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Università. Renzi in tv lancia un’idea vecchia e insensata. Sinopoli, Flc Cgil, parla di propaganda. Gli universitari sul piede di guerra

Nel corso della trasmissione domenicale “Che tempo che fa”, il premier Matteo Renzi ha lanciato un’altra delle sue intemerate proposte: aprire un concorso per permettere a 500 “cervelli” italiani nelle università estere di fare ritorno in Italia

13/10/2015
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da Jobnews

Nel corso della trasmissione domenicale “Che tempo che fa”, il premier Matteo Renzi ha lanciato un’altra delle sue intemerate proposte: aprire un concorso per permettere a 500 “cervelli” italiani nelle università estere di fare ritorno in Italia. “Nella legge di stabilità – ha assicurato il premier – ci sarà una misura ad hoc per portare in Italia 500 professori universitari anche italiani. Un modo per attrarre i cervelli con un concorso nazionale basato sul merito e gli diamo un gruzzolo per progetti di ricerca”. Dinanzi a tutti i problemi che assillano le università italiane, l’annuncio di Renzi non può che essere assunto come una sorta di spot pubblicitario, proprio mentre, invece, la ministra Giannini, e il Pd, si apprestano a lanciare nel dibattito pubblico una nuova e devastante proposta di legge sull’università. Al quotidiano Il Messaggero, il responsabile Università della Flc Cgil, Francesco Sinopoli, ha risposto alla provocazione renziana: “Il rischio è che si tratti della solita propaganda, se ci sono i soldi per 500 gruzzoletti, sarebbe meglio fare 500 assunzioni con un concorso aperto ovviamente anche a chi sta all’estero. In Italia le assunzioni sono bloccate dal 2007, il sistema è al collasso con una riduzione dal 2009 del 22% dei professori universitari, negli ultimi dieci anni è stato tagliato il 97% dei precari e le immatricolazioni sono diminuite dalle 340mila del 2003-2004 alle 260mila del 2013-2014”.

Il giorno dopo l’annuncio sono gli studenti dell’Unione degli universitari a commentare con sarcasmo le parole di Renzi, e a mettere al posto giusto i tasselli di cui si compone il mosaico delle università italiane. “Il piano di Renzi per attrarre cervelli è uno spot”, afferma in una nota Jacopo Dionisio dell’Udu, “nella settimana della discussione della legge di stabilità non è ancora chiaro quali saranno gli interventi sull’università e siamo costretti ad inseguire le dichiarazioni dei vari esponenti del governo. Dopo settimane di indiscrezioni su un possibile piano straordinario di reclutamento per i ricercatori, il premier Renzi ha tirato fuori l’ennesima proposta spot: un piano per attrarre e reclutare professori su progetto, fornendo loro un budget di ricerca proprio da portare in dote negli atenei”.

“Al di là del merito della proposta, peraltro simile ad interventi già sperimentati come il programma Montalcini – aggiunge – è evidente come manchi totalmente la consapevolezza dello stato in cui versa l’università italiana, e di quali siano le sue priorità. Ancora una volta – evidenzia Dionisio – sembra prevalere la retorica, a discapito di una visione complessiva di università e ricerca”. La questione delle università italiane e della ricerca è infatti strutturale, e non si può risolvere con annunci televisivi. Va detto infatti che negli ultimi anni, proprio le leggi di stabilità hanno penalizzato il sistema nazionale universitario con una forte politica di tagli agli investimenti in ricerca, e con una politica del diritto allo studio estremamente punitiva nei confronti degli studenti meritevoli e meno abbienti. La verità è che anche il governo Renzi punta a fare dell’Università un luogo delle elite.

”L’università italiana – ribadisce il coordinatore Udu, Dionisio – è stremata da anni di politiche miopi e ideologiche, perde iscritti, mancano risorse e docenti e per risollevarsi ha bisogno di ben più che un piano per richiamare poche centinaia di ‘’cervelli’’ dall’estero e di qualche ‘gruzzoletto’’ da spendere. Pretendiamo – conclude Dionisio – che il governo chiarisca una volta per tutte in che modo si intende intervenire sull’università in finanziaria, confrontandosi con tutti gli attori del sistema e affrontando le molte emergenze che lo caratterizzano, a partire dal diritto allo studio e dai finanziamenti”.