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Vigilia di Maturità per 500mila. Ma tranquilli, saranno quasi tutti promossi

Statistiche alla mano il vero ostacolo è ottenere il lasciapassare: il numero dei respinti lo scorso anno ha riaperto la polemica sull'utilità degli esami. E' il penultimo esame "tradizionale" prima che - nel 2019 - parta la rivoluzione prevista dalla Buona Scuola.

15/06/2017
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la Repubblica

Salvo Intravaia

Tra notti insonni, ricerca spasmodica degli argomenti “più probabili” per lo scritto di Italiano e full immersion di studio, parte la maturità 2017. La penultima prima che subentri la rivoluzione dettata dalla Buona scuola. Nell’estate 2019 cambierà tutto ma fra qualche settimana gli oltre 500mila studenti alle prese con l’esame di stato dovranno vedersela ancora con tre prove scritte e un colloquio. E nonostante la paura della vigilia, alla fine, saranno quasi tutti promossi. Perché negli ultimi anni, il numero dei bocciati all’esame si è assottigliato a tal punto da far apparire inutile l’esame stesso. Numeri alla mano, l’ostacolo più insidioso per gli studenti non è superare l’esame davanti alla commissione ma ottenere il lasciapassare per le prove.

Lo scorso anno, il 4 per cento degli studenti non venne ammesso agli esami e della rimanente parte soltanto lo 0,5 per cento non riuscì a superare l’esame. Per questa ragione il ministero dell’Istruzione ha lanciato la campagna #NoPanic: niente panico agli esami, basta studiare. Nell’edizione 2017 sono oltre 505mila gli studenti ai nastri di partenza, quasi 2mila in più rispetto al 2016, suddivisi in 25.256 classi quinte per un totale di 12.691 commissioni, ognuna delle quali abbraccia due classi. Ma l’aumento dei maturandi quest’anno riguarda quasi esclusivamente i privatisti – coloro che si presentano agli esami senza avere seguito neppure un giorno di lezione – sia nelle scuole statali (più 4 per cento) sia nelle paritarie (più 3 per cento). Un ritorno di fiamma per i tantissimi dispersi che non hanno completato gli studi in passato?  

Il D-day è stato fissato per mercoledì 21 giugno, quando gli studenti saranno chiamati ad affrontare la prova scritta di Italiano nelle consuete quattro formule: analisi del testo, saggio breve/articolo di giornale, tema storico e tema di attualità. Il giorno successivo, sarà la volta dello scritto d’indirizzo: Latino al classico, Matematica allo scientifico, Lingua straniera al linguistico e Scienze umane nell’omonimo liceo. La terza prova, in genere sotto forma di quiz con domande aperte o a risposta multipla, è in programma lunedì 26 giugno, il giorno dopo dei ballottaggi per le elezioni amministrative che riguarderanno oltre mille comuni italiani. Il punteggio, sempre in centesimi, sarà suddiviso in tre parti: 45 punti, 15 per ognuno dei tre scritti in programma, 30 punti al colloquio finale e 25 punti di credito scolastico collezionati nel corso degli ultimi tre anni.

Anche quest’anno, soltanto in alcune classi gli studenti saranno sottoposti ad una parte del colloquio con la metodologia Clil: una disciplina non linguistica da esporre in lingua straniera. Sarebbe un obbligo per tutte le commissioni ma la formazione degli insegnanti italiani procede a rilento, una novità introdotta dalla riforma Gelmini entrata a regime due anni fa. Novità che si aggiungerà alla mezza rivoluzione che scatterà dal 2016, quando i ragazzi che attualmente frequentano le terze classi faranno da cavia per un esame di stato riformato dalla Buona scuola: due soli scritti, con la terza prova che va in soffitta, e rivoluzione del punteggio. Ai due scritti sarà possibile attribuire al massimo 20 punti così come al colloquio finale. Mentre la carriera scolastica peserà di più: 40 punti. E per essere ammessi agli esami occorrerà avere svolto le 200/400 ore di Alternanza scuola-lavoro e le prove Invalsi che verranno introdotte all’ultimo anno.


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