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Università, aumentano le richieste di borse di studio ma non i fondi

I primi dati da quattro regioni: gli aventi diritto aumentano dal 4 per cento della Puglia al 20 del Piemonte. Grazie all'innalzamento dell'Isee. Dopo il recupero del 2017-2018 si rischia una nuova ondata di esclusi. Gli studenti della Link: "Più fondi in Legge di bilancio"

23/10/2018
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la Repubblica

Corrado Zunino

ROMA - Le borse di studio richieste in Italia dagli universitari meritevoli sono aumentate, è cosa dell'ultima stagione. Nell'anno accademico in corso, però, sono cresciuti anche gli aventi diritto alle borse di studio e molti studenti - nuovi e vecchi - rischiano di non ottenere l'assegno. I primi dati sul tema analizzati da Link Coordinamento universitario, organizzazione studentesca impegnata da stagioni sull'argomento, dicono che in Piemonte gli iscritti all'università che possono richiedere l'integrazione agli studi sono cresciuti del 20 per cento sul 2017-2018. In Lombardia, nella sola Università di Milano Bicocca, si è passati da 3.606 domande a 4.050: più 11 per cento. In Toscana la giunta regionale per adeguarsi alle indicazioni ministeriali ha innalzato la soglia Isee a 23 mila euro e il limite Ispe a 50 mila: sono i redditi familiari e di patrimonio al di sotto dei quali si può ottenere la borsa di studio. Grazie a questo innalzamento virtuoso gli "aventi diritto" degli atenei toscani sono cresciuti di 713: da 19.340 a 20.053. Nel Lazio l'aumento riscontrato è di 1.477 idonei (ora sono a quota 22.267, più 7 per cento). In Puglia, ultimo check point dello studio parziale di Link, gli studenti idonei (iscritti innquesto caso gli anni successivi al primo) salgono del 4 per cento portando la platea a 16.269.
 
Le borse universitarie vengono pagate attraverso un Fondo integrativo statale unico a cui le singole regioni sommano propri interventi. Con l'aumento nella Legge di bilancio 2017 di sette milioni il fondo è salito a 234 milioni. Da solo, non copre tutte le richeste: l'anno scorso furono 7.500 gli universitari esclusi (i cosiddetti idonei non beneficiari) su una platea di 166 mila iscritti (il 4 per cento, miglior dato delle ultime stagioni). Con l'aumento degli aventi diritto (cosa, di per sé, decisamente civile) senza un parallelo rifinanziamento del Fondo nazionale il numero degli scoperti è destinato a salire: nelle fasce sociali più basse la borsa di studio è decisiva per proseguire gli studi. Gli importi minimi di base dell'assegno, spesso integrato con il diritto all'alloggio, ammontano infatti a 5.118,36 euro per uno studente fuorisede, a 2.821,67 euro per un pendolare, a 1.929,22 euro per uno studente in sede. C'è da tenere conto, inoltre, dei ritardi storicizzati nella consegna delle borse da parte di diverse Regioni.

Alessio Bottalico, coordinatore nazionale di Link Coordinamento universitario, dice: "A partire dalle prime graduatorie sulle domande per una borsa di studio, quest’anno la situazione rischia di tornare emergenziale. Numerosi studenti potrebbero essere esclusi dall'assegno pur avendone diritto.  E' necessario l’utilizzo di ulteriori fondi". A questo proposito è partita una consultazione studentesca nazionale - “La nostra vita non è un gioco: ora parlano gli studenti” - che porterà all'attenzione di ministero e governo le reali esigenze economiche degli universitari: "Troppi rischiano di abbandonare gli studi o essere costretti a lavorare per continuare a studiare".


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