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Vaccini e scuola, il 10 marzo ultima data utile: stimati 30mila bimbi non in regola

Scadono i termini per presentare la documentazione: "Difficile sapere quanti non saranno ammessi alle lezioni"

10/03/2018
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la Repubblica

Valeria Pini

POTREBBERO essere circa 30mila i bambini sotto i sei anni non in regola con la documentazione per le vaccinazioni, ma di questi è impossibile sapere quanti non saranno ammessi a scuola, perchè ogni Regione si comporterà in modo diverso. Lo afferma il past president della Società italiana di Igiene Carlo Signorelli alla vigilia della scadenza del termine del 10 marzo per la presentazione dei certificati vaccinali necessari per evitare l'esclusione da nidi e materne.

"Al momento numeri certi non ce ne sono - sottolinea Signorelli -, l'unica base di partenza sono i 120mila in arretrato nelle coorti 2011-2015 calcolati dal ministero della Salute quando è stata approvata la legge. Di questi circa un terzo era già stato recuperato a ottobre 2017, e si può stimare che ancora circa 30mila non siano in regola. Difficilmente questi bambini non verranno riammessi a scuola. Ci sono Regioni che hanno una proroga perchè hanno l'anagrafe vaccinale, altre che danno un appuntamento d'ufficio quando mandano la lettera di richiamo ai genitori. Come minimo ci dovrebbe essere un ultimo colloquio con la Asl prima di arrivare all'esclusione. I conti si potranno fare solo a giugno".

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La stima è almeno nell'ordine di grandezza confermata dai alcuni dati provvisori forniti dalle Regioni, secondo cui ad esempio in Piemonte sono circa 1200 i bimbi a rischio, mentre in Veneto ai primi di febbraio erano 8800. I primi dati sugli effetti della legge sono comunque positivi. "La sensazione è che ci sia stato un bel recupero - conferma Signorelli -, l'obbligo ha agito sia sui genitori esitanti sia sulle strutture, che si sono trovate per effetto della legge sull'obbligo e del nuovo piano vaccinale a dover fare il doppio delle vaccinazioni rispetto al passato. I disservizi che si sono riscontrati sono stati minimi rispetto al carico a cui sono stati chiamati i centri vaccinali, che in quasi tutti i casi sono riusciti a far fronte alla domanda pur non avendo risorse aggiuntive".

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Una sensazione di recupero che emerge anche per quanto riguarda la copertura vaccinale del morbillo. "I dati dicono che c'è un aumento delle coperture vaccinali, buono per l'esavalente, perché siamo a un più 2,5%, quindi dovremmo superare di nuovo il 95% - ha detto Giovanni Rezzadirettore del dipartimento malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità a Radio 24. Il direttore Rezza sottolinea anche che "per ora sono disponibili solo dei dati ufficiosi, non ufficiali, perché sono dati preliminari da cinque regioni più un comune italiano, e mi sembrano piuttosto buoni".


Alcune Regioni presentano più casi a rischio, per una minore aderenza al piano vaccinale. In Italia esiste una piccola roccaforte anti-vaccini, difficile da espugnare. L'Alto Adige rappresenta "un grosso problema" per la "grandissima diffidenza nei confronti delle vaccinazioni", ha ricordato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin.Nella Provincia autonoma la percentuale di bambini vaccinati è di gran lunga la più bassa d'Italia. Gli "Impfgegner", come si chiamano i no vax in tedesco, da sempre sono molto attivi.


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