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Un metro di distanza (da bocca a bocca) Banchi monoposto e pranzo in classe

Le regole per riaprire le scuole il 14 settembre escono trasformate dai due giorni di confronto-scontro con le regioni: difficile dire ora se la scuola sarà «più moderna e inclusiva», come spera il premier Conte

27/06/2020
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Corriere della sera

Gianna Fregonara

Le regole per riaprire le scuole il 14 settembre escono trasformate dai due giorni di confronto-scontro con le regioni: difficile dire ora se la scuola sarà «più moderna e inclusiva», come spera il premier Conte. Con le regole imposte dall’emergenza manca lo spazio per tenere in classe 1 milione e duecentomila bambini e ragazzi. Ci sono due mesi per trovarlo. Ci dovranno pensare le Regioni e i Comuni insieme con gli ottomila presidi che dovranno allestire le scuole per il rientro in sicurezza. Ma da oggi si può cominciare a lavorare. Il ministero dell’Istruzione ha messo a disposizione un software, chiamato «cruscotto informatico», che li aiuterà nella ricognizione delle criticità, cioè a stabilire dove ci sono troppi studenti rispetto allo spazio.

Le mascherine

Il governo fa una parziale marcia indietro sull’uso delle mascherine: si deciderà entro il 31 agosto con un nuovo parere del Cts, il comitato tecnico scientifico della Protezione civile. Se in classe c’è la distanza interpersonale di un metro, promettono gli esperti del Cts, e la situazione epidemiologica non peggiorerà, potrebbero valutare di togliere l’obbligo almeno per gli alunni delle elementari.

Intanto qualche precisazione arriva per definire la distanza tra gli studenti, che resta di un metro, ma si intende tra «le rime buccali», cioè tra le bocche e dunque le teste. Questo consente di ridurre un po’ il distanziamento tra i banchi — che dovranno essere monoposto — sia nelle file che lateralmente. In palestra invece la distanza dovrà essere di due metri, mentre se la mensa non garantisce spazio sufficiente per tutti anche facendo i turni, gli studenti mangeranno in classe. Tra le novità sanitarie introdotte ora ci sono anche i test sierologici e lo screening per professori, personale e studenti e il ripristino del medico della scuola, una figura di riferimento presso la Asl che aiuterà i presidi nei casi di emergenza.

Poche lezioni online

La ministra Lucia Azzolina ha dovuto limare il riferimento all’uso della didattica a distanza per le superiori, che c’era nella bozza di lunedì. È sparita la possibilità di affidare gli alunni a volontari esterni senza la presenza delle maestre. Persino l’eventualità di andare a scuola il sabato è stata sacrificata alle esigenze del weekend: è rimasto un vago riferimento ad «una diversa modulazione settimanale del tempo scuola». Resta il no della ministra ai doppi turni, intesi come frequenza alternativa la mattina e il pomeriggio, ma si potranno fare comunque dei «turni differenziati». Perché il problema che più preoccupa gli esperti e i virologi non è la scuola, ma «l’andare a scuola», cioè l’uso dei mezzi pubblici. Per questo si aprirà un ulteriore tavolo per trovare soluzioni logistiche per trasportare gli studenti che costituiscono quasi un quinto degli utenti di bus, treni e metro.

Da qui gli ingressi scaglionati, fino alle 10 per gli studenti delle superiori. Mentre per elementari e medie gli alunni potranno entrare — sempre scaglionati — ma nell’orario solito tra le 7.45 e le 9, come peraltro è indicato per le scuole dell’infanzia. Dove le aule sono troppo piccole è prevista la divisione degli alunni in più gruppi. Per gestire queste situazioni si potrà attingere al nuovo miliardo messo a disposizione dal governo: servirà per assumere 50 mila tra bidelli e supplenti annuali, soprattutto per le elementari e le materne dove sono previsti gruppi molto piccoli di bambini. Ciò che non si riuscirà a fare in classe, si farà nei cinema, nei teatri, nei parchi — inverno permettendo — nei musei.

Il contagio

Le linee guida regolano anche quello che succederà in caso di contagio: le scuole chiuderanno se ci sarà lockdown nel comune, resta garantita la lezione in presenza solo per gli alunni disabili e per i figli di personale sanitario. Se invece il contagio è dentro la scuola, l’alunno o il professore verrà isolato e mandato a casa. Poi si seguiranno le regole che valgono per gli altri settori: verranno cioè messe in isolamento fiduciario le persone entrate in contatto con quella contagiata. Dunque resterà a casa almeno la classe. Sono molto rigide anche le regole per chi ha «sintomatologie respiratorie». Non solo dovrà restare a casa chi ha 37.5, ma anche chi ha il raffreddore.


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