La buona scuola di Renzi taglia organico docente ed ATA in Piemonte
La denuncia è dei segretari generali regionali dei sindacati scuola piemontesi.


Comunicato stampa
FLC CGIL - CISL Scuola - UIL Scuola
Dagli incontri dei tavoli nazionali trapelano i numeri dell’organico di fatto per il prossimo anno scolastico nelle scuole piemontesi: a fronte di 3000 alunni in più si prevedono tagli per circa 370 posti docenti e 165 per l’organico ATA secondo le tabelle ufficiose.
Questi tagli, aggiunti alle norme restrittive sulle supplenze definite dalla legge di stabilità, porteranno ad una “miscela esplosiva” che metterà in grande difficoltà le già sofferenti istituzioni scolastiche, condizionandone il regolare avvio e funzionamento.
La domanda che rivolgiamo all’Amministrazione scolastica è: “Come si apriranno le scuole piemontesi a settembre?”
La denuncia arriva da Aschiero, Penna e Meli, Segretari regionali di FLC CGIL, CISL Scuola e UIL Scuola Piemonte.
I sindacalisti dichiarano di aver già da tempo chiesto un incontro con la Direzione Regionale del MIUR e con la Regione, incontro che in queste ore è stato calendarizzato per il 6 luglio pomeriggio, proprio mentre inizia il rush finale alla camera del DDL “Buona Scuola”.
Se questi sono i presupposti dell’organico potenziato che il premier annuncia con tanta enfasi, abbiamo la dimostrazione nei fatti che la Buona Scuola di Renzi porterà la scuola piemontese in una insidiosa palude.
La posizione unitaria del sindacato è ferma e non cambia: il giudizio negativo sul metodo si accompagna alle rivendicazioni sul merito. Rivendicazioni che hanno caratterizzato la grande mobilitazione degli ultimi mesi: 618.000 tra docenti e Personale ATA hanno scioperato lo scorso 5 maggio, esprimendo in modo forte e chiaro il loro dissenso e contrarietà.
Non ci fermeremo - continuano Aschiero, Penna e Meli - questo sarà il peggiore avvio di anno scolastico dell’ultimo periodo e la fase che stiamo vivendo ci conferma che la scuola reale non è quella rappresentata dal Governo, che con i provvedimenti contenuti nella legge di stabilità e il DDL in discussione al Parlamento, peggiora le già difficili situazioni nelle quali le istituzioni e i lavoratori si trovano ormai da molti anni.
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