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Un miliardo per la scuola. Un passo avanti, ma non basta

Il governo annuncia i fondi aggiuntivi per il settore. Azzolina: "Così 50 mila assunzioni". Flc: "Risultato frutto della nostra mobilitazione. Adesso però bisogna uscire dall'emergenza causata dai tagli con un investimento pluriennale"

26/06/2020
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Collettiva.it

Il governo annuncia un miliardo di euro in più per il settore della scuola. Lo ha comunicato lo stesso esecutivo in conferenza stampa. La titolare del dicastero, Lucia Azzolina, ha aggiunto che le risorse serviranno "per assumere 50mila persone, tra docenti e personale Ata". Il sindacato si dichiara soddisfatto dei fondi aggiuntivi anche se, specifica, si tratta di un primo passo ma non basta.

"Finalmente e con gravissimo ritardo la ministra Azzolina e il governo sembrano aver cominciato a comprendere quel che stiamo predicando da mesi: la scuola, per ripartire, ha bisogno di investimenti, di risorse nuove per garantire spazi, organico, tempo scuola e scongiurare il ricorso alla didattica a distanza. Alla necessità di investimenti d'altronde, hanno sempre fatto riferimento in questi mesi segnati dall’emergenza sanitaria, le regioni, i comuni, il comitato tecnico scientifico e la stessa task force ministeriale". Così la Flc Cgil, in una nota.

Dunque l'ulteriore miliardo che il governo ha intenzione di stanziare è un passo in avanti. "Non possiamo fare a meno di sottolineare che la richiesta di fondi dedicati all'istruzione è stata una costante della nostra azione - prosegue il sindacato -, andata via via intensificandosi nei giorni dell'emergenza sanitaria, fino ad arrivare alla proclamazione dello sciopero dell’8 giugno e alla mobilitazione di ieri, che ci ha visto in piazza in tutta Italia con genitori, studenti e società civile".

Un miliardo importante che deve essere completamente investito in organici e infrastrutture. "Tuttavia, dobbiamo avere il senso delle proporzioni: è un passo nella giusta direzione, ma non basta - secondo la Flc -. La scuola non deve fermarsi al contrasto dell’emergenza determinata dal Coronavirus; deve uscire dall’emergenza in cui è stata precipitata dai tagli al tempo scuola, all’organico, alla didattica iniziata con i governi del 2008 e proseguita fino ai nostri giorni. Occorre un investimento pluriennale di un punto di prodotto interno lordo che eguagli quello della media dei Paesi Ocse".

La categoria ha già consegnato un documento con le misure da adottare, recapitato alla ministra Azzolina nell'incontro del 24 giugno. "Senza scuola non c'è futuro - ripetono tutti -, ma senza i passi concreti che stiamo indicando quelle parole sono destinate a rimanere pura propaganda", afferma. Anche per questo bisogna proseguire con le mobilitazioni "per arrivare a un grande movimento nazionale che guardi oltre l'emergenza e cambi definitivamente il segno delle politiche di questi lunghi anni su istruzione e ricerca pubbliche".


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