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Unità-Migliaia a Roma, migliaia a Napoli, migliaia ovunque: "girotondi" a difesa della scuola

Migliaia a Roma, migliaia a Napoli, migliaia ovunque: "girotondi" a difesa della scuola di Claudio Pappaianni NAPOLI Hanno tra gli otto e i dodici anni. Cantano canzoni e urlano slogan contro la ...

13/04/2002
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l'Unità

Migliaia a Roma, migliaia a Napoli, migliaia ovunque: "girotondi" a difesa della scuola
di Claudio Pappaianni

NAPOLI Hanno tra gli otto e i dodici anni. Cantano canzoni e urlano slogan contro la Moratti. "Moratti ciao, Moratti ciao, Moratti ciao-ciao-ciao". E poi ancora "Moratti, Moratti: ma va a lavare piatti". Eccoli, sono i nuovi rivoluzionari. Maria, Luca, Stefano, Francesca, e i loro amichetti sono stati i più rumorosi al girotondo napoletano, alunni di scuole elementari e medie che si tenevano per mano con le loro maestre, le loro mamme e i loro papà. Alle quattro del pomeriggio ci sono docenti, non docenti, genitori e studenti a piazza del Gesù davanti lo storico liceo Genovesi. Tutti autoconvocati, naturalmente. Ma ci sono anche avvocati, impiegati, operai, professionisti, tutte le anime, insomma, del "popolo del girotondo". Il cielo inizia a buttar giù acqua e terra rossa che segna i giubbotti e quando smette di venir giù resta "azzeccata" addosso. Proprio come la riforma Moratti.
Dall'altro lato della piazza, aldilà dell'obelisco settecentesco dedicato all'Immacolata attorno a cui si stringeranno un migliaio di mani, c'è la tenda della comunità palestinese. Chi arriva, passa prima a portare la propria solidarietà, come magari fa da ormai due settimane. Si iniziano a distribuire i primi volantini. Quelli del gruppo di Docentinapoli, nato a dicembre con un'assemblea al Liceo Giordani, invitano al gazebo dove per dodici ore ieri, dalle 9 alle 21, sono state raccolte firme in calce al documento "Più scuola per tutti". Con loro, nelle due piazze, c'è l'Osservatorio per la difesa della scuola pubblica "varato" in un altro liceo, il Pansini al Vomero, genitori e studenti autoconvocati. Percorsi che partono da lontano e indipendentemente. "Ma poi ci siamo cercati a vicenda e ci siamo trovati", racconta Mimmo Fusco, insegnante di lettere. E a proposito di adesioni c'è anche quella del "nonno multimediale", al secolo Francesco Paolantoni. Mentre in piazza il più autorevole rappresentante del mondo dello spettacolo era il regista Antonio Capuano: "Partecipare è un valore in sé", dice.
La pioggia concede una tregua: si parte. I bambini si divertono, e non sono i soli. Un giro, un altro e un altro ancora. Sono due, poi tre i cerchi concentrici. Saranno circa cinquecento alla fine a rimanere nonostante il tempo inclemente. Unici rappresentanti politici Diego Belliazzi, segretario provinciale dei Democratici di Sinistra, la senatrice Ds Graziella Pagano e il deputato Vincenzo Siniscalchi.
"Dal 10 marzo (girotondo attorno alla sede Rai di Napoli, ndr) è cresciuto ancor più il desiderio dei cittadini di partecipare a queste iniziative", dice Giuliana Quattromini, tutta presa a salutare gli autoconvocati. Li conosce tutti o quasi. E tutti conoscono lei. Ma per carità: nessuno si azzardasse a definirla leader. "Portavoce, va bene portavoce", dice sorridendo dietro i suoi occhialini. Avvocato, vicepresidente degli avvocati europei, responsabile distrettuale di Iniziativa Democratica Forense (protagonista, insieme con i Giuristi Democratici, della clamorosa protesta con slogan e cartelli all'inaugurazione dell'anno giudiziario a Napoli, ndr), la Quattromini è il punto di riferimento per i girotondo "attorno" al Vesuvio. La pioggia cade ma lei non si ferma. "La piazza è un vero e proprio laboratorio di democrazia. Si badi, però, c'è un lavoro a monte, non arriviamo fin qui impreparati". Poi sale su un palchetto duemetriperuno, prende il microfono, dice poche parole: "Qui ci sono i cittadini che dicono no ai tentativi di Restaurazione, ogni giorno qui c'è un attentato alla democrazia". Poi invita tutti allo sciopero generale di martedì: "In tutta Italia le fabbriche e gli uffici dovranno svuotarsi per manifestare contro Berlusconi e i suoi amici". E giù un diluvio, di applausi. Ma non chiamatela leader.


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