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A Piacenza vincono i NO al referendum sul contratto scuola indetto dalla FLC e dalla Cisl Scuola

Grande consenso per la posizione della FLC anche da iscritti ad altri sindacati. Il valore del dato di Piacenza è sostenuto anche dall'alta partecipazione al voto, il 55,7% degli aventi diritto.

05/02/2009
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Comunicato stampa della FLC Cgil di Piacenza

A Piacenza il risultato del referendum sul contratto della scuola indetto da FLC Cgil e Cisl Scuola ha dato come esito la partecipazione di 2790 lavoratrici e lavoratori pari al 55,7 % degli aventi diritto al voto. I SI' sono stati 855 pari al 31,2 %, i NO sono stati 1880 pari al 68,8%. La maggioranza dei lavoratori ha sostenuto le ragioni che hanno spinto l'FLC Cgil a non sottoscrivere l'accordo sul rinnovo del contratto biennale del comparto scuola.

Prima di tutto è stata una grande prova di democrazia. In presenza di un contratto già firmato dalla maggioranza delle sigle sindacali, le lavoratrici e i lavoratori della scuola di Piacenza invece di piegarsi alla rassegnazione, hanno reagito con la partecipazione e hanno bocciato l'accordo firmato da CISL,UIL,SNALS e GILDA.

A Piacenza vorremmo sottolineare la positiva anomalia della CISL scuola che ha condiviso la scelta di portare in assemblee unitarie le due diverse posizioni insieme alla convinzione che la democrazia è una risorsa che va praticata sia quando le organizzazioni sindacali pervengono ad una posizione unitariamente condivisa, sia per dirimere ipotesi discordanti. L'assenso ad un contratto non può essere desunto automaticamente dalla rappresentatività dei sindacati firmatari anche quando essi, come in questo caso – in ragione del numero degli iscritti- rappresentano la maggioranza dei lavoratori.

Per la CGIL un contratto per avere legittimità deve essere approvato attraverso l'espressione formale e diretta della maggioranza dei lavoratori che sono coinvolti dagli effetti di quel contratto.
L'inosservanza di questa regola rende vulnerabile l'autonomia e l'identità democratica di ogni organizzazione sindacale.
Il voto dei lavoratori deve essere concretamente promosso e praticato anche perché la partecipazione che non trova sbocco nella sovranità reale è destinata a consolidare nei lavoratori la convinzione che il sindacato rappresenta solo se stesso e non si connette alle loro esigenze.

Contrariamente a quanto spesso si sente dire non esiste contrasto tra unità sindacale e democrazia, quasi che il raggiungimento della prima dovesse comportare il sacrificio della seconda. E' la pratica democratica, per quanto più faticosa e densa di incognite, che rende più solida l'unità perché da accordi fra gli stati maggiori essa diviene unità fra i lavoratori, fondata su un consenso verificato e il mandato che da questo processo emana si traduce in rappresentanza reale.

Ora abbiamo la responsabilità di dare continuità e forma a questa scelta dei lavoratori, con la consapevolezza che sarà molto difficile finché non sarà stata sconfitta quella sistematica ricerca da parte delle altre Organizzazioni Sindacali di un rapporto privilegiato con la controparte e la scelta di firmare accordi separati.

Quello che voglio sottolineare con nettezza è che la FLC continuerà a lavorare per convergenze unitarie, ricercando le possibili mediazioni, ma sapendo che non si condannerà mai alla subalternità, perché autonomia sociale e contrattuale sono le condizioni per difendere la nostra funzione di rappresentanza ed esercitare, fino in fondo un ruolo da protagonisti e non da comparse.

Piacenza, 2/02/2009

La segretaria generale FLC Cgil Piacenza
Raffaella Morsia