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Stato giuridico dei docenti: la protesta delle Università

Le iniziative e i documenti dell'Ateneo di Udine, Sassari, Venezia Ca Foscari, Roma Tor Vergata, Roma La Sapienza, Torino

14/10/2005
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Alcune righe di commento dall'ateneo di Udine.

Dopo nostre difficoltà a riprendere la mobilitazione, in una sede che anche in passato non si è distinta per vivacità nella protesta, l'assemblea - o meglio le due assemblee - si sono tenute ieri in contemporanea, su convocazione dei Presidi delle facoltà scientifiche ed umanistiche.
Quella del Polo scientifico alla quale ho partecipato, ha visto una discreta partecipazione: professori, ricercatori, studenti delle facoltà di Agraria, Ingegneria, Scienze, Veterinaria, Economia; scarsamente rappresentato il personale tecnico-amministrativo.
Vi è stata un'ampia introduzione del prof. Stella, preside a Ingegneria e Presidente della Conferenza dei presidi, che ha ricapitolato i motivi principali di dissenso sul DDL, anche alla luce del recentissimo incontro con parlamentari della Commissione Istruzione della Camera. La sua analisi della situazione e dei gravi problemi che deriveranno all'università ed alla società italiana con l'approvazione di un testo basato sul maxi-emendamento è sostanzialmente condivisibile. Sia il suo intervento che, successivamente, quelli degli altri presidi presenti, hanno messo a fuoco le tematiche più contrastate (terza fascia, precariato, concorsi ed ope legis, requisiti minimi ecc.). E' stato portanto a conoscenza dell'assemblea il comunicato intersindacale del 12 ottobre, per ribadire che il movimento di mobilitazione ha un'ampia articolazione nelle università e che il contributo dei sindacati, delle organizzazioni della docenza e dei precari è del tutto rilevante e visibile, anche se non nella nostra università. Dopo ulteriore dibattito è stato letto un testo quale proposta di mozione dell'assemblea (che comunque doveva essere concordata anche da parte dell'altra assemblea delle facoltà umanistiche, ma non si sa come vista la contemporaneità delle due). A questo punto l'assemblea si è animata e sono fioccati interventi di professori, ricercatori e qualche studente - uno di loro, del tutto a favore del Governo, ha detto che se la didattica o peggio gli esami vengono sospesi lui chiama i Carabinieri (!). Il testo originale della mozione si chiudeva - non è una sorpresa per il clima dell'ateneo - senza alcuna proposta di azione concreta. Siamo intervenuti ed abbiamo ribadito che, giunti a questo punto della mobilitazione, l'assenza di una posizione forte - o comunque non ambigua - poteva essere letta come una sostanziale condivisione dello stato delle cose. Non abbiamo avuto pieno successo, ma è stato comunque introdotta l'ipotesi di sospensione della didattica qualora sia posta la fiducia sul provvedimento alla Camera. L'iniziativa sembra aver dato comunque l'avvio ad ulteriori forme di mobilitazione, interessando parte degli studenti, che sino ad oggi erano del tutto passivi. Viceversa, i dottorandi e precari Nidil stanno da tempo tenendo desta l'attenzione della società: ieri mattina un gruppo ha volantinato presso la sede contrale dell'Università a Palazzo Antonini, in pieno centro cittadino, con camici e mascherine di carta a foggia di panda. Il messaggio che ha trovato spazio e foto sulla stampa locale: Ricercatori precari a rischio di estinzione.

