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Unità: Caro governo, ritorniamo al futuro

Pietro Greco

21/12/2006
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l'Unità

Caro governo di centrosinistra, ora che il Senato l’ha approvata possiamo dirlo: la tua Finanziaria ha un corpo solido e, pur con qualche difetto, ben fatto. Nell’insieme è efficace, perché risana i conti dello Stato devastati dal governo della destra, ed equa, perché riduce la forbice ingiusta, che negli anni passati ha consegnato sempre più ricchezza a pochissimi ricchi e sempre meno risorse a moltissimi in condizioni di disagio, facendo dell’Italia il Paese europeo con la più alta disuguaglianza sociale.
Ma benché abbia un corpo solido e, pur con qualche vistoso difetto, ben fatto, si è detto che questa tua Finanziaria non ha un'anima. Malgrado sia efficace e giusta, non scalda il cuore di molti - di troppi - donne e uomini che ti hanno votato con grande entusiasmo e con grandi speranze.
Allora aiutaci ad aiutarti. Aiutaci e trovare un’anima per la tua azione futura. Per la “fase due” o comunque la vogliamo chiamare. L’anima è quella che dice al corpo dove deve andare. Ecco, in molti di noi il cuore ha stentato a scaldarsi, perché non abbiamo capito dove il corpo solido e ben fatto della Finanziaria volesse andare. Lo abbiamo visto muoversi a tentoni, in direzioni diverse.
In che direzione vogliamo, invece, che vada? Ma è ovvio: nella direzione che riporti l’Italia nel futuro. Che restituisca al Paese la speranza. Liberandolo dal peso enorme del debito pubblico, come hai iniziato a fare con la Finanziaria. Liberandolo, come hai iniziato a fare, dal peso addirittura schiacciante dell'iniquità e della immobilità sociale (siamo tra i paesi socialmente meno dinamici del mondo). Ma liberando, anche e soprattutto, la creatività degli italiani. Consentendo ai nostri concittadini di raggiungere la “nuova frontiera” del mondo e di partecipare alla pari a quella costruzione della società democratica (e l’aggettivo è da sottolineare, perché niente affatto scontato) della conoscenza fondata sulla “competitività solidale”.
Molte sono le cose da fare. E non abbiamo più tempo. Il cantiere è enorme e l’impresa difficile. Bisogna modificare la specializzazione produttiva del paese. Abbattere gli egoismi e ricostruire il senso del bene collettivo, lacerato dalla cultura berlusconiana. Dare netta la sensazione che i bravi saranno premiati e i furbi puniti.
E bisogna dimostrare quello che con questa Finanziaria - diciamolo chiaramente - non hai dimostrato: che per te “la” priorità assoluta è far entrare l’Italia nella società della conoscenza. È cambiare il modello di sviluppo: passando da un modello “senza ricerca” a un modello “fondato sulla conoscenza”. Il che significa, soprattutto, investire risorse finanziarie e morali nelle università pubbliche e nei centri pubblici di ricerca. Perché formino più giovani e meglio. Perché producano nuova conoscenza. Perché assumano su di loro una “terza missione” o, come dicono gli inglesi, un “terzo sogno”, dopo quella dell’educazione e della ricerca: dialogare con la società per crescere, anche economicamente, insieme e catalizzare il passaggio dalla produzione di beni a bassa e media intensità di conoscenza a una produzione ad alta intensità di conoscenza.
Eccolo, dunque, caro governo di centrosinistra il progetto che può dare un anima alla “fase due”: indicare all’Italia che, dopo aver messo a posto i conti e iniziato a chiudere la forbice dell’iniquità, hai (abbiamo) in mente di trasformarla in un grande cantiere immateriale. Il cantiere di un nuovo Rinascimento.
Bisogna dirlo chiaro e bisogna che sia chiaro a noi: questo è un progetto difficile, al limite dell’impossibile. Ma non è un progetto tra i tanti. O accettiamo la sfida della conoscenza o ci rassegniamo al declino.


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