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Stabilizzazione precari: a Ravenna sentenza favorevole per i precari storici della scuola

Il Giudice del lavoro di Ravenna dà ragione alla FLC CGIL.

11/04/2017
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A cura della FLC CGIL Ravenna

A sette anni dal ricorso promosso dalla FLC CGIL Ravenna contro il Miur per la mancata stabilizzazione dei precari, arrivano i primi risultati positivi infatti, le prime sentenze emanate dal Giudice del lavoro di Ravenna, Dario Berardi, sono favorevoli.

La FLC CGIL aveva chiesto la stabilizzazione, il risarcimento dei danni subiti, la ricostruzione di carriera.

Il ricorso coinvolge circa 250 lavoratrici e lavoratori con il profilo personale ATA e docente che hanno prestato servizio su posti vacanti e disponibili per oltre 36 mesi con contratto a tempo determinato. Finora sono state un centinaio le cause discusse nella nostra provincia e tutte e 100 hanno avuto esito positivo per quel che riguarda l’anzianità di servizio con la relativa ricostruzione di carriera, in virtù della non discriminazione tra servizio prestato con contratto a tempo determinato e servizio prestato con contratto a tempo indeterminato. Negativa la sentenza invece per quel che riguarda il risarcimento danni e la stabilizzazione. C’è da dire però, che per quest’ultimo punto, ad oggi, i ricorrenti presenti nelle cause già discusse, sono quasi tutti stati assunti a tempo indeterminato. Siamo in attesa di capire come intenderà muoversi il Giudice del lavoro con le prossime sentenze, poiché saranno una decina, i ricorrenti che non hanno ancora firmato un contratto a tempo indeterminato.

Infine, nelle cento cause discusse e “vinte”, vi sono 11 lavoratori che, avendo avuto tre o più contratti a tempo determinato al 30 giugno nello stesso istituto, hanno ottenuto il riconoscimento stipendiale di luglio e agosto con la relativa ricostruzione di carriera anche per questi 2 mesi (da moltiplicare per il numero degli anni lavorati nella stessa scuola).

Soddisfazione concreta quindi per la parziale vittoria ottenuta; la FLC CGIL raggiunge ancora una volta un risultato notevole a salvaguardia di tutte quelle lavoratrici e quei lavoratori precari che, hanno fatto della loro professionalità la “qualità” della scuola pubblica italiana.