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Università, le nuove regole per i dottorati di ricerca: meno burocrazia

Procedure più snelle anche per i percorsi industriali. Ma l'Adi è critica: "Senza risorse nessun avanzamento vero"

01/03/2019
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la Repubblica

Ilaria Venturi

Sarà più semplice per le università accreditare i dottorati di ricerca. E sarà snellita la burocrazia per favorire la convenzione con le aziende. È quanto previsto dalle nuove linee guida per l'accreditamento dei corsi di dottorato messe a punto, su indicazione del ministro Marco Bussetti, dal Dipartimento per la formazione superiore e la ricerca guidato da Giuseppe Valditara. Una riforma annunciata che modifica alcuni aspetti importanti. Ma che a giudizio dell'Associazione dottorandi e dottori di ricerca in Italia (Adi) senza risorse non cambia il sistema.

Tra le novità, cambiano i criteri di selezione del collegio dei docenti del dottorato: via la Vqr come metro di valutazione individuale, basterà essere nelle condizioni di poter superare un'abilitazione e aver pubblicato negli ultimi cinque anni su riviste nellle banche dati Scopus e Web of Science. Una linea indicata dal Cun, che ha approvato le nuove linee guida, già da tempo: per quel che riguarda il requisito della qualificazione del collegio dei docenti - scrive il comitato universitario nazionale - si "rileva con soddisfazione l’assenza di ogni riferimento ai risultati conseguiti nell’esercizio della Vqr dai docenti interessati, procedura che, come rilevato ripetutamente da questo consesso, configurerebbeun uso improprio degli esiti della Vqr, oltretutto di necessità non sincroni rispetto all’accreditamento dei corsi di dottorato".

Nel documento - fa sapere il Miur in una nota - un’attenzione particolare viene riservata ai dottorati industriali favorendo convenzioni tra gli atenei e le aziende più attente a investire nella ricerca. Un provvedimento "che nella vita del dottorando non inciderà molto", commenta Matteo Piolatto, segretario dell'Associazione dottorandi e dottori di ricerca in Italia (Adi). "La burocrazia delle regole è stata un po' allentata, questo potrà forse incidere sulla distribuzione dei corsi a livello nazionale. Ma si tratta di un aggiustamento della metrica che risolve nel breve periodo ma non dà nessun respiro al sistema. Se non ci stanno risorse sui dottorati in termini di durata, posti e offerta formativa è difficile sperare in un grande avanzamento". Per l'Adi non si risolvono alcuni problemi importanti: resta, per esempio, il limite che ci possa essere il 25% dei dottorandi senza borsa. "In realtà non dovrebbero proprio esistere - spiega il segretario -. Bisogna stabilire che un dottorando può non essere pagato dalla Stato solo se ha un altro lavoro".

L'Adi ha appena avviato un questionario sullo stato dei dottorandi. Una specifica sezione è sul dottorato industriale: "Alcuni segnalano che venga usato come viatico all'assunzione a spese pubbliche". Piolatto conclude: "Semplificare potrebbe essere una caduta invece che uno slancio in avanti, è un rischio".

"Le sinergie tra università ed imprese vanno favorite ed i dottorati industriali possono rappresentare un ponte tra queste due realtà. Ben vengano le semplificazioni dei processi burocratici che al momento sono un grande ostacolo, ma allo stesso tempo bisogna garantire la qualità del percorso di formazione del dottorando" l'opinione di Mario Murari, presidente del Comitato per la valorizzazione del dottorato. Ogni anno escono dalle università italiane circa diecimila dottori di ricerca, un terzo rispetto alla Germania. "Ma se il settore privato, in particolare quello delle piccole e medie imprese, non riconosce le loro potenzialità difficilmente li potrà inserire nel settore aziendale". Tra i punti Incentivi fiscali per assunzioni dei dottori di ricerca. Bisogna puntare su più borse di dottorato nell'industria".

Le nuove linee guida rappresentano per il Miur un sistema più snello e più semplice di accreditamento dei corsi di dottorato. Lo scopo? "Favorire un aumento di proposte di dottorati innovativi, intersettoriali e interdisciplinari". In concreto, l'obiettivo è agevolare dottorati di ricerca direttamente dentro le imprese. Così come inserire all'interno del collegio dei docenti degli imprenditori e strutturare i percorsi tenendo conto delle esigenze del mondo industriale.

I dottorati industriali, introdotti alcuni anni fa, non sono decollati. Secondo il Report 2017 dell'osservatorio università-imprese della Fondazione Crui la loro diffusione (ma i dati si riferiscono al 2016) è ancora limitata: i corsi di dottorato in convenzione con le imprese erano 35 su 915 corsi attivati nel XXXI ciclo, distribuiti in 15 atenei. E il problema più comunemente segnalato riguardava "una burocrazia gravosa associata a una non soddisfacente definizione delle prassi, particolarmente in merito ad attivazione e accreditamento". 

A seguito delle linee guida oggi sul sito del Miur sono state pubblicate le indicazioni operative sulle procedura di accreditamento dei dottorati per l'anno accademico 2019-2020. Le domande potranno essere presentate, esclusivamente sulla banca dati dottorati.miur.it, a partire dal 12 marzo e fino all'1 aprile.