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Un pc al posto dei maestri Ma la Cgil non ci sta

Il riferimento normativo esiste, anche se è ancora in fase di elaborazione da parte dei tecnici del ministero dello Sviluppo economico: è la bozza di decreto Passera.

14/09/2012
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Corriere della sera

La denuncia fa scalpore: si vorrebbero sostituire le scuole dei paesini con presidi scolastici digitali. Al posto delle maestre, personal computer, con scolaretti collegati in rete. A lanciarla è Mimmo Pantaleo, segretario FLC Cgil, in una lettera inviata ieri al titolare dell'Istruzione Francesco Profumo. «Non è mai stata sottoposta al ministro una simile proposta» si replica da Viale Trastevere.
Ma allora di cosa si tratta? Il riferimento normativo esiste, anche se è ancora in fase di elaborazione da parte dei tecnici del ministero dello Sviluppo economico: è la bozza di decreto Passera. All'articolo 21 c'è un paragrafetto dedicato ai «Centri scolastici digitali» dove viene definita la rivoluzione digitale lamentata: «Nelle situazioni di particolare isolamento, limitatamente alle piccole isole e ai comuni montani ove è presente un ristretto numero di alunni del primo ciclo di istruzione» le «attività didattiche saranno gestite in modalità e-learning sotto la vigilanza di un tutor». Mimmo Pantaleo attacca: «Si vorrebbero cancellare le scuole nelle piccole isole e nei comuni montani sostituendole con dei non meglio identificati Centri scolastici digitali, dove i bimbi sarebbero collegati in rete e le attività didattiche» digitalizzate. Dal ministero filtra sorpresa: l'intento dei tecnici sarebbe stato piuttosto il contrario di quello denunciato. Ovvero salvare grazie alla tecnologia le piccole scuole destinate alla chiusura.
Ma Pantaleo non ci sta: «A noi pare — scrive — che si vogliano fare tre operazioni: un ulteriore taglio di organico del personale, ammantato dall'alone della modernità e dell'innovazione; lo stravolgimento dell'idea stessa di scuola pubblica, costituzionalmente garantita, che verrebbe privata della essenziale funzione di mediazione culturale e didattica degli insegnanti; una riduzione di risorse a territori già deprivati». «Se questa è l'innovazione che ha in mente, essa troverà la più dura opposizione da parte di questa organizzazione sindacale» promette Pantaleo che invita il ministro «a dare piuttosto una risposta ai problemi concreti della scuola italiana a partire da quelli — precisa — che Lei stesso e il Suo governo hanno creato (es. inidonei e concorso) per garantire a ogni bambino e a ogni bambina una scuola di qualità».
Nella lettera Pantaleo, riferendosi alla «rivoluzione» digitale presentata mercoledì dal ministro, parla di «operazione mediatica per coprire con scenari mirabolanti, la triste realtà». E fa notare che «l'unica innovazione fino ad oggi messa in campo, il registro elettronico, è rimasta lettera morta».
Virginia Piccolillo