Disegno di Legge sullo Stato Giuridico dei professori e dei ricercatori universitari

Mozione dell'Assemblea delle Facoltà dell'Università di Udine

L'Assemblea delle Facoltà, riunita presso i Poli Scientifico e Umanistico assieme ai propri studenti il 13 ottobre 2005, esaminato il testo del Disegno di Legge sullo Stato Giuridico dei professori e dei ricercatori universitari in discussione in Parlamento, esprime innanzitutto un giudizio del tutto negativo sul fatto che il provvedimento sia stato approvato al Senato il 29 settembre 2005 facendo ricorso al voto di fiducia, interrompendo così ogni dialogo avviato tra Parlamento e mondo accademico. Nel merito del provvedimento l'Assemblea esprime pesanti critiche per:• l’introduzione di idoneità riservate a tutti i livelli, a garanzia di privilegi di "anzianità", che dando spazio ad istanze corporative, comportano rilevanti impegni finanziari non programmati e si traducono di fatto in forme di“ope legis” mascherate;• la negazione della legittima aspettativa di riconoscimento della funzione docente dei ricercatori attraverso l'istituzione di una 3° fascia di docenza,• l’ammissione alla docenza universitaria di figure senza alcun processo di selezione e valutazione;• l’assenza di ogni riferimento all’Europa e di ogni riscontro degli impegni assunti in sede europea;• una forma di reclutamento in contrasto con la Carta europea dei ricercatori e il codice di condotta per l’assunzione dei ricercatori, oggetto di raccomandazione della Commissione Europea;• l’assenza di ogni riferimento alla valutazione e la creazione di una agenzia indipendente, sul modello europeo, a garanzia della qualità, disattendendo gli impegni sottoscritti dai Ministri europei dell'Istruzione a Berlino nel 2003;• l'ampliamento abnorme della possibilità del conferimento di incarichi di insegnamento a soggetti che non siano istituzionalmente tenuti a svolgere attività di ricerca e che non siano stati valutati dalla comunità scientifica per la loro idoneità ai fini dell'insegnamento;• lo stravolgimento del concetto di requisiti minimi che consentiranno, grazie all'attuale provvedimento, anche l'attivazione di corsi di studio sostanzialmente privi di personale docente;• l’introduzione di una serie di norme in contrasto con il principio di autonomia e di responsabilità delle Università;• l’esplicita esclusione di risorse aggiuntive associate al provvedimento che si traduce in una "riforma a costo zero" che penalizza in particolare la possibilità di assumere nuovo personale da destinare alla ricerca ed aumenta ulteriormente la distanza dai più importanti sistemi universitari europei con i quali siamo chiamati a confrontarci.Per quanto premesso l'Assemblea;• ritiene che il presente DDL, nonostante quanto dichiarato, lasci ampi spazi ad istanze corporative ed interessi che nulla hanno a che vedere con la qualità e la meritocrazia;• ritiene che il presente DDL lungi dal garantire alcun miglioramento al sistema universitario, ponga viceversa le premesse per avviarlo ad una progressiva ed irreversibile perdita di qualità e competitività complessiva; • chiede al Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca ed al Governo di evitare una nuova azione di forza, dalle conseguenze imprevedibili ed incontrollabili negli Atenei, ritirando il provvedimento dalla votazione in aula o quanto meno rinunciando a porre la questione di fiducia; • chiede l’immediato riavvio delle consultazione per definire un provvedimento condiviso, che si ponga gli obiettivi della qualità attraverso gli strumenti della valutazione in un contesto di riferimento Europeo; • si riserva di organizzare altre e più incisive forme di azione, anche coordinate a livello nazionale, qualora il Governo decidesse di porre la fiducia sul provvedimento.Udine, giovedì 13 ottobre 2005
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Università degli Studi di Sassari - Facoltà di Agraria

Il Consiglio della Facoltà di Agraria di Sassari esprime disagio e profonda preoccupazione per i contenuti e le conseguenze che il DDL delega governativo, relativo al riordino dello stato giuridico e del reclutamento dei docenti universitari, avrà sul mondo accademico. Ribadisce la più ferma opposizione riguardo il metodo utilizzato dal Ministro per l?elaborazione del DDL e la sua approvazione.Aderisce alle forme di protesta messe in atto a livello nazionale ed esprime pubblicamente il proprio dissenso denunciando il danno che l?approvazione del DDL comporterebbe per l?intero Paese.Il Consiglio invita inoltre tutte le componenti della Facoltà a promuovere iniziative di approfondimento e di divulgazione dei contenuti del DDL.?

