strana coincidenza, a un’assurda eventualità governata dalle ineffabili leggi del caso e della fatalità ma sappiamo che così non è stato perché abbiamo la consapevolezza che dietro queste vite spezzate ci sono, purtroppo, le ferree leggi che regolano l’economia di mercato nell’epoca del capitalismo globalizzato.

Abbiamo la consapevolezza che queste lavoratrici e lavoratori, giunti clandestinamente in Italia, hanno spesso già subìto l’oltraggio di abusi e violenze inaudite cui fa seguito la tratta a scopo di lavoro forzato, sfruttamento sessuale, espianto di organi, accattonaggio forzato.  

Abbiamo anche la consapevolezza che la nostra è un’epoca in cui il profitto si muove, ormai su scala planetaria, alla costante ricerca di situazioni che garantiscano il massimo della compressione dei livelli salariali quale primaria fonte di sfruttamento del lavoro, perché da sempre il profitto non si ottiene sopravvalutando la merce, ma sottopagando la forza lavoro: il caporalato è certamente una delle più redditizie soprattutto perché si inserisce in un contesto di clandestinità diffusa, come nel caso del Tavoliere delle Puglie, in cui gli immigrati di oggi perpetuano la tradizione di sfruttamento dei cafoni meridionali al cui fianco lottò Peppino Di Vittorio. Infatti tra le numerose forme di sfruttamento incontrollato del lavoro, il caporalato in Puglia – e in tutto il sud Italia – è anche una delle più antiche: la nostra storia ci insegna che il sistema del caporalato non è nato con l’arrivo dei braccianti stranieri ma è un fenomeno endemico dell’organizzazione del lavoro dalle nostre parti: il caporale da sempre garantisce una manodopera giornaliera secondo le esigenze del proprietario assicurando anche il trasporto dalle loro abitazioni ai campi di lavoro.

Sullo sfondo di questa illegalità generalizzata - e mai efficacemente contrastata – saltano ovviamente tutte le misure di sicurezza sul lavoro pur di mantenere qualche margine di profitto in una competizione e concorrenza al ribasso che ormai governa incontrastata quale unica regola economica ammissibile, al di là del bene e del male, verrebbe da dire.

NON È PIÙ TEMPO DI PAROLE: A CHI FA COMODO LA CLANDESTINITÀ?

Non è più tempo di parole, ma si deve intervenire e per giunta con urgenza, se non altro per dare subito un segnale adeguato: il caporalato è spesso uno dei tanti volti che il racket mafioso sa assumere per produrre quel profitto che poi intacca l’economia sana non solo nel nostro paese ma, ormai, anche nel resto d’Italia oltre che in Europa.

Nell’immediato bisogna predisporre e far decollare un servizio di trasporto pubblico, un sistema di trasporto sicuro e legale dei lavoratori che faccia concorrenza al trasporto illegale dei caporali, perché “il trasporto è il trucco per i caporali per sfuggire alla severa legge contro il caporalato”. In tutto questo va considerato come la parte più debole del bracciantato agricolo legato alla campagna per la raccolta del pomodoro è rappresentata proprio dai lavoratori immigrati senza permesso di soggiorno i quali, per timore di essere identificati come clandestini, sono obbligati a servirsi dei canali illegali pur di lavorare. È giunta per tutti l’ora di chiedersi: a chi fa comodo la clandestinità?

Per questo motivo la FLC CGIL mercoledì 8 agosto sarà con Flai Cgil, Fai Cisl e Uila alla manifestazione organizzata a Foggia con concentramento dalle ore 18.00 presso il piazzale della Stazione. Saremo a Foggia per dimostrare, ancora una volta, che conoscenza, formazione ed educazione rappresentano la via maestra per sradicare l’odioso fenomeno della tratta e dello sfruttamento dei più deboli sulla Terra.