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Unità-Sindacati uniti dopo le polemiche: "Restiamo insieme e vinciamo"

Sindacati uniti dopo le polemiche: "Restiamo insieme e vinciamo" di Bruno Ugolini Genova - È il primo vero miracolo di Silvio Berlusconi. Possiamo così assistere, dopo giorni di polemiche, spes...

16/03/2002
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l'Unità

Sindacati uniti dopo le polemiche: "Restiamo insieme e vinciamo"
di Bruno Ugolini

Genova - È il primo vero miracolo di Silvio Berlusconi. Possiamo così assistere, dopo giorni di polemiche, spesso feroci, ad un incontro abbastanza sereno tra Sergio Cofferati, Savino Pezzotta, Paolo Pirani (in nome del segretario generale della Uil Angeletti, impegnato a Roma).
I tre intervengono a distanza all'Assemblea nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori dei Democratici di sinistra e sulle cose fare nei prossimi giorni esprimono, tra gli applausi, opinioni non dissimili. Sarà sciopero generale, dunque, anche se non è ancora fissato il giorno esatto del mese d'aprile. Unità d'intenti anche sugli obiettivi immediati, a cominciare da quelli inerenti la revoca dei provvedimenti sui "licenziamenti facili".
Un bel risultato anche per l'iniziativa voluta qui a Genova, nel bellissimo salone di Palazzo San Giorgio, da Pietro Fassino. I Diesse, del resto, hanno sempre battuto il chiodo della ricerca unitaria, come rileva Cesare Damiano nella relazione, aderendo ieri alle cento manifestazioni per il Work Day della Uil, sostenendo la manifestazione di sabato prossimo voluta dalla Cgil, appoggiando le autonome decisioni sul prossimo sciopero generale.Questa di Genova diventa, così, un'assemblea di lotta, di chiarimento, ma anche di proposta. E' una tappa fondamentale di un lungo viaggio iniziato dopo il Congresso di Pesaro dei Diesse.
Un viaggio attraverso i profondi cambiamenti intervenuti nelle diverse realtà del mondo del lavoro italiano e che proseguirà, accompagnato da una vera e propria inchiesta di massa.
C'è ora, nel clima dell'accogliente Genova, nella partecipazione folta e attenta, nella stretta di mano finale tra Fassino e Cofferati, come una specie di chiusura di una fase di polemiche spesso poco approfondite, magari a suon d'etichettature. C'è, in questo pezzo ampio della sinistra politica, la voglia di tornare a radicarsi nel mondo dei lavori, senza avere un mero ruolo di testimonianza, cercando soluzioni a problemi e difficoltà. Già cominciano a vedersi i segnali di un processo nuovo. Sono incarnati dalle decine d'interventi. Non prendono la parola solo i rappresentanti delle fabbriche tradizionali, ma anche la spavalda delegata dell'Omnitel di Napoli, il giovane delle tute arancioni della Matrix, la donna di Blu. Sono le voci della nuova economia, gente spesso priva di tutele.
Ed uno degli obiettivi del viaggio nei lavori e di questa stessa assemblea, è proprio quello di costruire una proposta che allarghi a loro il campo dei diritti. Una linea che va in rotta di collisione certo, con quella del governo di centrodestra che scatena la battaglia sull'articolo diciotto, vuole ristrutturare l'intero diritto del lavoro, facendo balenare l'ipotesi d'impossibili scambi.
Sarà dunque possibile soprattutto una volta sconfitte le tesi governative - procedere alla definizione di un nuovo Statuto di tutti i lavori, capace di "aggiungere" e non di "diminuire" le tutele. Un orientamento condiviso da dirigenti come Cesare Salvi che pure non nasconde le sue perplessità per altre elaborazioni tentate in queste settimane nel campo dell'Ulivo. Lo stesso Cofferati, accolto da un calore trascinante, parla di difesa dei vecchi diritti e d'estensione di garanzie agli "orfani" dei nuovi lavori. Insiste sulle contraddizioni interne al governo che la lotta del sindacato può far esplodere. Come può resistere il governo davanti alla protesta unitaria dei lavoratori che trova consensi più ampi nella società? Lo scontro, ricorda il segretario della Cgil, riscaldando l'uditorio, è poi su altri aspetti al centro della manifestazione di sabato. C'è il Mezzogiorno, la scuola, il fisco, il sistema previdenziale, tutti tasselli di un disegno da sconfiggere.
Ma come andrà a finire? Tra i presenti fioccano gli interrogativi. Quali saranno gli esiti della battaglia parlamentare, capace di giungere fino all'ostruzionismo, come ha accennato Fassino? I sindacati, dopo lo sciopero generale che cosa sapranno fare? E' un interrogativo posto da Paolo Pirani (Uil), con acutezza. Molto dipenderà dal grado di riconquistata unità raggiunto. Qui Savino Pezzotta (Cisl) è stato piuttosto cauto, elencando con puntigliosità e lealtà tutti i dissensi che dividono i sindacati, dalla riforma della contrattazione fino alla riforma del collocamento. E ha auspicato un processo unitario capace di far vivere le differenze e l'orgoglio d'organizzazione, nel rispetto reciproco. Sennò alla fine avrà vinto Berlusconi. Così, come diceva un amico ingegnere della Fiom ligure: "Il rischio è che alla fine, noi che non abbiamo conflitti d'interesse, non potremo lasciare ai nostri figli l'unica eredità che possediamo: i diritti, lo Statuto dei lavoratori". Bisogna impedirlo.


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