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Università, il piano del Miur per riformare la valutazione: l'Anvur diventa una sezione del ministero

I dettagli del progetto targato Valditara. Insorge l'ente guidato da Miccoli: "Così l'agenzia rischia di perdere la sua indipendenza". Il ministro Bussetti: "Nascerà una nuova struttura che comprende l'Invalsi, garantiremo un rigoroso rispetto dell'autonomia"

13/02/2019
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la Repubblica

Corrado Zunino

Dice Giuseppe Valditara, capo dipartimento Università del ministero dell'Istruzione, che l'Anvur, Agenzia di valutazione universitaria, è un ferrovecchio che ha imposto a tutta l'accademia "la dittatura dell'algoritmo" e che costa un'enormità rispetto alle funzioni: per la quadriennale "Valutazione della qualità della ricerca" si spendono 30 milioni per distribuirne solo 54. Dice ancora Valditara che la stessa Vqr non considera né premia una questione centrale della scienza moderna: i brevetti. E sostiene (appoggiato in questo dal ministro Marco Bussetti) che l'Agenzia di valutazione "e i suoi rami burocratici ipertrofici" vanno ridimensionati, ridotti a sezione dello stesso ministero. L'indipendenza garantita nei suoi tredici anni di vita per il governo in carica non è più necessaria.
Questa mattina in via Ippolito Nievo a Roma si celebra una sorta di orgoglio Anvur, "La giornata della trasparenza". Il presidente Paolo Miccoli sta mostrando quello che si è fatto dal 2006 ad oggi sostenendo - con diverse ragioni - che è anche grazie a un'Agenzia vigilata, ma esterna al Miur, che il concetto di valutazione è riuscito a entrare nella resiliente università italiana.

La lettera ai rettori

Così com'è, però, l'Agenzia avrà vita breve. E con lei l'altro istituto di valutazione - questo scolastico -, l'Invalsi. Repubblica lo ha già raccontato.  Lo scorso 24 gennaio, Valditara ha inviato ai rettori una lettera che indica la sua volontà di riforma dell'Anvur ricevendo nel frattempo, dice, "diverse risposte positive". Ha scritto che "la valutazione del sistema universitario e della ricerca è fondamentale" per assegnare le risorse pubbliche, "oggi scarse". Poi, però, ha cannoneggiato l'organo preposto a governarla: "L'Anvur", ha scritto, "si è trasformata nel tempo in un ente inquisitorio sempre più legato alla valutazione dei processi piuttosto che a quella dei prodotti". Ancora: "L'Agenzia si è troppo spesso sostituita al decisore politico e al legislatore". Si fa necessaria, quindi, "una revisione della normativa sulla valutazione della ricerca e sull'accreditamento, mirata a una decisa semplificazione e razionalizzazione".
Nella lettera Valditara sottolinea la forza, spesso più individuale che di sistema, della ricerca italiana: "Siamo al 7°- 8° posto per produzione scientifica, in valore assoluto, e al 2°- 3° posto se la valutazione viene effettuata in rapporto alla quantità dei ricercatori". Quindi riconosce ad Anvur, e ai suoi predecessori, i Comitati di valutazione, di aver portato a "una maggiore conoscenza del sistema e a un miglioramento delle performance dei singoli atenei" contribuendo a "un risanamento del sistema universitario". Con l'avvio della valutazione strutturale "sono diminuiti i ricercatori inattivi" e si sono evidenziate "le aree di criticità" rispetto a quelle "di buon livello". Scrive Valditara: "Il sistema italiano, in generale, ha scarsa attitudine alla valutazione dei risultati seguendo l'antico incipit - ti do poco, ti chiedo poco e non ti controllo - che ha caratterizzato anni di scarsa attenzione al merito".