Sassari, 13/10/05
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L' Assemblea della Facoltà di Scienze MM. FF. NN. dell'Ateneo di CaFoscari,

tenutasi giovedì 13 / 10 / 2005, indetta dal preside, e che ha visto anche una larghissima adesione di studenti, personale tecnico-amministrativo e personale precario ha approfondito i contenuti del DDL contenente Nuove disposizioni concernenti i professori e i ricercatori universitari..., e la procedura parlamentare di approvazione.
L' Assemblea della Facoltà di Scienze concorda con le innumerevoli prese di posizione delle altre strutture universitarie ed esprime un giudizio fortemente negativo sul metodo di approvazione, che esclude il dibattito, sia nel mondo universitario che in Parlamento, e sui contenuti del provvedimento stesso
Il DDL non risponde a nessuna delle reali esigenze dellUniversità pubblica, impedisce lo sviluppo dellistituzione, in particolare della ricerca, e priva i giovani, i precari ed i ricercatori di qualsiasi prospettiva futura.
L' Assemblea pertanto aderisce alle varie mobilitazioni in atto e si riserva di attuare ulteriori iniziative di protesta a partire dalla data odierna e per tutto il periodo di discussione del provvedimento alla Camera;
invita i Rettori delle Università a coordinare le iniziative emerse nelle diverse sedi e ad intraprendere immediatamente tutte le azioni che possano contrastare lapprovazione del DDL, comprese le loro dimissioni;
invita il Senato Accademico a mantenere vivo il confronto in Ateneo sullo stato giuridico della docenza, adoperandosi tra laltro ad assumere iniziative atte a favorire linserimento strutturato dei giovani limitando al massimo le varie forme di precariato;
invita il Preside a convocare la giunta di Facoltà per decidere ulteriori iniziative, non escluse le dimissioni di tutti gli organi di governo della Facoltà.

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L'assemblea permanente degli studenti e dei ricercatori precari di Tor Vergata,

in seguito alle mobilitazioni contro il DDL Moratti e per protesta anche contro la situazione attuale del sistema universitario e della ricerca pubblica, ha deciso di occupare la Facoltà di Scienze.
Invita professori, ricercatori e studenti a proseguire o iniziare il blocco della didattica in ogni Facoltà.
In questo modo ritiene di contribuire attivamente alle mobilitazioni nazionali contro il DDL, in piena sintonia con quanto sta succedendo alla Sapienza, Roma3, Firenze, Bologna e tutti gli altri atenei e scuole italiane.
L'assemblea permanente degli studenti e dei ricercatori precari di Tor Vergata.

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Comunicato Stampa Ateneo La Sapienza Occupato

Dopo le occupazioni di dieci facoltà noi studenti abbiamo deciso di portare all?esterno le nostre proteste contro l'attuale ordinamento didattico e la nuova riforma Moratti.
Stamattina alle ore 11 circa 8000 tra studenti e ricercatori si sono ritrovati davanti al Rettorato de La Sapienza, da cui è partito un corteo spontaneo che ha invaso, oltre alla città universitaria, le vie del centro storico di Roma. Il corteo è stato organizzato in brevissimo tempo, ma, nonostante questo, ha raggiunto perfettamente lo scopo che ci siamo prefissi: portare agli occhi dell?opinione pubblica, che finora ne è stata quasi totalmente tenuta all?oscuro, la reale entità della mobilitazione studentesca. Abbiamo contaminato con i nostri sogni e le nostre voci le strade di Roma. Compatti, determinati e gioiosi non ci siamo fermati nemmeno di fronte agli sbarramenti delle forze dell?ordine, arrivando fino a P.za Indipendenza, creando disagi ma ottenendo l?appoggio della cittadinanza romana. Subito dopo il corteo si è aggiunta all'ormai interminabile numero di facoltà occupate nel nostro Ateneo anche la facoltà di Ingenegria. Visto il successo dell?iniziativa, continueremo nei prossimi giorni, sempre più motivati, le nostre azioni. Confidiamo perciò in una maggiore attenzione da parte dei Media, invitandoli presso le nostre facoltà occupate. Domani alle ore 10:30 è prevista un?assemblea di Ateneo.
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ASSEMBLEA DELLE FACOLTA' DI ARCHITETTURA DEL POLITECNICO DI TORINO

