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Le scuole di Milano e provincia in profondo stato di sofferenza finanziaria

Il 20 marzo l'incontro con il Prefetto: troppe ancora le questioni irrisolte.

24/03/2014
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A cura della FLC CGIL Milano

Dopo la partecipata assemblea sindacale del personale ATA del 18 marzo in Camera del Lavoro, che ha visto anche la presenza di Annamaria Santoro (Segretaria nazionale FLC CGIL ), è stata accolta la nostra richiesta del 10 marzo di incontro con il Prefetto per presentare lo stato di sofferenza finanziaria delle scuole di Milano e provincia e i temi sindacali e professionali di chi vi lavora in particolare del personale tecnico, amministrativo e ausiliario della scuola. I tagli di questi anni (nella nostra provincia abbiamo perso circa il 15% di posti nel profilo di Collaboratore Scolastico, più del 20% di Assistenti Tecnici e più del 18% di Assistenti Amministrativi) hanno determinato condizioni che mettono a rischio servizio, sicurezza e assistenza agli studenti disabili.

Il Vice Prefetto aggiunto Dott.ssa La Marca ha ricevuto ieri 20 marzo la nostra delegazione e prestato massima attenzione ai temi denunciati dalle rappresentanze presenti.

In particolare, la FLC di Milano e le lavoratrici hanno premesso l’importanza che la scuola sia considerata nell’interezza del suo sistema di funzionamento indicando le tante problematicità esistenti per i lavoratori ed evidenziando come sia regolarmente trascurato il lavoro del personale tecnico, amministrativo e ausiliario che ben concorre invece a rendere possibile non solo l’erogazione del servizio pubblico, ma la funzione sociale di garanzia del diritto allo studio che la scuola pubblica deve svolgere. Questo è stato il tema centrale del nostro incontro senza voler rappresentare una rivendicazione corporativa, ma cercando nell’interlocuzione con il Prefetto di evidenziare le limitazioni e le insidie di chi parla di scuola frammentando i problemi ed escludendo lavoratori che sono parte integrante di una comunità educante.

La vicenda relativa alla “restituzione dei 150 euro mensili da parte dei docenti”, consumatasi non molto tempo fa e mediaticamente diffusa e strumentalizzata, rende ben chiara l’invisibilità di lavoratori /lavoratrici non docenti presenti nella scuola. Quella restituzione non era dovuta ad un aumento mensile di 150 euro, ma ad un rateo definito dal MEF per recuperare uno scatto stipendiale ben inferiore e percepito per un intero anno perché spettava di diritto sia ai docenti che al personale ATA della scuola, ma bloccato dal Governo Letta con il Regolamento approvato a ottobre 2013.

Da tempo sul personale ATA si scaricano, senza formazione né riconoscimento, incombenze con circolari e note continue e spesso contraddittorie, disfunzioni ministeriali e ritardi di accredito di finanziamenti per liquidare attività di ordinario finanziamento (come le supplenze). E’ impensabile che il lavoro tecnico-amministrativo-ausiliario, così come quello di docenza, sia svolto utilizzando in modo spropositato personale precario che aspetta da anni una stabilizzazione pur svolgendo lo stesso lavoro magari anche nella stessa scuola. Altrettanto mortificante è il continuo svilimento e sfruttamento della professionalità per la quale manca il riconoscimento delle funzioni svolte e per le quali sono stati svolti percorsi selettivi di formazione. Il pesante dimensionamento realizzato nella nostra provincia porta il conto delle conseguenze rendendo di fatto impossibile garantire la presenza di un collaboratore scolastico in ogni plesso  se non con incursioni alle regole contrattuali chiedendo un orario di lavoro spezzato.

E’ ancora in corso lo sciopero delle attività aggiuntive da parte del personale della scuola che ha visto una buona adesione ed è stato proclamato dalla FLC CGIL dopo aver denunciato per lungo tempo l’aggressione che viene fatta dal MIUR e dal MEF al salario dei lavoratori (mancato rinnovo del CCNL fermo al 2007, blocco scatti stipendiali dal 2010, blocco immissioni in ruolo ATA, sospensione delle posizioni economiche, scippo delle ferie al personale precario, riduzione delle risorse per la contrattazione d’istituto). Un lungo periodo privo di ascolto e di risposte ha spinto la FLC alla proclamazione di questo sciopero che manifesta la nostra posizione di contrasto non nei confronti della scuola e delle famiglie, come alcuni vorrebbero far credere, ma alle politiche che non difendono la scuola pubblica. Un’azione di lotta importante che ha portato allo sblocco di alcune gravi emergenze salariali tra cui la restituzione di somme percepite e dovute per aver svolto un lavoro come nel caso delle posizioni economiche ATA.

La FLC CGIL ha espresso parere favorevole rispetto ai provvedimenti relativi al ripristino degli scatti del 2013 e delle posizioni economiche contenuti nel Decreto Legge n.3/204. Ma riteniamo che questa soluzione debba trovare una definizione duratura che ripristini i diritti maturati. Non siamo disponibili a sottoscrivere alcuna intesa che preveda di ridurre ulteriormente il fondo per il miglioramento dell’offerta formativa. Basta con le partite di giro ai danni del lavoratori e della qualità della scuola pubblica. Servono risorse aggiuntive per garantire diritti, salari e dignità sociale a partire dal rinnovo dei contratti nazionali.

Tante sono ancora le questioni irrisolte e il Prefetto si è assunto il compito di trasmettere un ampio verbale del nostro incontro al MIUR, al MEF e alla Presidenza del Consiglio per segnalare le nostre denunce e i temi presentati nell’incontro di ieri pomeriggio.

Tag: mef, miur