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Dimensionamento scolastico a Reggio Emilia: sindacati criticano operato della Conferenza provinciale

Si susseguono senza sosta i documenti e le iniziative dei sindacati che non intendono restare alla finestra ed assistere ad operazioni tendenti a fare cassa a scapito dell'offerta formativa pubblica.

01/12/2011
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Ferma presa di posizione da parte della FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola e Gilda degli Insegnanti nei confronti dell'operato della Conferenza provinciale di coordinamento (Provincia, Ufficio Scolastico Provinciale, Comuni, Dirigenti scolastici, Enti di Formazione). I sindacati criticano in particolare alcune affermazioni contenute nel documento con il quale la Conferenza ha approvato la "perdita di due autonomie scolastiche e una riorganizzazione delle scuole della provincia che cambia completamente l'assetto del ciclo primario e della scuola media".

I sindacati rivolgono anche un appello ai partiti politici e alle associazioni che si occupano di istruzione sul territorio reggiano. Chiedono di prendere una "doverosa posizione sul merito e sul metodo dell'operazione di dimensionamento" condotta finora e li invitano ad unirsi nella "richiesta ai comuni e alla Provincia di Reggio Emilia di rinviare le operazioni di dimensionamento di un anno".

La FLC CGIL e la CISL Scuola si sono anche fatte promotrici di un'operazione trasparenza con una lettera aperta rivolta ai componenti dei Consigli di Istituto e a tutto il personale delle scuole della provincia di Reggio Emilia. Vogliono informare su quanto sta accadendo, mostrare gli scenari possibili e soprattutto mettere in guardia rispetto a "operazioni affrettate, poco condivise e con l'unico intento di risparmiare a scapito dell'offerta formativa pubblica".

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FLC CGIL - CISL Scuola - UIL Scuola - Gilda degli Insegnanti

 

Apprendiamo (dai giornali) che la Conferenza provinciale di coordinamento ha approvato la perdita di due autonomie scolastiche (le scuole della Provincia di Reggio Emilia passeranno da 68 a 66 – di cui una non attivata) e una riorganizzazione delle scuole della provincia che cambia completamente l'assetto del ciclo primario e della scuola media.

Ci permettiamo però di criticare alcune affermazioni contenute nel documento:

"L'operazione non ha nulla a che vedere con i plessi e nemmeno con gli organici delle scuole" dice la Provincia: e ci mancherebbe altro che sparissero anche delle classi di alunni! Siamo già una delle province con il più alto rapporto alunni/classe d'Italia, e parte di una regione che aumenterà la popolazione 0-18 dell'8,3% entro il 2015 (contro una media nazionale dello 0,4), per fare un esempio i 13408 studenti di Reggio capoluogo diventeranno 14520 vorremmo anche vedere sparissero dei plessi!

Non è neanche vero che il dimensionamento non influisca sugli organici: sicuramente spariranno due Dirigenti Scolastici e due Dirigenti dei Servizi Generali e Amministrativi e poi non è possibile prevedere l'effetto sugli organici di ATA e Docenti che dipende dai numeri degli alunni delle singole scuole: a numero di studenti complessivo invariato un cambiamento nelle istituzioni scolastiche può dare numeri diversi.

"Abbiamo scelto di governare un processo e non di subirlo" dice la Conferenza, noi crediamo che il governo di un processo che coinvolge i numerosi lavoratori delle scuole e gli studenti più giovani del territorio reggiano significhi anche un dialogo e una condivisione del processo e delle sue motivazioni con le famiglie e le parti sociali, come tra l'altro la Regione Emilia-Romagna chiede nelle sua delibera sugli indirizzi regionali, mentre ci sembra invece che "governare un processo" per la Conferenza provinciale significhi decidere verticisticamente, senza ascoltare famiglie, lavoratori e parti sociali ridotti a spettatori da informare a cose fatte, quasi non fossero in grado di portare contributi di valore.

Ci piacerebbe capire dei "...numerosissimi incontri (una cinquantina almeno) anche pubblici.." quanti siano stati quelli effettivamente pubblici, e quanti invece svolti solo tra i decisori istituzionali, ci sembra che le famiglie siano state ampiamente trascurate (a Reggio Capoluogo non ci risulta nessun incontro pubblico con le famiglie, ed è il comune più toccato dalle trasformazioni); chiederemo anche di vedere i pareri obbligatori dei Consigli d'Istituto delle scuole coinvolte cosa hanno indicato sull'argomento (anche questa informazione non è stata minimante fornita alla parti sociali nonostante l'"ampio confronto" rivendicato dalla Conferenza Provinciale di coordinamento).

Di sicuro le Organizzazioni Sindacali sono state convocate solo dall'Assessore di Reggio Emilia per la presentazione un piano comunale (poi variato) su cui abbiamo espresso unitariamente perplessità (che non sono state minimamente prese in considerazione); dei piani degli altri comuni non abbiamo saputo niente.

