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Unità-Sciacallaggio della destra: "L'opposizione mandante morale degli assassini"

20.03.2002 Sciacallaggio della destra: "L'opposizione mandante morale degli assassini" di red. L'omicidio di Marco Biagi ha scatenato reazioni indegne da parte di molti esponenti della destra, c...

20/03/2002
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l'Unità

20.03.2002
Sciacallaggio della destra: "L'opposizione mandante morale degli assassini"
di red.

L'omicidio di Marco Biagi ha scatenato reazioni indegne da parte di molti esponenti della destra, con intesta il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che in un comunicato non trova di meglio che accusare l'opposizone per il "clima di odio" che esisterebbe in Italia. Lo fa imitando il suo grande elettore, il presidente di Confindustria Antonio D'Amato, che nel Porta a porta di Vespa parla di "una morte annnunciata", dovuta "al clima di odio, la campagna di denigrazione che ha avuto un'escalation molto forte nelle ultime settimane".
Quella di Berlusconi, tuttavia, non è certo una dichiarazione a caldo che potrebbe giustificare qualche intemperanza verbale. Il comunicato del presidente del Consiglio è giunto infatti alle agenzie di stampa almeno due ore dopo l'omicidio di Biagi. Berlusconi dice che occorre interrompere "la catena dell'odio e della menzogna, perchè è di questo che si nutre l'inumana ideologia che muove la mano degli assassini". E continua: "Bisogna smetterla di considerare nemici gli avversari. Bisogna uscire dalla spirale dell'odio politico e da un funesto linguaggio degno di una guerra civile".
E se il loro capo non fosse stato chiaro, ci pensano i gregari ad interpretarne ed esplicitarne il pensiero. "Quando si imposta il confronto politico sull' odio, quando qualsiasi provvedimento in Parlamento diventa una guerra, non può che succedere questo" dice il forzista Vito Napoli che aggiunge, per spiegarsi: "Quando si afferma che provvedimenti tipo le rogatorie fanno uscire dal carcere delinquenti e pedofili, quando si abbandona l' aula mancando di rispetto alle istituzioni, quando si usa lo sciopero non per difendere i lavoratori, ma per obiettivi e scopi politici, quando si fanno affermazioni secondo cui si è sull'orlo di una dittatura, il risultato è questo e bisogna assumenrsi le responsabilità delle conseguenze". E per un altro forzaitaliota, il consigliere regionale Rodolfo Ridolfi, bisogna giudicare i "cattivi maestri che non si arrendono al verdetto della storia e che sono i mandanti moralì dell' assassinio".
La destra dunque ci prova, anche stavolta, a portare a casa un bottino politico che, evidentemente le pare a portata di mano. È un rincorrersi di una sorta di "ve l'avevamo detto". Non meno diretti sono infatti i riferimenti dei senatori leghisti, che diffondono un comunicato per dire come "i megafoni dei vari girotondi e happening adesso dovrebbero pensarci due volte prima di inscenare simili manifestazioni. Chiediamo che personaggi che ultimamente nelle televisioni pubbliche e anche in qualche televisione privata facevano appelli e sollecitavano le folle alla rivolta, vengano emarginati dalla ribellione democratica di tutto il Paese".
Una "riflessione" che trova in sintonia un altro leghista, Alessandro Cè, capogruppo alla Camera: "È indubbio che si sta creando un clima sul lavoro che può essere foriero di momenti tragici. Aspettiamo prima di trarre le conclusioni - concede - ma sta di fatto che il continuo accusare il governo del taglio dei diritti dei lavoratori sta creando un clima plumbeo".
E se i massimi esponenti di Alleanza nazionale (Fini, La Russa, persino Gasparri) fanno dichiarazioni prudenti di richiamo ad una risposta comune, altri si lasciano andare a considerazioni gravi, persino volgari. "Cofferati aveva indicato pubblicamente in Marco Biagi un traditore pagato da Confindustria. E lo aveva fatto in occasione del famoso patto di Milano di Albertini che Biagi aveva elaborato...". E per aggiungere infamia al sospetto che lancia contro il segretario del maggior sindacato italiano, il deputato ai An Enzo Fragalà, aggiunge: "D'Antona prima e Biagi ora sono degli obiettivi non conosciuti al grande pubblico che possono essere individuati solo da chi conosce e frequenta un certo tipo di realtà. Del resto che il sindacato abbia avuto contiguità con il terrorismo è una cosa risaputa. Non è certo storia di questi giorni".
"Il mio pensiero - dice Roberto Salerno, che di An non è esponente minore essendo il responsabile degli enti locali - va soprattutto a chi in questi giorni ha agitato piazze e ha diffuso l'odio sociale. Le piazze riecheggiano ancora delle inquietanti parole di Folena, Violante, Fassino: parole come abbattere, ribellarsi resistere. Queste persone devono in qualche modo essere chiamate a rispondere di questo diffuso odio sociale, in primo il cinese Cofferati". Gli fa da rincalzo Gustavo Selva, presidente della Commissione esteri della Camera, noto soprattutto per il suo trascorso di direttore di "radio Belva", il Gr1 dei primi anni Settanta. "Questo terribile attentato è stato preparato, volontariamente o involontariamente e io mi auguro involontariamente, da una campagna di odio e da parole eccessive usate sia in Parlamento che fuori in parecchie manifestazioni contro la maggioranza". Dice, e segnala i resposnabili: gli esponenti "dei no global e di alcuni sindacati che sono scesi in piazza esprimendo parole d'odio contro la maggioranza democraticamente