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Valutazione, a settembre arriva la carta d’identità delle scuole

Il piano nazionale di valutazione delle scuole parte a settembre, con un format unico per delineare i punti forti e quelli deboli di ogni istituzione scolastica

01/08/2014
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Corriere della sera

Valentina Santarpia

Non solo il «quizzone», come superficialmente viene definito il test Invalsi a cui vengono sottoposti ogni anno gli studenti di II e V elementare, III media e II superiore. La valutazione scolastica è molto di più, e da settembre proverà a dimostrarlo. Con l’avvio ufficiale del sistema nazionale di valutazione delle scuole, ogni istituto avrà un vera e propria scheda, utile a delinearne caratteristiche, punti forti e punti deboli: una sorta di«carta di identità», che sarà realizzata partendo dal rapporto di autovalutazione di presidi e docenti, chiamati a delineare successi e difficoltà del proprio operato, anche tenendo conto dei risultati scolastici dei loro studenti e del loro status-socio economico. «E’ un’idea di valutazione che sottolinea il protagonismo di insegnanti e dirigenti come professionisti in grado di dare conto autonomamente del proprio lavoro- spiega il presidente dell’Invalsi,la professoressa Annamaria Ajello - Occorre tuttavia evitare che la richiesta di predisporre il report di autovalutazione venga vissuta dalle scuole come l’ennesimo adempimento burocratico. Ciò porterebbe il processo di valutazione su un itinerario fallimentare». Il ministero dell’Istruzione sta studiando un format apposito, uguale per tutti, che permetta quindi a chiunque, alle famiglie, ai docenti, ai dirigenti, di accedere facilmente alle informazioni di proprio interesse. La «carta di identità» delle scuole conterrà anche i risultati dei test Invalsi sottoposti ai ragazzi, e quindi permetterà di capire le tendenze di performance degli studenti in quell’istituto.Che saranno sempre più trasparenti: l’Invalsi infatti renderà noti anche i nomi e le modalità di reclutamento dei collaboratori che elaborano le prove.

Cosa deve sapere uno studente di terza media

Un’accelerazione sarà data anche all’analisi dei risultati Invalsi ottenuti finora: perché ci sono regioni dove sistematicamente i risultati sono peggiori che in altre? Come si possono migliorare i risultati? E, soprattutto, quali sono gli «apprendimenti irrinunciabili», quello che un ragazzo che esce dalla scuola media non può non sapere o essere in grado di fare? L’intento dell’istituto di valutazione è quello di creare una sorta di base minima di nozioni, che debba essere considerata imprescindibile per poter permettere agli studenti di poter proseguire il proprio percorso, indipendentemente dalla regione in cui vive o dall’istituto che frequenta. In questa direzione, è stato già avviato un accordo con i matematici, e il prossimo passo sarà quello di consultare gli esperti di lingua italiana.

Gli ispettori esterni

L’ultimo tassello della valutazione passerà per gli ispettori: uno degli elementi contenuti infatti nel regolamento sulla valutazione delle scuole, voluto fortemente dall’ex sottosegretario Elena Ugolini due anni fa ma di fatto rimasto inattuato, riguarda la «valutazione esterna». Scuole, docenti, presidi, risultati, non possono essere solo osservati dall’interno, ma vanno anche giudicati dall’esterno, per quanto questo concetto possa risultare ostile a sindacati e protagonisti. «Valutazione, autonomia e merito, ecco i pilastri su cui voglio rinnovare la scuola italina», ha ribadito più volte il ministro Giannini. E i commissari che danno la pagella anche la scuola saranno un elemento fondamentale di questo piano.