Nella commissione Tripartita Provinciale il piano complessivo non è stato presentato perché non ancora pronto e la commissione stessa ha potuto esprimersi solo sulla riorganizzazione delle scuole superiori (di cui è stata data ampia informativa) mentre il passaggio istituzionale con la commissione Tripartita sulla riorganizzazione delle scuole primarie e medie è mancato completamente con una violazione degli obiettivi della commissione stessa. E per fortuna la Regione ha deliberato che "Gli atti con cui le Province approvano la programmazione di loro competenza devono inoltre evidenziare:

...b) il coinvolgimento delle Conferenze Provinciali Tripartite..."

Chiederemo di vedere gli atti della Provincia di Reggio Emilia cosa dicono su questo punto!

Poiché in data 26 ottobre 2011 la conferenza Stato-Regioni in materia di applicazione del dimensionamento scolastico si impegna a raggiungere l'obiettivo previsto nel 2014/2015, Le scriventi OO.SS.

chiedono ai comuni e alla Provincia di Reggio Emilia di rinviare le operazioni di dimensionamento di un anno (cioè applicarle dall'anno scolastico 2013/2014),

  • comunque abbondantemente entro i tempi previsti dalla conferenza Stato-Regioni,
  • evitando operazioni affrettate e per niente condivise con le famiglie e le parti sociali,
  • lasciando anche un anno di tempo alle Scuole coinvolte per porre con la dovuta cura eventuali osservazioni sulle operazioni da farsi, per svolgere i necessari incontri tra le scuole che formeranno i nuovi istituti volti all'armonizzazione delle offerte formative e all'informazione alle famiglie degli studenti coinvolti;

chiedono inoltre che non si perdano ulteriori istituzioni scolastiche reggiane, ricordando che la provincia (e la regione) sono già state teatro di dimensionamento alla fine degli anni 90 (dimensionamento che in molte altre regioni NON è stato effettuato). Ribadiamo che entro il 2015 la popolazione dell'Emilia Romagna tra gli 0 e i 18 anni aumenterà dell'8,3%; è inutile perdere istituzioni scolastiche per risparmiare e trovarsi poi con un numero di studenti ingestibile o, peggio, con la qualità dell'istruzione che precipita. La media degli studenti per classe della provincia di Reggio è tra le più alte d'Italia, è questo il risultato della "correttezza e lungimiranza" degli amministratori Reggiani?

Non siamo contrari alle razionalizzazioni e alle verticalizzazioni che migliorino la qualità dell'offerta formativa, ma siamo contrari a operazioni affrettate, poco condivise e con l'unico intento di risparmiare a scapito dell'offerta formativa pubblica.

Ci sembra che la Conferenza Provinciale di coordinamento (Provincia, Ufficio Scolastico Provinciale, Comuni, Dirigenti scolastici, Enti di Formazione) intenda l'"ampio confronto" quello svolto tra i soggetti stessi, ignorando gli altri soggetti del territorio coinvolti e le delibere Regionali, assumendosi la responsabilità politica della mancata condivisione delle scelte fatte. Alla prova dei fatti, se gli Enti Locali reggiani continueranno per la loro strada, "abituati a governare i processi e non a subirli", non potranno attribuire ad altri le responsabilità del disorientamento e della confusione che si creeranno tra i lavoratori e l'utenza, delle difficoltà di integrazioni frettolose, della ingovernabilità di Istituzioni Scolastiche destinate a diventare mastodontiche (mentre altre, magari, diminuiranno vistosamente) nonché della perdita, seppur contenuta, di posti di lavoro.

Le scriventi OOSS chiedono infine ai partiti politici e alle associazioni che si occupano di istruzione attive sul territorio Reggiano di prendere una doverosa posizione sul merito e sul metodo dell'operazione di dimensionamento:

  • Sono d'accordo con la perdita di due istituzioni scolastiche in Provincia a fronte dei citati numeri su alunni per classe e crescita prevista?
  • Sono d'accordo sulla mancata condivisione delle operazioni con famiglie e parti sociali?
  • Sono d'accordo che la Provincia di Reggio Emilia ignori le indicazioni Regionali su tempistiche e criteri, quasi l'unica provincia dell'Emilia-Romagna ad applicare effettivamente gli ultimi scampoli dei tagli del governo precedente?

Sollecitiamo partiti e associazioni, se d'accordo, a supportare con forza la nostra richiesta di rinvio di un anno dell'applicazione del dimensionamento come, tra l'altro, ci risulta abbiano fatto la maggioranza delle province della Regione Emilia Romagna.

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FLC CGIL - CISL Scuola
Reggio Emilia

Lettera aperta ai membri del Consiglio d'Istituto e a tutto il personale

In questi giorni ci segnalano da più parti la richiesta da parte dell'ente locale dell'obbligatorio (ma non vincolante) parere dei consigli d'istituto delle scuola coinvolte sulle proposte di dimensionamento della rete scolastica.

