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All'Università Politecnica delle Marche tutto il mondo della conoscenza mobilitato a settembre

Iniziative contro i tagli della Legge 133/08, la manovra finanziaria 2010 ed il DDL Gelmini sull'Università.

29/07/2010
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La bellissima e partecipata assemblea del 22 luglio ha visto studenti, personale TA, docenti, ricercatori e Organizzazioni Sindacali FLC CGIL, CISL, UIL e RDB uniti per difendere l'università pubblica come risorsa indispensabile per un Paese democratico e inclusivo in cui l'accesso alla conoscenza è la condizione indispensabile per uscire dalla crisi e per costruire un futuro migliore per tutti.

La mobilitazione continuerà a settembre con una serie di iniziative, interne ed esterne all'università, per sensibilizzare l'opinione pubblica su temi che sono troppo spesso poco conosciuti o veicolati in modo approssimativo e parziale.

Sono state decise assemblee nelle fabbriche, un'assemblea di tutto il mondo della conoscenza, alcune iniziative per informare gli studenti e le loro famiglie per parlare di scuola, università e ricerca, per denunciare le conseguenze disastrose sull'offerta di istruzione pubblica causata dal taglio delle risorse, dall'attacco al pubblico impiego, da un DDL che non risolve nessuno dei problemi dell'università. Si chiederà anche il rinvio di una/due settimane dell'anno accademico nelle quali concentrare le iniziative di mobilitazione.

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Documento Assemblea generale d'ateneo
Università Politecnica delle Marche
22 luglio 2010

Ricercatori, Dottorandi, Docenti, Personale Tecnico Amministrativo, Organizzazioni sindacali e Studenti vogliono ribadire, ad una sola voce, il loro giudizio sul DDL 1905/2009 (DDL Gelmini) dalla prospettiva delle loro categorie accademiche.

Già gli ultimi provvedimenti riguardanti l'Università (l. 133/08; l.1/09) non disegnano un assetto normativo degno di un Paese che voglia investire in un sistema universitario pubblico e di qualità.

Il DDL 1905 in discussione in queste settimane in Parlamento non fa che aggravare questa situazione, senza trovare soluzioni ai problemi causati dai provvedimenti citati (che in buona misura, come noto, consistono in tagli al finanziamento del sistema universitario).

Vogliamo sottolineare che la nostra contrarietà al DDL non parte da posizioni di conservatorismo dell'attuale status dell'organizzazione accademica ma, anzi, le nostre categorie sono le prime ad accorgersi di quanto sia necessaria una riforma universitaria.

Rifiutiamo però questo tipo di riforma, ancora una volta a costo zero, che va ancora di più a limitare la democrazia all'interno degli Organi di Governo degli Atenei, che mina le basi del diritto allo studio e che, nonostante le dichiarazioni dei promotori del DDL, non appare in grado di aggredire i veri problemi, ove esistenti, del sistema universitario italiano.

Chiediamo pertantol'avvio di un percorso di dialogo con tutte le componenti che vivono nel mondo dell'università, per una riforma alternativa e condivisa che promuova e sostenga il miglioramento costante dei nostri atenei.

In particolare:

  • Una riforma del sistema di Governo di Ateneo che garantisca l'autonomia degli Atenei, il carattere pubblico dell'Università quale sede principale della ricerca scientifica e della trasmissione dei saperi, per lo sviluppo e la crescita della Nazione. Crediamo infatti che debba necessariamente essere salvaguardato il principio di rappresentatività delle varie componenti della comunità accademiche, allargandolo anche a quelle che ora non vedono garantita la loro presenza negli organi maggiori come dottorandi e specializzandi;

  • Rivedere i tagli dell'Università successivamente ad un analisi del sistema universitario al fine di evidenziare gli eventuali sprechi prodotti dal sistema - L'abolizione dei tagli indifferenziati al finanziamento degli Atenei, della ricerca e del diritto allo studio; al contrario, è necessario un piano di rifinanziamento anche per ottemperare agli impegni presi dall'Italia in Europa;

  • La rimozione del blocco del turn-over –introdotto con la legge 133/08– che impedisce l'uso delle risorse liberate con i pensionamenti per l'assunzione di nuovo personale, rendendo estremamente difficile il mantenimento degli attuali livelli di qualità della ricerca e della didattica;

  • La realizzazione di un nuovo piano di reclutamento nazionale con tempi e ritmi certi, trasparente e capace di rispondere alle crescenti necessità di rinnovamento generazionale del sistema universitario;

  • Un forte incremento del fondo per il diritto allo studio che garantisca la copertura del 100% delle assegnazioni di borse di studio a livello nazionale e la costituzione di un fondo speciale per l'edilizia universitaria teso a costruire nuove residenze studentesche e alla manutenzione di quelle già esistenti;

  • Per la nuova figura di ricercatore a tempo determinato, un reale percorso universitario ed espliciti meccanismi che assicurino la prosecuzione della carriera ai migliori; per coloro che, esaurito il contratto a termine, non riuscissero a ottenere una posizione di professore associato, percorsi di uscita ragionevoli e una valorizzazione dell'esperienza da ricercatore; nella medesima ottica, provvedimenti che consentano di valorizzare il titolo di dottore di ricerca fuori dall'ambito accademico.

