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Università, numero chiuso verso la riforma «light»

Governo che va, proposta di modifica del numero chiuso che viene

02/10/2018
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Il Sole 24 Ore

Eugenio Bruno

Governo che va, proposta di modifica del numero chiuso che viene. Alla lunga lista di ministri che lo hanno messo nel mirino, salvo poi fare puntualmente retromarcia, si è aggiunta di recente Giulia Grillo. La titolare (pentastellata) della Salute nei giorni scorsi ha proposto la cancellazione dei test di ingresso a medicina a vantaggio del modello francese. E ci ha pensato il suo collega (leghista) dell’Interno, Matteo Salvini, a rincarare la dose dichiarando che, se dipendesse da lui, lo conserverebbe solo nelle facoltà umanistiche. Ma il Pnr, Programma nazionale di riforma, varato il 27 settembre insieme alla Nota di aggiornamento al Def, in realtà cita una mini-revisione incentrata su un maggiore orientamento. Tutto ciò in attesa delle graduatorie nominative nazionali per i corsi ad accesso programmato che saranno pubblicate il 2 ottobre (il 10 per medicina in lingua inglese).

La proposta per medicina

Come dimostrano i numeri non è così semplice immaginare un intervento unico per tutti i corsi ad accesso programmato. Medicina è il caso più urgente. Innanzitutto per la platea interessata. Anche nel 2018 gli aspiranti “camici bianchi” risultati idonei ai test di ingresso hanno superato di oltre quattro volte i posti disponibili. Per superare la discrepanza tra domanda e offerta la ministra Grillo sta pensando al modello francese. Lo stesso che sposta la selezione alla fine del primo anno sulla base dei crediti ottenuti e che aveva già affascinato il Governo Renzi. Senza però che l’idea sia stata tradotta in pratica. Complici le resistenze dei rettori che avrebbero non poche difficoltà a sistemare, anche fisicamente, 40mila matricole.

IL TREND DELLE SELEZIONI 
Partecipanti, idonei e posti disponibili per i corsi ad accesso programmato (Fonte: Ministero dell'Istruzione)

Il caso architettura

Una soluzione che va bene per medicina non è detto che sia adatta per architettura. Anzi. Quest’anno i vincitori dei quiz sono stati inferiori ai posti messi a bando: 5.720 a fronte di 7.148 disponibilità. Tant’è vero che, per i professionisti del settore il tema sembra essere più l’attualità o meno della graduatoria unica nazionale e delle procedure di mobilità che l’abolizione del numero chiuso. Vista la polarizzazione sempre più in atto delle domande verso poche, grandi, scuole. Con tanti piccoli atenei che ricevono sistematicamente un numero di richieste inferiore agli spazi liberi.

Le soluzioni allo studio

Di Giulia Grillo si è detto. E la soluzione che guarda oltralpe sembrava trovare d’accordo anche il Carroccio. In una proposta di legge depositata alla Camera dal deputato leghista Paolo Tiramani si propone la cancellazione del numero chiuso per medicina e odontoiatria, architettura e veterinaria. Affidando a un decreto ministeriale del Miur il compito di stabilire «i meccanismi selettivi per gli studenti iscritti a corsi universitari, consistenti nella fissazione di quote minime di esami di profitto da superare, nel primo anno di corso». 

Con deroghe ad hoc per studenti lavoratori, con familiari a carico o difficoltà di salute. Ma il Pnr approvatoil 27 settembre rende il quadro un po’ meno certo. Limitandosi a proporre la revisione del numero chiuso «attraverso un modello che assicuri procedure idonee a orientare gli studenti verso le loro effettive attitudini». Rimescolando di fatto le carte.


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