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Manifestare il dissenso a scuola non è lecito (2)! Questa volta è accaduto in Friuli Venezia Giulia

Chiesta la possibilità di licenziare gli insegnanti che fanno politica durante le ore di lezione. Comunicato stampa: Gruppo PdL Paolo Ciani e Piero Tononi.

19/09/2008
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Pubblichiamo di seguito il comunicato stampa di due consiglieri del Gruppo PdL della regione Friuli Venezia Giulia a proposito dell'iniziativa " Un segno nero di lutto" cui hanno aderito, in tante scuole italiane nel primo giorno di scuola, molti/e insegnanti, personale ata e genitori.

Evidentemente, anche i gesti dal forte valore simbolico per dimostrare contrarietà al disegno distruttivo della scuola pubblica statale fanno paura e si usano motivazioni pretestuose. Come avevamo già sottolineato qualche giorno fa: "Manifestare il dissenso a scuola non è lecito! È accaduto a Firenze".

Roma, 19 settembre 2008
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Comunicato stampa: Gruppo PdL Paolo Ciani e Piero Tononi

Chiesta la possibilità di licenziare gli insegnanti
che fanno politica durante le ore di lezione

Alla luce dei fatti di cronaca relativi alla riapertura delle scuole che hanno visto alcuni docenti presentarsi in classe con il lutto al braccio ed interrompere il normale programma scolastico per impartire agli studenti una lezione politica, i consiglieri regionali del Pdl Paolo Ciani e Piero Tononi hanno presentato un’interrogazione a risposta scritta al presidente della Giunta Renzo Tondo chiedendo che:

“Si svolga d’urgenza una verifica per stabilire se, quanti e quali insegnanti abbiano realmente disatteso la normale programmazione scolastica per impartire una lezione politica contro la riforma scolastica del ministro Gelmini e contro il Governo nazionale ad una platea di studenti in balia di docenti più preoccupati della vicende politiche che della formazione dei giovani.

“Le notizie apparse sulla stampa circa la protesta di alcuni insegnanti che si sono presentanti a scuola con il lutto al braccio è sconcertante in se, ma se è vero – affermano Ciani e Tononi – che sono state impartite anche delle lezioni chiaramente politiche contro la riforma Gelmini la questione diventa molto più grave”.

“Nell’interrogazione – continuano Ciani e Tononi – abbiamo anche chiesto che nei confronti di quegli insegnati che non svolgono la propria attività si possa prendere in considerazione anche l’ipotesi del licenziamento, oltre alla segnalazione al ministero, come previsto dalla norma del ministro Brunetta che ipotizza il licenziamento per scarso rendimento nonché una valutazione della produttività del singolo pubblico dipendente”.

Trieste, 16 settembre 2008