Chiariamo la situazione:

  • L'art. 19 della legge 111/2011 richiede un nuovo dimensionamento della scuole in Italia con l'unico, dichiarato, scopo di contenere la spesa e stabilizzare la finanza pubblica (altri 172 milioni di euro da togliere alle scuole, principalmente attraverso riduzioni di organico), senza alcuna valutazione o programmazione didattica e invadendo un campo (la programmazione della rete scolastica) di competenza della regioni;
  • Parecchie regioni, tra cui l'Emilia-Romagna impugnano tale articolo in quanto invasivo di prerogative regionali;
  • In data 19 settembre la Regione Emilia-Romagna emana gli indirizzi di programmazione triennale dell'offerta di istruzione che invita gli enti locali a soluzioni graduali, condivise con scuole, parti sociali e famiglie che comportino come punto fermo della programmazione l'invarianza del numero di autonomie scolastiche provinciali;
  • In data 26 ottobre 2011 la conferenza Stato-Regioni in materia di applicazione del citato art. 19 L.111/2011 propone di accorpare Direzioni Didattiche e Scuola Medie in Istituti Comprensivi solo per favorire la verticalizzazione dei percorsi e la continuità didattica per una maggiore qualità dell'offerta formativa che tenga conto delle condizioni del territorio; se l'accorpamento risultasse piuttosto una forzatura "quantitativa" rispetto alle scelte ed ai comportamenti delle famiglie e degli alunni meglio mantenere le attuali istituzioni e, soprattutto, si impegna a raggiungere l'obiettivo previsto nel 2014/2015.

Le proposte di ridimensionamento della rete scolastica del ciclo primario porterebbero, in alcuni casi, alla preoccupante possibilità della perdita di autonomie scolastiche reggiane o di affrettate operazioni di scomposizione e ricomposizione delle istituzioni scolastiche attuali poco condivise, poco comprese e, in prospettiva, poco sostenibili.

Il territorio Reggiano è già stato teatro di razionalizzazioni che hanno portato ad uno scarto tra il numero ottimale di istituzioni Scolastiche del ciclo primario chiesto dal Ministero e quello attuale inferiore al 5%, mentre più della metà delle province italiane supera il 15% con punte del 45%. Alla luce di tutto ciò ci sembra improponibile che il risultato complessivo dei dimensionamenti sia la perdita di autonomie scolastiche reggiane.

Non abbiamo notizie del coinvolgimento della generalità dei docenti e delle famiglie nelle discussione sulle proposte, nonostante quanto richiesto dalla regione (vedi sopra).

Entro il 2015 la popolazione dell'Emilia Romagna tra gli 0 e i 18 anni aumenterà dell'8,3% contro la media nazionale dello 0,4%, Quali sono i dati per la provincia di Reggio Emilia? è inutile unire scuole per risparmiare e trovarsi poi nella necessità di ridividerle perché il numero degli studenti è diventato ingestibile.

Le necessità di una vera riorganizzazione, soprattutto nel capoluogo, sono abbastanza complesse da richiedere un notevole rimaneggiamento delle attuali autonomie scolastiche che richiederà cambiamenti notevoli nei Piani dell'Offerta Formativa (POF), nelle piante organiche, nei bilanci e nella composizione delle attuali scuole del ciclo primario. Le informazioni che avete ricevuto e riceverete vi mettono in grado di decidere serenamente con un buon grado di consapevolezza sulla situazione?

Vi chiediamo di contribuire a che non si prendano decisioni affrettate, potenziale fonte di confusione per le famiglie su DOVE andranno ad iscrivere i figli nel prossimo anno e CON QUALI docenti (taglia e cuci di scuole significa anche incertezza di quali docenti saranno nelle nuove istituzioni).

I termini previsti dalla programmazione Regionale e dalla Conferenza Stato-Regioni lasciano ampi margini perché queste operazioni vengano fatte nei prossimi anni con un percorso più condiviso.

Quando esprimerete un parere, che se anche non vincolante per gli enti locali è comunque significativo per noi e per le famiglie, vi chiediamo di riflettere sul fatto se sia veramente necessario, alla luce del quadro normativo esposto, prendere una decisione in questo momento o se, invece, non sia necessario più tempo per condividere compiutamente queste proposte con le famiglie e i colleghi, finanche con un parere negativo se sollecitato con troppa fretta.

Non siamo contrari alle razionalizzazioni e alle verticalizzazioni che migliorino la qualità dell'offerta formativa, ma siamo contrari a operazioni affrettate, poco condivise e con l'unico intento di risparmiare a scapito dell'offerta formativa pubblica.

Le segreterie provinciali di Reggio Emilia
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