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Verso il 6 maggio: lavoratori, associazioni e studenti in assemblea

Nelle due iniziative che si sono svolte il 25 marzo a Pesaro e Urbino è stato votato un ordine del giorno.

28/03/2011
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In occasione della giornata di mobilitazione del 25 marzo, la FLC e la FP di Pesaro e Urbino hanno organizzato due assemblee unitarie di tutti i lavoratori del Pubblico impiego a cui hanno partecipato le associazioni dei genitori, la rete degli studenti medi e il movimento degli studenti universitari.

In entrambe le assemblee è stato votato un ordine del giorno che rafforza i temi e i contenuti che hanno portato alla proclamazione dello sciopero generale del 6 maggio. In particolare, sono state evidenziate le parti che ricomprendono tutti i lavoratori pubblici, non lontane e pressochè identiche a quelle declinate nel settore privato: diritti e salario.
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Il testo dell'ordine del giorno

L'ennesimo accordo separato sottoscritto il 4 febbraio da CISL e UIL, in soccorso del Ministro per la Pubblica Amministrazione e dell'Innovazione, e della sua "controriforma" del pubblico impiego, esprime nei suoi contenuti un'unica certezza: la totale condivisione da parte delle OO.SS. firmatarie, del blocco della contrattazione e della presa di posizione ideologica, per la quale il 25%del lavoratori del pubblico impiego appartiene alla categoria dei "fannulloni".

Non possiamo non rilevare come il governo persegua l'attegiamento di disattendere le norme sulla rappresentanza e la rappresentatività nel pubblico impiego, dallo stesso approvate e confermate in più occasioni. Il Ministro Brunetta aveva rinviato nella scuola, il rinnovo delle RSU a novembre 2010; ancora oggi i lavoratori sono in attesa di sapere con certezza quando e se potranno esercitare il loro diritto ad avere democraticamente eletti i propri raopresentanti.

Questo Governo, malgrado l'aggravarsi dellal crisi economica, non mette in atto nessuna politica di sostegno all'economia e in particolare nel settore del Pubblico Impiego persegue politiche di "false" liberalizzazioni, senza neppure pensare a piani di investimento in politiche di stabilizzazione del personale precario.

Questa politica di tagli lineari concentrati soprattutto sul sistema di Welfare, allontana il diritto insindacabile delle persone più deboli a fruire di un sistema di servizi pubblici di qualità, al solo scopo di contrapporre un sistema privato ritenuto ingiustamente più efficente, per introdurre nel nostro paese una Sanità privatizzata, una Scuola privatizzata, una Giustizia privatizzata.

Di fronte a tutto questo non possiamo che dirci stupiti dal silenzio complice di chi dovrebbe svolgere un ruolo di tutela, di difesa democratica e rappresentanza degli interessi dei lavoratori e invece, come avvenuto anche con l'ultimo accordo separato, corre a sostenere una maggioranza traballante e sempre più manifestamente inadatta a governare il paese.