L'assemblea dei Docenti, ricercatori e assegnisti di ricerca delle Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino si è riunita il giorno 13 ottobre 2005 alle ore 12.30 per discutere dei contenuti del DDL approvato dal Senato della Repubblica e previsto in approvazione definitiva alla Camera nei prossimi giorni.
Accogliendo la protesta diffusa nel Paese con manifestazioni e prese di posizione da parte del mondo universitario a tutti i livelli, l?assemblea dopo ampio dibattito, decide di denunciare le conseguenze di un provvedimento che, senza sanare nessuno dei problemi dell?Università, avvia un pesante ridimensionamento del suo ruolo pubblico, garante, secondo il dettato costituzionale, della libertà di insegnamento, della libertà della ricerca scientifica e dell?accesso per tutti i cittadini capaci e meritevoli ai più alti livelli di istruzione. In particolare l?assemblea:
1) esprime la propria indignazione per la volontà esplicita e ripetutamente espressa dal governo di non impegnare per l'Università alcuna risorsa aggiuntiva rispetto alla già scarsa dotazione ordinaria, nonostante il provvedimento preveda un consistente aumento degli oneri a carico degli Atenei;
2) manifesta un netto dissenso nei confronti delle DDL con particolare riferimento alla precarizzazione e privatizzazione del ruolo della docenza, accentuata dalla cancellazione del ruolo di Ricercatore, sostituito da una figura dal profilo incerto
3) ritiene antidemocratico da parte del Governo il rifiuto di un confronto con le parti istituzionalmente coinvolte (CRUI, Senati Accademici) e l'interruzione del dibattito parlamentare su un argomento di tale rilevanza culturale e sociale, con la richiesta della fiducia al Senato.
Pertanto, assume le seguenti decisioni:
1) ciascun docente e ricercatore si impegna ad illustrare agli studenti nei propri corsi ed attività didattiche i motivi della protesta contro il DDL Moratti 2) propone a tutti i docenti e ricercatori e a tutti gli organismi di rappresentanza di aderire alle iniziative nazionali e locali che saranno decise per informare sul DDL e contrastare la sua approvazione alla Camera
3) propone di avviare iniziative di Ateneo e Facoltà in grado di coinvolgere l'intero corpo degli studenti e dei docenti intorno ai motivi della protesta e di aprire un ampio confronto culturale sulle motivazione del rifiuto del DDL attraverso momenti di riunione collettiva da organizzarsi anche con la sospensione dell?attività didattica.
Votato all'unanimità alle ore 14.00 del 13 Ottobre 2005

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Mozione approvata all'unanimità dall'Assemblea di Ingegneria dell'Università Roma Tre del 13 ottobre 2005

