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“La Buona Scuola”: se ne è discusso a Campobasso

Il resoconto dell’incontro del 3 dicembre promosso dall’associazione professionale Proteo Fare Sapere e dalla FLC CGIL Molise.

04/12/2015
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A cura della FLC CGIL Molise

La centralità del sistema pubblico d’istruzione è determinante per far ripartire l’economia che è sempre più basata sulla conoscenza. La scuola ha bisogno di essere riformata per garantire agli studenti opportunità formative capaci di dare strumenti in grado di orientarli nella complessità della realtà contemporanea. Per queste ragioni le scorciatoie populiste e la svolta autoritaria, previste nella legge 107/15, non vanno nella direzione giusta ma rappresentano una regressione che non farà del bene alla società contemporanea.

Se ne è discusso a Campobasso il 3 dicembre 2015 in un affollato incontro promosso dall’associazione professionale Proteo Fare Sapere e dalla FLC CGIL Molise.

Ha introdotto i lavori Maria Citro, vicepresidente regionale di Proteo, la quale ha rilevato quanto sia importante la formazione del personale scolastico per affrontare le sfide della modernità e quanto sia indispensabile trovare momenti di confronto che pongano al centro la professionalità e la ricerca - azione per migliorare l’offerta formativa delle istituzioni scolastiche.

È poi intervenuto Pino La Fratta, segretario regionale della FLC CGIL, che ha posto l’attenzione sulle diverse criticità previste nella legge 107/15, sulle palesi incongruenze, sulle approssimazioni e sul modello di scuola che in essa viene delineato. Il tutto il un contesto normativo confuso e contraddittorio che determina evidenti ingiustizie riscontrabili, ad esempio, sia nel piano di assunzioni sia nella prossima mobilità dei docenti. Per questo, la mobilitazione contro la legge 107/15 proseguirà nelle aule dei tribunali, nelle piazze ed anche con il ricorso allo strumento referendario.

La relazione sui contenuti della legge 107/15 è stata tenuta da Sergio Sorella, Direttore nazionale di Proteo Fare Sapere. Nella disamina dell’unico articolo, con 212 commi, si è soffermato sul nuovo modello di scuola che si intende realizzare. Un modello fortemente centralistico, autoritario e per molti versi antidemocratico. In tale direzione vanno le scelte di ridurre l’autonomia scolastica ad una semplice enunciazione senza l’anima della collegialità e della condivisione; il non considerare la scuola una comunità educante che realizza i migliori risultati quando valorizza il lavoro di gruppo; l’assegnare al dirigente scolastico poteri di indirizzo e di controllo, di erogatore di risorse economiche, nonché di unico decisore sul reclutamento dei docenti dagli ambiti territoriali, delineando, in questo modo, un modello fortemente verticistico e confuso, che contraddice tutta la ricerca pedagogica e didattica degli ultimi anni. L’analisi dei singoli commi, in un contesto normativo sostanzialmente immutato, ha posto in evidenza i diversi ambiti nei quali entra la nuova legge e gli spazi che apre ad una visione fortemente individualista e non solidarista della società, anche a partire dalle tante deleghe in bianco che il Parlamento ha dato al Governo per legiferare in materia scolastica. Per questo, ha concluso Sergio Sorella, occorre conoscere bene cosa prevede la legge, quali sono i rimandi ai decreti attuativi e come, attraverso la lettura attenta e minuziosa di una norma che parla un po’ di tutto, si debbano aprire degli spazi di discussione e di approfondimento, ma anche di mobilitazione, per contrastarne le pericolose derive autoritarie.