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Volano i contagi in età scolare

Allarme nel governo per i dati e le varianti. Gimbe: solo 4 regioni fuori dalla chiusura

09/03/2021
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ItaliaOggi

Emanuela Micucci e Alessandra Ricciardi

Volano i contagi in età scolare, soprattutto tra i bambini tra 0 e 9 anni: +32,8% di positivi in poco più di un mese, pari a 101.388 nuovi contagi tra 0 e 19 anni, cioè circa un quarto di tutti i 410.746 under 19 infettati dall'inizio della pandemia. Non solo. Di tutti i nuovi casi dal 27 gennaio ben il 28,22% si sono concentrati nell'ultima settimana, dal 1 al 7 marzo. Con un picco martedì scorso di +10.491 positivi in un solo giorno, pari addirittura al 62,8% di tutti i 17.083 nuovi positivi registrati quella giornata. E aumentano anche i focolai scolastici, che già nelle settimane di febbraio avevano ormai superano di misura il picco di ottobre. Ed è allarme nel governo. Che ieri nella cabina di regia ha preso in esame nuove misure restrittive, la cui conferma è però rinviata ai prossimi giorni, quando ci saranno dati più certi, dopo quelli del lunedì che risentono del minor numero di tamponi solitamente fatti nel fine settimana. Misure che vanno dall'anticipo del coprifuoco al lockdown nel week-end alla chiusura totale di tutte le attività per tre settimane: il tempo necessario a freddare l'avanzata delle varianti e intanto accelerare sulle vaccinazioni.

La scuola resta osservata speciale: il ministro dell'istruzione, Patrizio Bianchi, nel vertice di ieri con Cts e Istituto superiore di sanità, ha cercato di capire se è possibile avere un monitoraggio dei dati su contagi e focolai negli istituti originato dalla stessa scuola. Una trasmissione di dati, quella affidata ai presidi, che era stata accantonata nei mesi scorsi perché ritenuta scientificamente poco affidabile. Ma che ora Bianchi vorrebbe rilanciare, con i dovuti correttivi, per avere un quadro aggiornato e in tempo reale sulla scuola. Quello che finora è mancato e che rischia di arrivare però quando le scuole sono o chiuse o si avviano alla chiusura. Una nuova piattaforma per l'elaborazione dei dati dovrà essere definita nei prossimi giorni.

Intanto l'istituto superiore continua a fare, sulla base dei dati comunicati dalle autorità sanitari, il report per fasce di età. Quasi un mese fa, il 18 febbraio, la variante inglese già riguardava oltre il 18% di tutti i contagi e, sottolinea il presidente dell'Iss Silvio Brusaferro, «diventerà prevalente, entro la settimana corrente». Indicatori che hanno spinto il Cts a cambiare rotta sul rientro a scuola che aveva deciso solo il 17 gennaio come si legge nel verbale di quella seduta. Stop lezioni in presenza nelle scuole di ogni ordine e grado nelle zone rosse e dappertutto se l'incidenza è almeno di 250 casi per 100 milaabitanti: questa la proposta accolta da Draghi nel Dpcm appena entrato in vigore.

Un tetto che, stando all'elaborazione della Fondazione Gimbe sui dati del ministero della salute, già la scorsa settimana avrebbe costretto alla Dad gli alunni di tutte le scuole tranne quelli di Sardegna, Valle d'Aosta, Sicilia e Calabria. I monitoraggi settimanali e quotidiani dell'Iss parlano chiaro. La fascia di età tra 0 e 19 anni rappresenta il 22,5% di tutti i contagi, con un incremento di quasi il +33% in poco più di un mese: era, infatti, il 14,1% del totale il 27 gennaio, per poi aumentare al 15,7% il 3 febbraio (+11,3%) e proseguire costantemente il trend di crescita nelle settimane successive. Arrivando al 17% il 10 febbraio (+8,3%), al 17,9% il 17 febbraio, al 18,1% il 24 febbraio, un mese dopo. Per diventare il 17,7% il 3 marzo e, appunto, il 22,5% domenica. In questo periodo l'Iss registra 101.388 nuovi positivi nella fascia di età tra 0 e 19 anni. Ad aumentare sono soprattutto i più piccoli, quelli tra 0 e 9 anni, in età da nido, materna e primaria: un incremento che sfiora il 40% (+39,4%), arrivando a 39.538 nuovi positivi da fine gennaio. Mentre i ragazzi tra 10 e 19 anni registrano un aumento di casi di quasi un terzo, +29,6%, pari a 61.850 nuovi positivi dal 27 gennaio.

Una conferma arriva dagli ospedali. «Circa il 20% dei contagiati è rappresentata da bambini e ragazzi», afferma Antonio Baretta, direttore generale dell'azienda ospedaliera universitaria di Siena: «la maggiore circolazione del virus tra le persone più giovani si riflette spesso nei contagi dei soggetti tra 50 e 60 anni, il 30%».


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