  • La riorganizzazione del sistema della docenza fondata sul binomio ricerca e didattica. L'idea semplice ed innovativa è la riorganizzazione degli attuali due ruoli (ricercatore universitario e professore universitario) in un ruolo unico della docenza, articolato su differenti livelli retributivi .Il ruolo unico dovrà distribuire i compiti didattici e di ricerca in modo da consentire il massimo impegno nella ricerca ai livelli iniziali della carriera, con un progressivo aumento degli impegni di docenza. La "progressioni di carriera" (tramite valutazione individuale) all'interno del nuovo ruolo unico) andrà dimensionata in modo da poter sostenere l'offerta didattica senza affossare l'attività scientifica, nonché permettere ai docenti del ruolo unico meritevoli l'avanzamento di carriera.

  • Il superamento del previsto blocco per tre anni delle retribuzioni a quanto percepito nel 2010 e la cancellazione dell'emendamento, approvato in Senato, che tende a ridurre ulteriormente il salario accessorio (la parte variabile della retribuzione). Blocco delle retribuzione che, lo ricordiamo, è riferito gli stipendi di ogni singolo dipendente rendendo impossibile qualunque valorizzazione dell'apporto che tale categoria dà al funzionamento dell'Università. Il blocco degli stipendi e delle progressioni di carriera, che farà perdere nei prossimi tre anni fra il 6% ed il 9% del potere di acquisto degli stipendi, è solo l'ultimo di una serie di tagli che hanno colpito tale categoria che vanta le retribuzioni più basse di tutto il pubblico impiego. L'abrogazione della prevista riduzione al 50% dei precari in servizio nel 2009 che rappresenta, nei fatti, la perdita del posto di lavoro per colleghi costretti a vivere da anni la già difficile situazione di precariato.

Tutti insieme auspichiamo che qualsiasi percorso di mobilitazione su questi temi sia affrontato unitariamente da tutte le nostre categorie e da quelle che si aggiungeranno strada facendo perché, solo con una forte unità, si riuscirà ad ottenere l'obiettivo di salvaguardare il sistema pubblico, difendere e valorizzare la figura dei docenti universitari e dei dottorandi, il diritto allo studio, la qualità della formazione italiana ed evitare l'espulsione in massa dei precari dal mondo universitario.

L'Assemblea Generale ha infine deciso di programmare le seguenti attività:

1.Iniziativa pubblica al di fuori dell'Università:

  • Assemblea al cantiere Navale di Ancona, Merloni a Fabriano, Elica.

  • Assemblea di tutto il mondo della Conoscenza

  • Promuovere l'attività culturale dell'Università Pubblica

  • Rendiconto delle attività economica dell'UNIVPM

2. Iniziative all'interno dell'Università:

  • Sessione di Laurea – sensibilizzazione delle famiglie degli studenti

  • Iniziativa unitaria continuativa e coerente

  • Stato di Agitazione unitario a Settembre con iniziative dislocate nel territorio

  • Rimandare apertura anno accademico chiesto attraverso gli organi accademici di una/due settimane – “open tour week” -

  • Iniziativa pubblica all'interno dell'Università

  • Utilizzo del sito – istituzionale www.univpm.it

  • Includere una Lettera da inviare a tutte le famiglie degli studenti.

3. Razionalizzare il possibile aumento delle tasse paventato dal Magnifico Rettore per gli studenti frazionato secondo l'importo “prodotto” dai tagli all'FFO

4. Coinvolgere esponenti politici regionali

Firmato:

ADI Ancona

Coordinamento Ricercatori UNIVPM

RSU – UNIVPM

Gulliver – Sinistra Universitaria (UdU – Ancona)

Darwin – Evoluzione del Pensiero

FLC – CGIL

UILPA- Università e Ricerca

CISL

RdB/Usb Università Politecnica delle Marche

Student Office ( aderiscono con riserva)

La Coccinella – Agraria (aderiscono con riserva)