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Universitari più bravi se arrivano da scuole che bocciano meno

I risultati delle analisi di Eduscopio, il portale della Fondazione Agnelli

12/11/2020
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La Stampa

maria teresa martinengo

torino

In un tempo complicato su tutti i fronti, le famiglie con figli in terza media stanno entrando nella stagione della scelta degli studi superiori. Anche qui la pandemia mette in crisi. Mancherà il confronto con gli studenti «fratelli maggiori» - gli open day si stanno avviando on line -, mancherà respirare l'aria degli istituti, cogliere impressioni.

Per queste ragioni www.eduscopio.it, il portale della Fondazione Agnelli nato nel 2014, che oggi debutta nell'edizione 2020, si conferma - con i suoi 1,8 milioni di utenti unici e 8,7 milioni di pagine consultate - un supporto importante per orientarsi. Per la nuova edizione, il gruppo di lavoro coordinato da Martino Bernardi ha analizzato i dati di 1.275.000 diplomati italiani in tre anni scolastici (dal 2014/15 al 2016/17) in 7.400 indirizzi nelle superiori statali e paritarie (salvo Valle d'Aosta e Bolzano). Obiettivo: individuare gli istituti che meglio preparano agli studi universitari (licei e istituti tecnici) e quelli per l'ingresso nel mondo del lavoro (tecnici e professionali).

Nel primo caso, a partire dal numero di esami superati all'Università e dalla media dei voti ottenuta, i ricercatori traggono indicazioni sulla qualità delle scuole di provenienza e la esprimono nell'Indice Fga.

Semplice da consultare, Eduscopio.it non ha l'obiettivo di individuare la scuola migliore in assoluto, ma di offrire il confronto tra istituti in un'area (dal proprio comune in un raggio di 10, 20 o 30 km). Un altro indicatore è la percentuale di studenti che arrivano alla maturità senza bocciature: «Le nostre analisi rivelano che non vi è alcuna relazione sistematica tra selettività della scuola e risultati dei diplomati all'università. Anzi, in media sono gli studenti delle scuole che meno selezionano durante il percorso a ottenere i risultati migliori all'università».

Per il lavoro sono stati analizzati gli esiti lavorativi di oltre 550mila diplomati. Due gli indicatori fondamentali: la percentuale dei diplomati occupati, che hanno lavorato per più di sei mesi in due anni dal diploma misurata su quanti non si sono immatricolati all'università. E la coerenza tra studi e lavoro svolto. Per quanto riguarda i diplomati degli istituti tecnici e professionali Eduscopio rivela che l'indice di occupazione ha continuato a crescere nel periodo considerato (pre-Covid), confermando il trend 2019. La crescita riguarda un po' tutti gli indirizzi di studio al Nord e al Centro. Anche al Sud - a Napoli, Bari, Palermo e in altre province - i segnali sono incoraggianti.«Molte famiglie - osserva il direttore della Fondazione Agnelli, Andrea Gavosto - sono spaesate e possono avere maggiori difficoltà, durante la pandemia, a farsi un quadro chiaro in vista della scelta. Eduscopio non può essere l'unico strumento per una decisione ponderata, ma il contributo di informazioni che offre gratuitamente può essere quest'anno ancora più utile». —


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