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In Regione Lombardia continua la penalizzazione della scuola pubblica

Buono scuola e diritto allo studio. Dalle “stalle” alle “stalle”.

30/01/2014
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In data 28 marzo l’Assessore regionale all’istruzione, formazione, lavoro Valentina Aprea ha convocato il tavolo regionale delle Parti sociali per un confronto sul tema del Diritto allo studio e del “Buono scuola”. Nessuna discontinuità con la precedente gestione!

Sul Diritto allo studio è stato chiarito che i contributi saranno erogati per sostenere le spese per libri di testo e materiale tecnico scolastico e solo per la scuola media di primo grado e quella di secondo grado, escluse quindi infanzia e primaria. E’ stata definita una soglia di “povertà” entro la quale sarà possibile elargire le risorse ovvero fino a 15.000 euro ISEE e i contributi saranno diversificati per fasce di reddito e ciclo di studi con un range compreso tra un minimo di 90 euro annui a un massimo di 240 euro annui. L’insieme del finanziamento regionale per l’anno scolastico 2014/2015 sarà pari a 10 Milioni di euro.

Sul Buono scuola, cavallo di battaglia speso in nome della “libera scelta”, è stato invece previsto uno stanziamento per il 2014/2015 di 30 Milioni di euro, stanziamento che andrà per intero  alle famiglie che iscriveranno i figli alle scuole paritarie, private e identificate sulla base di un ISEE fino a 35.000 euro al fine di alleviare le spese sostenute per le rette di frequenza e iscrizione. I contributi saranno diversificati per fasce di reddito e ciclo di studi con un range compreso tra un minimo di 1.200 euro annui ad un massimo di 2.000 euro annui.

Anche se è sicuramente apprezzabile almeno il cambio del “metodo”, ovvero, la convocazione delle parti sociali per una riunione d’informativa, del tutto negativo è invece il giudizio sul “merito”.

Il buono scuola sostiene un sistema di diritto scolastico lombardo per nulla equo.

Si privilegiano, sia in termini di risorse complessive destinate che di criteri che identificano il reddito, le famiglie che optano per il sistema delle scuole private a scapito del sistema pubblico: 10 Milioni assegnati al diritto allo studio e 30 Milioni assegnati al buono scuola. Ciò è reso ancor più evidente dalla comparazione del sostegno individuale, che risulta minimo per le famiglie povere fino a 15.000 euro di Isee e molto più consistente per le famiglie più abbienti fino a 35.000 euro di Isee. Evidente l’ingiustizia!

Non è cambiato nulla e continua la discriminazione nei confronti dell’utenza della scuola pubblica. Continuano a perpetuarsi le divisioni di censo per non dire di peggio.

In materia  d’istruzione Maroni e Aprea stanno dimostrando di agire in perfetta continuità con le politiche ventennali di Formigoni.

Noi continuiamo a ritenere, così come già dichiarato lo scorso 28 novembre 2013, che con queste decisioni si opera una scelta di campo a favore della scuola paritaria e privata.

FLC CGIL Lombardia nel confermare per l’ennesima volta tutta la sua contrarietà al sistema “dote” quale strumento discriminatorio attraverso il quale finanziare il diritto allo studio nella nostra Regione, denuncia la riconferma della diversità di trattamento di tutela tra scuola privata e scuola pubblica tutto a sfavore di quest’ultima, ovvero, della stragrande maggioranza di utenti e cittadini.