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“Perché Noi no? Stesso lavoro, stessi diritti”, a Modena il 14 maggio
Arriva anche a Modena la campagna nazionale dei ricercatori precari universitari per chiedere dignità, risorse e stabilità.
10/05/2019


A cura della FLC CGIL Modena
Arriva anche a Modena la campagna “Perché Noi no? Stesso lavoro, stessi diritti” dei ricercatori precari universitari, promossa a livello nazionale dal sindacato FLC CGIL, Associazione dottorandi e dottori di ricerca italiani-Adi e Ricercatori Determinati.
Martedì 14 maggio, dalle ore 16 alle 18, presso il dipartimento di Fisica (primo piano, aula L 1.7) di via Campi 213/a, è prevista l’assemblea dei ricercatori di tutti i dipartimenti di Unimore per affrontare il tema della precarietà che riguarda tanti atenei italiani. Sarà presente, fra gli altri anche Tito Russo della FLC CGIL nazionale.
L’Italia è capofila nei tagli all’Università e alla Ricerca, mentre altri Paesi europei investono nel loro futuro.
La campagna ideata pone delle domande a cui si pretendono risposte concrete da parte del Governo.
I ricercatori universitari invecchiano precari, senza vere prospettive di reclutamento, mentre nelle università italiane mancano docenti, e i colleghi europei entrano in ruolo tra i 30 e i 35 anni.
Negli atenei italiani si assiste a precariato selvaggio e lavoro gratuito, mentre i ricercatori europei hanno diritti e retribuzioni adeguate.
Sono decine di migliaia i ricercatori determinati a riprendersi il loro presente e futuro e chiedono:
Martedì 14 maggio, dalle ore 16 alle 18, presso il dipartimento di Fisica (primo piano, aula L 1.7) di via Campi 213/a, è prevista l’assemblea dei ricercatori di tutti i dipartimenti di Unimore per affrontare il tema della precarietà che riguarda tanti atenei italiani. Sarà presente, fra gli altri anche Tito Russo della FLC CGIL nazionale.
L’Italia è capofila nei tagli all’Università e alla Ricerca, mentre altri Paesi europei investono nel loro futuro.
La campagna ideata pone delle domande a cui si pretendono risposte concrete da parte del Governo.
I ricercatori universitari invecchiano precari, senza vere prospettive di reclutamento, mentre nelle università italiane mancano docenti, e i colleghi europei entrano in ruolo tra i 30 e i 35 anni.
Negli atenei italiani si assiste a precariato selvaggio e lavoro gratuito, mentre i ricercatori europei hanno diritti e retribuzioni adeguate.
Sono decine di migliaia i ricercatori determinati a riprendersi il loro presente e futuro e chiedono:
- Un Piano straordinario di reclutamento dei ricercatori e docenti necessari a garantire a tutti istruzione di qualità e avanguardia nella Ricerca.
- Una riforma del pre-ruolo che semplifichi la giungla di contratti precari ed offra a tutti diritti ed una giusta retribuzione per mettere fine allo sfruttamento di assegnisti, borsisti, docenti a contratto, Rtd.
- Un serio piano di investimenti su Istruzione, Università e Ricerca per immaginare un futuro per loro e per il Paese.
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