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Università, il Sud aiuta chi torna Ira del Nord a caccia di matricole

Puglia e Sicilia concendono incentivi o azzerano le tasse agli studenti che restano Il ministro Manfredi "Così non si garantisce la libertà di scelta"

12/07/2020
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la Repubblica

Dario Del Porto e Ilaria Venturi

La giunta regionale della Sicilia offre 1.200 euro a ciascuno studente che rientra a fare l’università da altre regioni. L’Università di Palermo rincara: per loro iscrizione gratuita, almeno per quest’anno, poi si vedrà. La Puglia fa uguale scelta: tasse azzerate a chi torna, anche dall’estero. Il Sud richiama i suoi studenti. E le università del Nord non la prendono benissimo. Corre l’irritazione, sebbene non in chiaro, tra i rettori. Sibilano: «Questa è concorrenza sleale».

Lo spettro che spaventa tutte le università è il crollo degli iscritti, già vissuto con la crisi economica del 2008, come effetto stavolta della pandemia. Si stima un meno 10-15% nelle immatricolazioni. In questo contesto, il bonus una tantum per il rientro degli studenti fuorisede, inserito nella Legge di stabilità della Sicilia che ha fatto da apripista, agita il sonno dei magnifici. Scoppia il caso. E arriva la bocciatura del ministro dell’Università. Gaetano Manfredi tira subito il freno: «Non conosco nel dettaglio questi incentivi, però non sono favorevole a misure che abbiamo una caratteristica di tipo territoriale, in qualsiasi posto vengano fatti. Dobbiamo garantire pari opportunità agli studenti e libertà di scelta». C’è chi invoca l’illegittimità costituzionale di tali misure, ma anche senza arrivare a tanto Manfredi non ci sta: «Mi auguro che queste iniziative non si moltiplichino perché non vanno nella direzione di un sistema nazionale della formazione e del diritto allo studio — aggiunge — Non entro nell’ambito giuridico né in una valutazione sulla costituzionalità. Dal punto di vista politico sono iniziative che non condivido».

Sulla stessa lunghezza d’onda la reazione del presidente della Conferenza dei rettori, Ferruccio Resta: «Sono politiche di corto raggio. Il tema non è tanto la concorrenza, ma non sottovalutare la capacità di scelta dei nostri studenti. La mobilità non può essere forzata, bisogna solo puntare sulla qualità. Nessun protezionismo o chiusura di confini può essere la soluzione». E così il rettore della Statale di Milano, Elio Franzini: «Per tradizione e storia, l’università è volontà di spostarsi e dialogare con altre realtà sociali e culturali. E solo in questo modo si crea un sistema Paese innovativo e produttivo». Mette in guardia anche il rettore di Padova, Rosario Rizzuto: «L’ottica di rubarsi gli studenti non va bene, il problema vero è aumentare gli iscritti: sono più preoccupato dalla perdita di sistema che dalla competizione».

Visto dalle università del Sud, che soffrono da sempre nel sistema accademico dell’esodo dei giovani al Centro- Nord, la prospettiva si ribalta. «Si tratta di una normale forma di concorrenza, certo non sleale — rigetta le accuse Fabrizio Micari, rettore di Palermo — la competizione tra atenei c’è sempre stata, ciascuno fa la sua politica, noi per esempio abbiamo alzato il tetto della no tax area a 25mila euro, il 70% dei nostri ragazzi sarà esonerato dalle tasse. E poi la misura della Regione prevede due azioni per complessivi 7 milioni: metà per sostenere i fuorisede, l’altra per chi sceglie di tornare».

Per tutti è una corsa a sostenere il diritto allo studio al tempo del Covid, come fa già il decreto Rilancio con i suoi 290 milioni. Solo che si procede in ordine sparso e sono le Regioni a farlo. L’ateneo di Palermo, oltre agli incentivi regionali, ha scelto l’azzeramento delle tasse solo per chi viene da fuori regione, non da Catania, per dire. In Puglia le domande di chi rientra a costo zero saranno valutate in ordine di arrivo e fino ad esaurimento dei fondi. Una misura anticipata da un investimento complessivo di 16,5 milioni a sostegno anche di chi già studia negli atenei pugliesi. «Riportare a casa i nostri giovani», la filosofia del governatore Emiliano in modo da ridurre le situazioni di ripresa del contagio e aiutare le famiglie in difficoltà. E gli studenti? Taglia corto Enrico Gulluni, coordinatore dell’Unione degli universitari: «Sono misure propaganda, senza quella visione di prospettiva che serve per evitare il calo degli iscritti».


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