L'Assemblea dei docenti, degli studenti e del personale tecnico, amministrativo e bibliotecario, tenuta oggi 13 ottobre nell'Aula N10 della Facoltà di Ingegneria, dopo aver ampiamente discusso il Disegno di Legge su reclutamento e stato giuridico dei docenti universitari all'esame della Camera si associa alle prese di posizione della CRUI, della Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Ingegneria, del rettore Guido Fabiani, di numerosi organi Accademici delle Università italiane;
esprime sconcerto ed indignazione per le modalità con cui il Governo, ponendo la questione di fiducia, ha imposto il testo in oggetto, costituito di un solo articolo, sottraendolo alla discussione in Commissione e soffocando in tal modo il normale dibattito democratico in Parlamento e nel Paese; chiede che sia avviato in tutto il Paese un ampio dibattito sulle riforme necessarie a innalzare la qualità del sistema pubblico della ricerca, dell'università, della scuola e della cultura denuncia l'indifferenza del Governo nei confronti delle centinaia di documenti di protesta prodotti dai diversi organi accademici e delle tante proposte costruttive (espresse in occasione di conferenze, interventi sulla stampa, ecc...), indifferenza che mortifica il libero, approfondito, democratico confronto tra Governo, Parlamento e parti sociali e istituzionali direttamente interessate ai contenuti del provvedimento; ribadisce la sua totale contrarietà al disegno di legge e, in particolare osserva che:
- nel testo il principio costituzionale di autonomia dell'Università, già abbondantemente eroso negli anni più recenti, viene addirittura subordinato agli "indirizzi fissati con decreto del Ministro dell'istruzione" (comma 1 dell'articolo unico);
- il provvedimento risulta dannoso per i giovani, soprattutto se meritevoli. Il meccanismo che prevede quote di "riserva" ed un regime transitorio nei giudizi di idoneità (lettere b, c, d, e del comma 5), oltre a basarsi su ingiustificate differenze quantitative e qualitative tra i giudizi per la prima e quelli per la seconda fascia, ha tutte le caratteristiche dell'ope legis, in netto contrasto con l'esigenza di selezioni basate sul merito e sul valore scientifico dei candidati;
- il trattamento riservato agli attuali ricercatori appare offensivo (e ridicolo il titolo di "professore aggregato" pro tempore), essendo stata ignorata l'ipotesi, da più parti sollecitata, di istituzione di una terza fascia di docenza; il reclutamento di nuovi ricercatori è proposto in termini di ulteriore precarietà ed allungamento dei tempi
- il sempre più marcato profilarsi di una vera e propria "privatizzazione" dell'Università pubblica, tanto più imbarazzante se si considera che si potrà procedere alla copertura dei posti di professore ordinario e associato "anche a carico totale o parziale di altri soggetti pubblici o privati" (comma 8). Questa tendenza viene affiancata da una preoccupante deregulation sul piano delle retribuzioni dei docenti universitari, dove si va dalla possibilità di conferire incarichi gratuiti (comma 10), a incarichi a termine con "trattamento giuridico ed economico dei professori ordinari con eventuali integrazioni economiche" (comma 12), a "programmi di ricerca affidati a professori universitari, con definizione del loro compenso aggiuntivo" (comma 13), naturalmente sulla base di "convenzioni con imprese o fondazioni, o con altri soggetti pubblici o privati" (ibidem);
- per l'attuazione delle disposizioni della Legge non è previsto alcun onere per la finanza pubblica, e dunque le stesse norme non potranno che gravare interamente sui bilanci degli Atenei;
- qualsiasi riferimento agli strumenti e alle procedure di valutazione del sistema universitario nazionale risulta disinvoltamente ignorato.
sollecita un pronunciamento del Senato Accademico e invita il Rettore a farsi interprete presso la CRUI della necessità di forme di protesta collegiali, anche clamorose, che manifestino il fermo rifiuto di un disegno di legge contrario agli interessi dal Paese e basato sul rifiuto del dialogo con il mondo universitario aderisce alla proposta rivolta ai sindacati e alle associazioni della docenza e le assemblee degli atenei di indire una manifestazione nazionale il 24 ottobre, in concomitanza con il voto della Camera, e chiede che l'attività didattica in tale giornata venga sospesa o differita per permettere la più ampia partecipazione.
invita a partecipare all'Assemblea interfacoltà, interateneo, interuniversità indetta per Venerdì 14 ottobre, ore 10 presso l'Aula magna della Facoltà di Lettere del nostro Ateneo.

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L'assemblea di docenti e studenti della Facoltà di Lettere dell'Università degli Studi di Genova

ha approvato il 12 ottobre la seguente mozione:
L'assemblea dei docenti e degli studenti della Facoltà di Lettere e Filosofia fa proprio il documento approvato dall'assemblea di Ateneo e ribadisce la ferma protesta sul metodo e nel merito del disegno di legge sullo stato giuridico.
L'assemblea, per dare un segnale più incisivo dell'unanime dissenso del mondo universitario, invita tutti i titolari di cariche elettive dell'Ateneo e delle Facoltà a presentare le proprie dimissioni,
L'Assemblea si riconvoca per mercoledì 19 alle ore 16,30 per decidere e organizzare le ulteriori iniziative di protesta.