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Unità-Direzione Ds: voto unitario su lavoro e Cgil, ma le divergenze rimangono

Direzione Ds: voto unitario su lavoro e Cgil, ma le divergenze rimangono di red. I Democratici di Sinistra sui temi di lavoro e sindacato tornano uniti ma divisi allo stesso tempo. Il direttivo d...

16/07/2002
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l'Unità

Direzione Ds: voto unitario su lavoro e Cgil, ma le divergenze rimangono
di red.

I Democratici di Sinistra sui temi di lavoro e sindacato tornano uniti ma divisi allo stesso tempo. Il direttivo della Quercia, infatti, si è concluso oggi con l'approvazione di un documento unico su mercato del lavoro e sui rapporti con i sindacati, innanzi tutto con la Cgil di Cofferati. L'approvazione, dopo le divisioni delle scorse settimane, è arrivata con il voto sia della maggioranza che della minoranza.

Ma, pur in un clima più sereno rispetto alle ultime discussioni, le divergenze nel maggiore partito della sinistra non sono state ancora tutte appianate. Al voto di oggi non hanno partecipato i quattro esponenti di Socialismo 2000, tra cui Cesare Salvi, Maurizio Villone, Gianni Battaglia e Luciano Pettinari che ha spiegato le ragioni del mancato voto al documento, con l'assenza di "punti essenziali come l'appoggio alle iniziative di lotta della Cgil, i referendum per l'abrogazione delle modifiche all'articolo 18, e la raccolta di firme sulla legge di iniziativa popolare promossa dal sindacato guidato da Cofferati", pur apprezzando i "molti punti positivi del documento, come il giudizio fortemente critico sul patto per l'Italia e il sostegno alla Cgil".

Segnali di distensione anche dal cosiddetto correntone, l'area di minoranza dei Ds, che oltre a votare il documento ha visto il suo leader, Giovanni Berlinguer, compiere un "un gesto di pace nei confronti di D'Alema": così al termine del direttivo ha raccontando ai cronisti di aver "regalato" al presidente dei Ds un sonetto del Belli dal titolo "La Verità". "Questo '#8211; spiega però Berlinguer '#8211; non modifica quel che è già scritto e detto". Nel suo intervento in direttivo, riferendosi alla polemica con D'Alema, a proposito di chi fa - o non fa - favori a Berlusconi, Berlinguer si era rammaricato per "la risposta della segreteria" sostenendo: "Mi pare di non trovare nulla di simile dagli anni 60".

"Il documento comune approvato oggi dal direttivo '#8211; ha continuato Berlinguer '#8211; appiana le divisioni interne dei Ds. Ma nello stesso tempo sottolinea che la discussione continua in vista della conferenza programmatica di autunno, perché ci sono ancora divergenze. Divisioni che però non hanno impedito la firma del testo odierno".

Passando alle voci della maggioranza Ds, il direttivo è stato aperto da una relazione di Pierluigi Bersani, responsabile economico del partito, che ha delineato le linee della politica diessina nei confronti del governo. Il dibattito che si è aperto si è "sviluppato in termini molto positivi" ha detto il capogruppo dei Ds al Senato, Gavino Angius, durante una pausa dei lavori. Per Angius è emersa "netta e chiara la posizione politica dei Ds, la sua funzione di opposizione e il suo progetto riformista". Il confronto, secondo Angius, "finalmente si è sviluppato su questioni di merito anche se con diverse valutazioni".

Ecco il testo del documento sul lavoro approvato dal direttivo Ds
Giudizio "severamente negativo", sul "patto", solidarietà alla Cgil e a Cofferati, impegno a contrastare in Parlamento la modifica dell'articolo 18 e a valutare poi eventuali "ulteriori strumenti" per mantenerlo. Sono questi i punti principali dell'ordine del giorno approvato oggi dal direttivo dei-Ds all'unanimità (non hanno votato l'area Salvi e Giorgio Mele, della sinistra), che rilancia anche la "Carta dei diritti" dell'Ulivo come tutela valida anche per "i lavoratori delle aziende con meno di 16 dipendenti", e contiene l'impegno a lavorare per favorire l'unità sindacale.

