Università di Bologna: DIS-COLL, affollata assemblea di dottorandi e assegnisti di ricerca
Tra gli organizzatori dell’incontro, che aveva carattere seminariale, la FLC CGIL di Bologna.


A cura della FLC CGIL Bologna
Mercoledì 19 luglio 2017, presso l’Aula I della Scuola di Lettere dell’Università di Bologna, si è tenuta un’affollata assemblea di Dottorandi e Assegnisti di Ricerca dell’Università di Bologna, convocata dalla FLC CGIL insieme alla Rete dei Precari della ricerca e della didattica di Bologna e di ADI Bologna.
L’assemblea aveva innanzitutto lo scopo di informare rispetto all’importante risultato dell’estensione della DIS-COLL alle figure "atipiche" dell’Università a partire dal 1 luglio, ricordando come questa sia da considerarsi come una vittoria di tutte le ricercatrici e i ricercatori precari e dei dottorandi, che da anni rivendicano il riconoscimento della dignità del proprio lavoro, e che hanno sempre trovato al loro fianco in questa battaglia la FLC CGIL.
L’assemblea ha avuto inoltre un profilo seminariale, con l’obiettivo di informare dettagliatamente chi vi ha partecipato rispetto alle modalità di calcolo dell’indennità (sia per quanto riguarda la misura che per quanto riguarda la durata), i requisiti necessari e le modalità per fare richiesta. per questo, ci siamo potuti avvalere della presenza e del contributo di una compagna del Patronato INCA CGIL, che accoglierà gli assegnisti e i dottorandi che si rivolgeranno alla CGIL per farsi assistere nella domanda di DIS-COLL.
L’assemblea ha comunque discusso a 360° della difficile situazione che sta vivendo l’Università pubblica, anche in una realtà storicamente solida come quella bolognese.
In particolare, sono emerse in tutta la loro drammaticità le condizioni di incertezza lavorativa, economica ed esistenziale delle migliaia di figure precarie che quotidianamente svolgono attività vitali al funzionamento dell’Ateneo: dagli assegnisti di ricerca sui quali grava la "spada di Damocle" del limite dei 6 anni di assegno introdotto dalla "riforma Gelmini"; fino ai Docenti a Contratto, un vero proprio esercito di invisibili, spesso con compensi e redditi che li collocano a pieno titolo nella definizione di "working poor", e attraverso i quali l’Università "esternalizza" una quota crescente di attività didattica, "scaricando" in questo modo verso il basso le contraddizioni di un reclutamento insufficiente e il cui rilancio strategico e organico appare sempre più urgente.
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