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“La pedagogia della dittatura ovvero come si diventava nazisti e fascisti”, iniziativa a Bergamo

L’iniziativa di Biblioteca “Di Vittorio” CGIL e Proteo di Bergamo.

27/02/2018
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A cura della Cgil di Bergamo

Mercoledì 28 febbraio, a Bergamo, la presentazione di ricerche e riflessioni di 10 classi di istituti scolastici di città e provincia

Come si diventava nazisti e fascisti all’inizio del Novecento? Come è potuto accadere che persone comuni, soprattutto giovani, arrivassero a perpetrare violenze fino allo sterminio di massa? Questa volta la Biblioteca “Di Vittorio” di Bergamo e Proteo, in collaborazione con la biblioteca “Giuliana Bertacchi”, si interrogano sulle modalità di educazione delle giovani generazioni nella prima metà del secolo scorso, un’educazione alla violenza, all’odio, al razzismo.

L’iniziativa ha per titolo “La pedagogia della dittatura ovvero come si diventava nazisti e fascisti” e ha coinvolto negli ultimi mesi 10 classi di studenti dell'Istituto Comprensivo di Zanica-Comun Nuovo, dell'IPSSAR di San Pellegrino, dell'Istituto Agrario Rigoni Stern, dell'Istituto Vittorio Emanuele II e del Liceo Lussana di Bergamo.

Per questi ragazzi è giunto il momento di presentare i risultati delle loro ricerche e delle loro riflessioni: l’appuntamento, aperto a tutti, è per domani, mercoledì 28 febbraio (ore 15), nell'Aula Magna dell'Istituto Vittorio Emanuele II via Lussana 2 a Bergamo.

All’inizio dell’anno scolastico in corso, la Biblioteca “Di Vittorio” e Proteo avevano presentato ai docenti questa proposta didattica in vista del Giorno della Memoria 2018. Per coloro che hanno aderito sono stati messi a disposizione un dossier essenziale di testi (che, opportunamente selezionati, hanno contribuito a un percorso adattato ai tempi disponibili e alle caratteristiche della classe) e ulteriori indicazioni di saggi, articoli, siti, documentari, film e romanzi. 

“Anche quest’anno abbiamo proposto alle scuole della città e della provincia una modalità non rituale per ricordare il 27 gennaio” hanno spiegato Eugenia Valtulina della Biblioteca “Di Vittorio” e Maria Laura Cornelli di Proteo Fare Sapere. “Come per le precedenti edizioni, abbiamo cercato di offrire agli studenti strumenti che permettano di andare al di là della semplice commemorazione, della momentanea commozione, delle ripetitive esortazioni a non dimenticare. Nel 2016 abbiamo lavorato sui carnefici, sugli ‘uomini comuni’ che hanno perpetrato lo sterminio, sulla creazione del nemico e sulla sua disumanizzazione, sull’obbedienza agli ordini e sulla pressione del gruppo, dalla Shoah a Srebrenica; nel 2017 abbiamo indagato il possibile legame tra i crimini nei territori colonizzati e quelli che vennero poi commessi nel cuore dell’Europa, tra il razzismo nei confronti dei sudditi coloniali e l’antisemitismo e il razzismo del nazifascismo. Per quest’anno abbiamo, invece, proposto di approfondire le modalità di educazione delle giovani generazioni alla violenza, all’odio, al razzismo, per cercare di comprendere come sia stato possibile portare persone comuni, e soprattutto giovani, a individuare un nemico e a perpetrare violenze fino allo sterminio di massa. E, come gli altri anni, si è trattato di un lavoro di ricerca non fine a se stesso ma volto a capire come certe modalità possano riaffiorare pericolosamente anche oggi, seppure in forme diverse”.