Ecco il testo integrale del documento.
"Il Comitato direttivo denuncia come il Governo cerchi di coprire un evidente vuoto di strategia economica con l'accordo separato su cui i Ds confermano un giudizio severamente negativo, sia per le scelte contenute nell'accordo stesso, sia per la divisione del movimento sindacale e l'isolamento della Cgil che il Governo ha voluto perseguire". L'odg poi evidenzia "il carattere fallimentare della politica economica del Governo i cui esiti sono un minore tasso di crescita, il rallentamento di produzione e consumi, il forte rialzo del deficit pubblico, un forte calo della qualità dello sviluppo, al punto da suscitare preoccupate valutazioni espresse dalla BCE, dalla Commissione Europea, dal Fmi, dall'Anci, dall'Upi, dalle Regioni e, da ultimo, dalla Corte dei Conti; sottolinea l'ambiguo intreccio tra l'accordo separato e il Dpef, e le importanti prese di distanza di Cisl e Uil e di significative organizzazioni del lavoro autonomo dal Dpef, a partire dal tasso di inflazione programmata, dalla sanità e dalle pensioni".

La Quercia inoltre "respinge ancora una volta i tentativi di denigrazione della Cgil e del suo Segretario Generale, a cui rinnova la solidarietà e ribadisce che i Ds, insieme agli alleati dell'Ulivo e trovando le possibili intese con le altre forze di opposizione, si batteranno contro la conversione in legge dell'accordo separato e, sulla base dell'esito di tale battaglia, valuteranno con quali ulteriori strumenti proseguire l'impegno per il mantenimento dell'articolo 18 nell'attuale formulazione". Al tempo stesso si considera "essenziale che il movimento di lotta nel paese e nel Parlamento saldi la lotta contro la conversione dell'accordo separato a proposte di politica economica, di politica sociale e in materia di diritti, che configurino una proposta di sviluppo alternativa a quella del centrodestra". Per questo si impegnano i gruppi parlamentari, "d'intesa con le forze dell'Ulivo e delle altre opposizioni, a predisporre, in occasione della discussione del Dpef e della legge Finanziaria, proposte su lavoro, politiche sociali, fisco, Mezzogiorno, politiche per l'impresa, ambiente, infrastrutture, formazione, attuazione della riforma federale, ammodernamento della amministrazione pubblica, che configurino un progetto di sviluppo alternativo alla politica perseguita dal centrodestra".

Contemporaneamente si sottolinea l'impegno a presentare in Parlamento, "anche sulla base di un ulteriore arricchimento, il disegno di legge relativo alla Carta dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, sul quale si è aperta una consultazione di massa; nonchè i disegni di legge relativi alla riforma degli ammortizzatori sociali e alla riforma del processo del lavoro, dando così adeguata risposta alle esigenze di tutela di tutti i lavoratori, sia coloro a cui già oggi si applica lo Statuto dei lavoratori, sia ai tanti, in primo luogo giovani, che invece non godono di alcuna forma di diritti"; i Ds riconfermano "che questa iniziativa politico-parlamentare sui diritti è il modo più utile-anche per tutelare i lavoratori delle aziende con meno di 16 dipendenti".

L'odg ribadisce anche l'impegno "a lavorare perchè la lacerazione tra i sindacati confederali non diventi irreversibile e si possano riprendere in ogni sede i rapporti unitari, a partire dai prossimi rinnovi contrattuali, dall'impegno per l'applicazione dei-contratti del pubblico impiego, contro le proposte del Governo su pensioni e sanità e per un comune impegno per politiche di sviluppo, di crescita e di qualità". Si impegnano dunque tutte le organizzazioni del partito "a mettere in campo una forte-iniziativa politica e di massa, a partire dal sostegno alle lotte sociali dei prossimi mesi, che sulle proposte di politica economica, di politica sociale e dei diritti, realizzi l'unità del centrosinistra e coinvolga il più ampio arco di forze della società italiana".

Infine il documento conferma, "tenendo conto dei diversi punti di vista che si sono-manifestati nel dibattito dei DS, l'impegno a fare della Conferenza programmatica l'occasione per la definizione, con il coinvolgimento di tutto il partito, di una proposta-da mettere a confronto con la società italiana e con cui concorrere alla definizione di un Progetto per l'Italia che renda credibile l'ambizione del centrosinistra di tornare ad essere maggioranza nel Paese".