"Troppa burocrazia per i docenti"

A fronte di un alto numero di atenei in dissesto - e qui Valditara difende il suo passato e la Legge Gelmini, che dal 2010 ha costretto dipartimenti e rettorati a una politica di risparmi - , l'Anvur ha dato vita "a un sistema di autonomia controllata caratterizzato da una notevole prescrittività e da rigide forme autorizzatrici". Un'agenzia "dirigista" che, "per una serie di errori concettuali" e "comportamenti opportunistici dei governi", si è sempre più affidata ad algoritmi "che rischiano di poter essere distorti per ottenere il risultato voluto". Si è finito così per iper-regolamentare i processi e "premiare il pedissequo assolvimento degli adempimenti burocratici necessari". Il Miur a trazione leghista vuole che l'Agenzia, fortemente ridimensionata nel ruolo e nei costi, "cambi in maniera radicale anche la Valutazione della qualità della ricerca".
Ha scritto Valditara: "Nelle aree bibliometriche, l'attuale sistema di valutazione ha indotto talvolta a pubblicazioni utili solo ai fini del risultato degli algoritmi o del superamento di soglie precostituite". Nelle aree non bibliometriche sarà eliminata la distinzione fra fasce di riviste: "Una rivista dotata di comitato scientifico internazionale è già idonea ad accreditare le pubblicazioni ospitate", dice. La riforma vuole mettere fine al costume, in atto nelle facoltà, di "adottare l'inattivo", cioè di aggiungere il nome di chi non fa ricerca sulle pubblicazioni di altri.
Nel nuovo progetto il Miur vuole che Anvur valuti innanzi tutto se stesso, premi "davvero il merito e sanzioni il demerito" e indichi buone pratiche. Con cinque proposte Valditara chiede di riprendere la competenza in materia di accreditamento dei corsi di studio, far nascere un soggetto autonomo per la raccolta dei dati su frequenza, dispersione, conseguimento di titoli, produzione scientifica, attività di terza missione. Quindi, chiede di ridurre gli adempimenti amministrativi di professori e ricercatori ed esclude l'Agenzia dalla predisposizione delle soglie per l'Abilitazione scientifica nazionale.
Il nuovo "mini-Anvur", non più terzo (indipendente sarebbe solo il nuovo organismo di raccolta dati), è destinato a trasformarsi in specifica sezione di un'Agenzia nazionale di valutazione del sistema dell'istruzione e della ricerca. In questa nuova formula, usata da Valditara, si vede come istruzione e ricerca viaggino insieme e come Anvur e Invalsi (la valutazione scolastica) saranno accorpati.
Il progetto prevede di rivedere composizione e compiti del comitato direttivo. Venerdì il ministro Bussetti ha nominato il rettore di Bari, Antonio Felice Uricchio, quale componente in sostituzione di Andrea Graziosi. La candidatura targata Roars - il sito che dalla sua costituzione tira pietre sull'Agenzia di valutazione - non è stata presa in considerazione neppure a questo giro. La riforma Anvur, e la semplificazione già avviata dei dottorati, si sta consumando sull'asse Valditara-Bussetti anche se responsabile dell'università resta il viceministro (Cinque Stelle) Lorenzo Fioramonti.
La riforma della valutazione porta con sé la riattivazione dell'Anagrafe di professori, ricercatori e prodotti scientifici (Anpreps) che, "con un unico strumento", consentirebbe di avere in automatico tutti i dati dei docenti e della loro produzione scientifica: "Si dovrebbe imporre a professori e ricercatori l'iscrizione obbligatoria alla banca dati dei valutatori Reprise, prevedere un adeguato pagamento per chi valuta, riformare gli organismi di consulenza sulla ricerca e modificare il sistema di valutazione dei progetti di ricerca oggi non imparziale". Per tutto questo Valditara chiede al Parlamento "un rapido percorso legislativo".

Il presidente Miccoli: "Più lontani dall'Europa"

L'Anvur in carica, a partire dal presidente Paolo Miccoli, segnala come il cambio di pelle istituzionale - un ente non più vigilato dal Miur, ma un suo ufficio - potrebbe creare problemi con l'accreditamento europeo da parte dell'European network quality assurance: "L'indipendenza è una questione cruciale per la valutazione italiana e per il riconoscimento reciproco dei titoli di studio, il governo deve stare attento a non togliere all'Anvur la sua terzietà. Valditara continua a dire che resteremo indipendenti". In serata, viste anche le proteste del Movimento 5 Stelle, sulla questione è intyervenuto lo stesso ministro Marco Bussetti eha dichiarato: "Sulla riforma del sistema di valutazione dell'Università, della Ricerca e della Scuola si stanno ancora facendo approfondimenti tecnici. La bozza di lavoro prevede un rigoroso rispetto dell'autonomia degli enti preposti, oggi Anvur e Invalsi. Il Miur garantisce una salvaguardia integrale degli attuali livelli occupazionali con un'attenzione particolare sull'assorbimento del precariato storico".


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