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Uscita da scuola, affare di Stato

Renzi: assurdo l’obbligo di accompagnamento. Fedeli porta il caso in Consiglio dei ministri E intanto si moltiplicano in tutta Italia le circolari fai-da-te degli istituti per la libertà di scelta

28/10/2017
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la Repubblica

ROMA.

La ministra Valeria Fedeli sulla questione “accompagnamento dei ragazzi delle scuole medie” firma un comunicato al giorno, primato personale. Scrive giovedì, all’ora di cena: «I dirigenti scolastici stanno attuando leggi dello Stato, per cambiarle serve un’iniziativa parlamentare ». Ieri però, ora di pranzo, visto che la canea non si è zittita, sceglie di andare oltre la difesa della sentenza della Corte di Cassazione civile. Scrive ancora Fedeli: «In Consiglio dei ministri ho posto la questione e ho appoggiato la proposta del Pd». Dopo lungo approfondimento, assicura, «e ben comprendendo il disagio vissuto in questo momento sia dalle scuole che dalle famiglie». Non c’è caos né inadeguatezza, replica. La ministra si riferisce agli attacchi di Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera.

La proposta del Partito democratico, avanzata dalla responsabile scuola Simona Malpezzi, sarà presentata in Parlamento già la prossima settimana. Consente libera scelta ai genitori: andare a prendere i figli al portone dell’istituto o lasciare che tornino a casa da soli. A 12 anni, a 13, a 14. Matteo Renzi aveva appena ricordato a Catania: «Il Paese reale parla di cose di cui la politica non parla quasi mai. Le persone normali discutono di questa pronuncia della Corte di Cassazione. Tutti siamo genitori e abbiamo figli e la sentenza sulla scuola fa discutere più della Banca d’Italia. Il Pd», ancora Renzi, «ha scelto di presentare una proposta emendativa per eliminare questo vincolo assurdo per il quale un ragazzino di terza media debba essere accompagnato a casa dai genitori. La nostra legislazione prevede il rispetto e la tutela del minore, ma non considera un valore l’autonomia e l’indipendenza del ragazzo».

In un clima già elettorale, erano stati i Cinque stelle a sollevare la questione. Una settimana fa, con un’interrogazione di Gianluca Vacca. La sentenza della Cassazione il 19 settembre scorso si è espressa in seguito alla morte di un undicenne della provincia di Arezzo, travolto nel 2002 da un autobus all’uscita da scuola.

Nei giorni successivi al 19 settembre, con le prime circolari restrittive dei presidi, in diverse città sono salite le voci di genitori troppo occupati o preoccupati per la mancata autonomia dei figli. «Possono andare da soli da casa a scuola, ma al ritorno no. Una follia». Ancora: «Se lavoriamo in due, o chiediamo ai nonni o spendiamo altri soldi per una baby sitter». Immediato il confronto con l’estero: «In Europa non c’è un Paese dove ragazzi già grandi debbano essere accompagnati».

Diversi dirigenti accolgono la protesta e, a Roma, a Torino, elaborano nuove circolari che provano a tenere insieme la sicurezza (dell’alunno ma anche del preside di fronte alla legge) con la volontà della maggioranza dei genitori italiani: «Fateli uscire da soli». Alcuni sindacati si lamentano delle nuove possibili incombenze per i bidelli, a organici ridotti.

Nell’affollamento di questo fine autunno parlamentare si cerca una soluzione all’ultima emergenza scolastica. Dalla prossima settimana.


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