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Precari: presidio in Liguria il 12 febbraio “In difesa del diritto di essere uguali”

Appuntamento a Genova con la FLC CGIL davanti all’USR dalle 14,30. Nelle altre regioni sono in programma presidi e sit in per lunedì 10 febbraio 2014.

07/02/2014
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A cura della FLC CGIL Liguria

La FLC CGIL Liguria in difesa del “giusto” diritto ad un lavoro, in difesa dei diritti dei precari, organizza un presidio regionale per il giorno 12 febbraio davanti all’USR Liguria in Via Assarotti 40 dalle 14,30 in continuità con la mobilitazione nazionale messa in essere dalla FLC CGIL che vedrà il suo momento finale nel presidio nazionale organizzato a Roma per il giorno 13 febbraio 2014, dalle ore 10,00 alle ore 13,00, davanti al MIUR.

  • Per una soluzione rapida dei problemi inerenti la frequenza dei PAS per i docenti non abilitati;
  • Per il pagamento regolare degli stipendi e delle ferie non godute;
  • Per il rispetto dei diritti contrattuali del personale supplente docente e ATA;
  • Per un piano di stabilizzazione e immissioni in ruolo di docenti e ATA che avvii un percorso di riduzione del fenomeno del precariato strutturale

La situazione creatasi prova l’incapacità del MIUR per le sue responsabilità di governo e la responsabilità degli Uffici Scolastici Regionali per il mancato coordinamento delle offerte sul territorio e fra le diverse regioni.

La non attivazione dei PAS per Infanzia e Primaria, così come per tutti gli insegnamenti della tabella C, quelli delle arti, e altre discipline, rappresenta una grave discriminazione che vede l’impossibilità per questi docenti di conseguire un’abilitazione.

Di fondo vi è la non dichiarata, ma esercitata volontà delle università italiane, di far conseguire le abilitazioni all’insegnamento solo attraverso percorsi propri e non per via ordinaria ministeriale in quanto per loro economicamente improduttivi.

Denunciamo queste scelte che danneggiano persone che da anni dedicano il loro lavoro alla scuola pubblica, pur costretti in una condizione di pressante precarietà, con il rischio di non garantire nel prossimo futuro il lavoro a chi non sarà abilitato al momento della riapertura delle graduatorie.